Ogni primo gennaio, quando prendo in mano la mia nuova agenda che mi accompagnerà per l’anno che sta per cominciare, scrivo nella prima pagina una …
Mai arrendersi alle minestrine in brodo

Leggi, Ascolta, Vivi!
Ogni primo gennaio, quando prendo in mano la mia nuova agenda che mi accompagnerà per l’anno che sta per cominciare, scrivo nella prima pagina una …
L’uomo che cambiò i cieli di Francesco Ongaro è un libro intrigante e raffinato, prodigioso per la sua complessità e per il dono di rispecchiare la storia, l’arte di riflettere la lentezza della psicologia e del tempo, l’eleganza delle sue sfumature.
Tempo fa abbiamo recensito il libro di Susan Sontag, “Davanti al dolore degli altri”. Non conosceremo appieno la nostra sofferenza se non immaginiamo e ci immedesimiamo in quella degli altri.
Marina Andruccioli ha fatto propria la lezione della grande intellettuale traducendo, per così dire, La casa degli sguardi, di Daniele Mencarelli. Usando parole forti, ci grida che, come per il protagonista del libro, la redenzione e la rinascita sono possibili solo se abbiamo coraggio e determinazione.
Il suo lungo articolo contiene la cronaca dell’incontro: è a portata di click.
La pubblicazione del romanzo corale di Chiara Rango, Nel limbo sospesi richiama, attraverso le molte voci dei protagonisti, di un tempo di attesa. Ha ragione Erri De Luca: aspettare è un verbo al femminile. Solo le donne sanno cosa vuol dire. Ma questo romanzo è molte cose. E’ la storia di un’educazione sentimentale che si misura con i lascito e i pericoli della storia dei (e nei) Balcani attraverso la voce di Libera, che tiene assieme i volti che animano quelle terre di confine di fronte a noi.
Ne parla Michele Genchi nella sua cronaca di lettura.
Mario Rigoni Stern è un narratore in grado di stupire.
Lo leggo da diverso tempo, ma ogni volta che riprendo in mano un suo libro scopro, emozionandomi, nuovi aspetti e paesaggi della sua grande anima.
Da poco ho riletto “Storia di Tönle” intuendo quanto la sua scrittura accorcia le distanze, avvicina nella fragile condizione dell’essere.
Protagonista di questo breve romanzo di notevole efficacia narrativa è Tönle Bintarn e non è un personaggio inventato.
Rigoni Stern lo ricorda all’interno della premessa all’edizione del 1980 (collana “Letture per la scuola media” di Einaudi), quando scrive che “quella di Tönle è una storia vera, ricostruita nella realtà e nel tempo in cui si svolge.
Questa è la storia di due donne e di due destini.
New York 1895. La prima, si chiama Maria Inez Cortese, è una immigrata italiana con un passato terribile che uccide suo marito, Cataldo Motta, e condannata a morte sulla base di prove testimoniali.
La seconda, è quella del suo avvocato d’ufficio: una donna, Ann Bennett, la prima donna ad entrare in un tribunale come avvocato. Nel racconto anche due amorevoli volenterosi; uno, è Joe Petrosino, il leggendario poliziotto italo-americano e l’altro, un giornalista, Charles Steven.
128 anni dopo, ancora due donne.
Il romanzo di questa corsa contro il tempo è di Carla Maria Russo.
La recensione, nel modo che amiamo, è di Marina Andruccioli.
La famiglia, simbolo sacro italiano, luogo privilegiato di crescita e dannazione allo stesso tempo. Con sarcasmo tagliente, attimi di folgorante comicità e tragici sobbalzi, Claudiléia Lemes Dias imbastisce una trama tanto amara quanto possibile. Nessun requiem per mia madre (Fazi Editore) è un ritratto nudo e crudo dell’ipocrita quadro perfetto tipico borghese e ipercattolico..
Marina Andruccioli ci ha abituati ad emozionarci ogni volta.
Mai come prima, però, ha saputo toccare le corde più intime di ognuno.
Quest’articolo le serve per raccontare se stessa ma ogni parola, ogni frase, parla a noi: parla di noi.
Quella del libro di Bambarén, Lettera a mio figlio sulla felicità, è solo la scusa.
Da Elena Ceausescu a Gheddafi; da Kim Jong-un a Ferdinand Marcos. Si sa, quello del dittatore è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.
Antonio Losito ne ha fatto un podcast di successo e solo dopo un libro di grande ironia.
Giusto il contrario di quello che di solito si fa.
Udite! Udite! La Manduca, che ci ha abituati alle sue pratiche demolitrici, non solo si esime dal farlo, ma addirittura lo consiglia per le Feste.
Il che ha dell’inverosimile…