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Il ritorno

lungomare con palme

Che meraviglia questo racconto così intenso, così tormentoso e dolce allo stesso tempo nella splendida traduzione di Anna Nadotti.
È la descrizione di un ritorno in patria – nella Libia del dopo Gheddafi – dopo un esilio durato più di trent’anni. Un resoconto di grande sensibilità che è quasi un giallo. Una riflessione sulla storia – sulle gravi responsabilità dell’Occidente fin dalle imprese coloniali – e sull’essere figli che disorienta e sorprende spiegandoci perché è necessario confrontarsi con il proprio passato e andare alla ricerca di un padre scomparso che sente vivo nel passato, nel presente e nel futuro. Un padre scomodo che ha sempre amato in modo viscerale il proprio paese, la Libia.

 

Il difficile mestiere di scrivere

L’influenza della cultura occidentale su uno scrittore giapponese nato nel dopoguerra non era certo cosí sorprendente di per sé, anzi rispecchiava una formazione comune a un’intera generazione di giovani; ma era la prima volta che queste atmosfere venivano rappresentate nell’ambito della letteratura «alta». Inflluenzato da Kafka, Mishima, Soseki fino a Dostoevskij, alla sua attività ricca e costante di narratore e saggista, Murakami ha affiancato il lavoro di traduzione letteraria facendo conoscere in Giappone l’opera completa di Raymond Carver, oltre a numerosi racconti e romanzi di Francis Scott Fitzgerald, Truman Capote, Tim O’Brien, John Irving.
Marco Crestani scrive del laboratorio di scrittura di questo grande autore.

paul auster, foto

Paul Auster. Storia di un americano

La scrittura di Paul Auster è stata fatto oggetto di numerose classificazioni che hanno contrariato prima di tutti la moglie Siri Hustvedt, grandissima e pluripremiata scrittrice a sua volta e lo stesso scrittore appena scomparso. Nel suo lungo articolo di addio, Michele Genchi lo descrive, piuttosto, come il cantore della sua città: New York, in particolare Brooklyn teatro di tutti, o quasi, i suoi romanzi.

particolare copertina del libro di James Renner, Primrose Lane, einaudi editore

L’insostenibile leggerezza dell’imprevedibilità.

La mia amica Paola Manduca dice che sono un lettore prevedibile perché amo certi scrittori i cui libri sono quasi a mono-tema e, peggio, certe scrittrici tipo Siri Hustvedt che sono poco immaginifiche e troppo realiste non fosse altro che, nella fattispecie, è pure sposata con Paul Auster. Il che è tutto dire. La verità è che non sopporta il fatto che le abbia fatto comprare “Quello che ho amato” scoprendo, tempo dopo, che l’ho fatto comprare anche molte altre persone. Sono stato un libraio, dopotutto.

foto di ©marinaandruccioli

Di ombre e di solitudini

1939. L’Italia si prepara a vivere l’ultimo Natale di pace, ma un omicidio squassa il ventre della città. Quanta solitudine che c’è. In Europa la guerra è cominciata, eppure da noi qualcuno si illude ancora che sia possibile tenerla fuori della porta. Il resto dovrete scoprirlo nelle parole di Marina Andruccioli per il libro Soledad di Maurizio De Giovanni

copertina Munro, danza ombe felici (part.)

Danza delle ombre felici

I quindici racconti di Danza delle ombre felici sono la prima raccolta di racconti di Alice Munro uscita nel 1968.
La scrittura della Munro sorprende ogni volta per il modo in cui riesce a imporsi con disinvoltura. Il suo tocco delicato porta con sé una sorta di libertà gioiosa, garbata, ma anche qualcosa che mai avremmo ritenuto possibile. Marco Crestani, puntuale e garbato, nelle Letture.

paul auster, foto

Paul Auster, Sbarcare il lunario

Molto tempo fa, in occasione dell’uscita di questo libro, Paul Auster ha raccontato che diventare scrittori significa essere scelti, e dopo, di non aver più scelta. Da quel momento il tempo si divide tra ciò che si fa per “sbarcare il lunario” e lo spazio prezioso che, di sera o nei fine settimana, si riesce a dedicare alla scrittura.
Silvia Belcastro ci racconta l’autobiografia -fino ad allora- del grande scrittore postmoderno che la letteratura, appunto, ha scelto di averlo con sé.

Dieci anni senza Alberto Bevilacqua

Alberto Bevilacqua è scomparso dagli scaffali delle librerie e, se ancora resiste nella memoria dei suoi contemporanei, intesi come taluni librai, intellettuali e professori universitari, è sconosciuto ai più dei millenians e generazione z per la colpevole svista della scuola. Ma anche l’editoria ha la sua colpa. Al contrario c’è urgenza di ristampare l’intera opera di Alberto Bevilacqua.