Di mostri e di giocattoli

creepy monsters-sticky notesdrawings ©donkenn
   Tempo di lettura: 2 minuti

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Di Michele Mari avevo letto e amato solo una raccolta di poesie, Cento poesie d’amore a Ladyhawke, uscita per Einaudi nel 2007.
Poi, non ricordo esattamente in qualche circostanza io lo abbia captato, ma quel titolo è rimasto impigliato nelle maglie dei miei pensieri: Tu, sanguinosa infanzia.
L’accostamento dei due termini, un aggettivo così poco rassicurante e il suo termine di riferimento che nell’immaginario di sempre è promessa indiscussa e indiscutibile di felicità, ha creato in me un cortocircuito esplosivo cui è seguita la lettura.

Michele Mari racconta in “Tu, sanguinosa infanzia”, molto più che i suoi ricordi.

Michele Mari racconta in Tu, sanguinosa infanzia, molto più che i suoi ricordi. Perché, se è vero che sono certamente narrati fatti e accadimenti della sua infanzia, ciò che fa di questo libricino di poco più di cento pagine un capolavoro è la consapevolezza di quell’aggettivo “sanguinante”. Ad far detonare quelle memorie d’infanzia c’è poi una ricerca stilistica e linguistica che assomiglia – perdonate l’accostamento a me caro – a una sorta di scavo archeologico, in cui le parole, le frasi, il loro articolarsi, sono, una volta dissepolti dagli strati delle memoria, come ricomposti pezzetto dopo pezzetto, per restituire alla fine la forma, l’imago di quell’infanzia, che seppure sua particolare, diventa l’occasione di un dono da condividere perché condivisa e condivisibile.

Sanguinante dicevo, appunto.

Perché sanguinante è il ricordo di quel periodo raccontato dall’autore. Sanguinante perché genera nostalgia, perché si capisce come quei fatti accaduti in un tempo lontano, lungi dall’appartenere a una fase chiusa e circoscritta dell’esistenza, sono vivi ancora e hanno conseguenze nelle azioni del presente. Oltre a questo a me sembra che sanguinante sia però non solo il ricordo di quei fatti ma di più l’infanzia in sé che Mari sa raccontare così bene. Ogni racconto di questa raccolta sanguina letteralmente infanzia, trasuda nelle parole e nei fatti raccontati, coaguli di quelle emozioni, stati d’animo, pensieri che abitano la vita dei bambini così ricca, così misteriosa e così invisibile allo sguardo adulto. Una lettura che ho amato moltissimo e che vi auguro di leggere.

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per BookAvenue, Cristiana Pezzetta


Il lIbro:

Michele Mari
Tu, sanguinosa infanzia
Einaudi
ed.2009, pp.134

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