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Inaspettata e segreta vita dei colori

Van Gogh, la Terrazza del Caffè la sera(part.)

Non c’è un solo momento nelle nostre vite che non sia accompagnato con un colore. Gioia, o dramma la storia universale dell’umanità è legato alla sua letteratura e, naturalmente, dal colore che l’accompagna.
Intorno a questi momenti, Lauretta Colonnelli ha abilmente costruito un saggio che è quasi un giallo.
Marina Andruccioli, sempre pronta a cogliere la sfida dell’indagine, si mette all’inseguimento di senso che l’autrice ha voluto regalarci. Il risultato è un’invito alla lettura. Che altro, sennò?

lungomare con palme

Il ritorno

Che meraviglia questo racconto così intenso, così tormentoso e dolce allo stesso tempo nella splendida traduzione di Anna Nadotti.
È la descrizione di un ritorno in patria – nella Libia del dopo Gheddafi – dopo un esilio durato più di trent’anni. Un resoconto di grande sensibilità che è quasi un giallo. Una riflessione sulla storia – sulle gravi responsabilità dell’Occidente fin dalle imprese coloniali – e sull’essere figli che disorienta e sorprende spiegandoci perché è necessario confrontarsi con il proprio passato e andare alla ricerca di un padre scomparso che sente vivo nel passato, nel presente e nel futuro. Un padre scomodo che ha sempre amato in modo viscerale il proprio paese, la Libia.

 

foto ©marinaandruccioli

Mille petali di emozioni

L’ipersensibilità, come uno straordinario superpotere, aiuta moltissime persone ad avere un nuovo punto di vista riguardo la propria identità. Spesso, una personalità altamente sensibile viene a torto auto-scambiata come un gap, come una colpa, talvolta come una malattia rara.
Poi, capitano quasi come un dono pagine che non insegnano a diventare qualcun altro ma a trasformare quello che si percepisce come una debolezza in una forza. Marina Andruccioli vive nella sua carne la sensibilità oggetto di questo magnifico libro di Federica Bosco e, mentre ne scrive, decide di scoprire le sue carte fino in fondo, regalandoci una emozione come nessuna altra prima.

fili di luce ©marinaandruccioli

Fili di luce

Una storia di guerra e di buio in un paese della Normandia: Saint-Malo dove, i due destini opposti di Werner e Marie-Laure convergono e si sfiorano in una limpida bolla di luce.
Ancora una bella operazione di scavo di Marina Andruccioli. Con gli attrezzi propri dell’archeologo delle anime, cerca di sciogliere i nodi del cuore proprio e dei personaggi di questo racconto di Anthony Doerr.
Il link al Clare de lune di Debussy in coda all’articolo, renderà piacevole le riga.

Il difficile mestiere di scrivere

L’influenza della cultura occidentale su uno scrittore giapponese nato nel dopoguerra non era certo cosí sorprendente di per sé, anzi rispecchiava una formazione comune a un’intera generazione di giovani; ma era la prima volta che queste atmosfere venivano rappresentate nell’ambito della letteratura «alta». Inflluenzato da Kafka, Mishima, Soseki fino a Dostoevskij, alla sua attività ricca e costante di narratore e saggista, Murakami ha affiancato il lavoro di traduzione letteraria facendo conoscere in Giappone l’opera completa di Raymond Carver, oltre a numerosi racconti e romanzi di Francis Scott Fitzgerald, Truman Capote, Tim O’Brien, John Irving.
Marco Crestani scrive del laboratorio di scrittura di questo grande autore.

foto di ©marinaandruccioli

Sorridenti e infelici

L’Enciclopedia illuminista di Diderot e D’Alambert custodisce la voce «Bibliomania»: «del furore di avere libri e di ammucchiarli» già dal 1757. Un’anno prima, Gaetano Volpi, abate padovano, pubblica proprio con il titolo: “Del furore di aver libri”, le avvertenze utili e necessarie agli amatori dei buoni libri: un prontuario e guida alla scelta, conservazione e raccolta dei libri come oggetti di un culto.
E’ il modo con cui Marina Andruccioli si riconosce come appasionata, dunque furiosa, accumulatrice di libri.
Qui si parla “Sepolcro in agguato”. Settimo libro della serie agenzia Strike ed Ellacott di Robert Galbraith, Alias JK Rowling.

tramonto in strada foto di ©marinaandruccioli

Buona vita a tutti

Siamo onesti, Fallire fa bene. È importante riuscire ad utilizzare positivamente il fallimento, la caduta, trasformandolo in un’opportunità. Quando riusciamo a fare questo allora questo fallimento ci tornerà utile, ci insegnerà qualcosa di prezioso su di noi, innanzitutto e solo dopo da quell’evento ricevere insegnamenti importanti e preziosi.
Marina Andruccioli, mentre scrive del discorso ad Harvard di J.K.Rowling, ci ricorda che la cultura del fallimento ci insegna a dare una seconda possibilità. Essere tolleranti verso gli errori personali e quelli altrui ci permette di analizzare con attenzione le situazioni che hanno determinato un insuccesso per evitare, in futuro, di commettere gli stessi errori.