Il difficile mestiere di scrivere

   Tempo di lettura: 2 minuti

Da leggere tutte d’un fiato queste riflessioni sulla scrittura e sulla vita (che nonostante tutto resta un mistero) dello stupefacente Murakami Haruki tratte da una serie di conferenze mai tenute in pubblico (come era già successo con “L’arte di correre“).

Quello che più conta, scrive Murakami, è vedere ciò che ci circonda e non esprimere un giudizi perché anche la cosa più semplice può diventare la più difficile da comprendere. Perché gli aspetti più importanti della vita sono spesso nascosti dalla loro semplicità e quotidianità. Perché è necessario andare oltre l’ovvio, togliere dalle cose la polvere della banalità e dell’oblio. Bisogna quindi intraprendere dei viaggi di scoperta e osservare tutte le persone, anche quelle che non ci piacciono.

Il reale si nasconde alle spalle dell’ovvio, dentro i conglomerati incongrui di dati sensibili, affettivi o concettuali che bloccano o rallentano il metabolismo mentale. All’inizio di un viaggio letterario, ci spiega Murakami, non si sa ancora dove si deve andare e cosa si deve cercare. Allora ci si deve spesso aiutare con strumenti intuitivamente promettenti che danno il “la” – ma solo il “la” – come metafore, giochi combinatori di immagini e concetti, variazioni di prospettiva.

CIT. “Quando ricevetti il premio Gunzō per scrittori esordienti avevo già trent’anni, e una certa esperienza di vita, anche se non si può proprio dire che fosse sufficiente. Comunque un’esperienza un po’ diversa da quella che hanno mediamente le persone. Di solito la gente si laurea, trova un lavoro e dopo un po’ di tempo si sposa. Anch’io all’inizio avevo l’intenzione di seguire questo percorso. O piuttosto, ero convinto che grosso modo sarebbe andata cosi, perché questo è più meno l’ordine naturale delle cose, nella società giapponese. Non avevo nemmeno un forte desiderio di andare controcorrente rispetto al senso comune, bene o male che fosse. Invece è andata a finire che prima mi sono sposato, poi per necessità mi sono trovato un lavoro, e solo dopo mi sono laureato. Insomma, ho fatto tutto al contrario Questo è il corso che hanno seguito gli eventi, perché non sempre nella vita va nel modo previsto. …”

per BookAvenue, Marco Crestani


il libro

Haruki Murakami,
Il mestiere dello scrittore,
traduzione di Antonietta Pastore,
Frontiere Einaudi 2017


altri articoli dell’autore

BookAvenue Newsletter

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

La nostra newsletter arriva ogni mese. Iscriviti! Niente pubblicità e promettiamo di non abusarne.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Marco Crestani

"In una poesia o in un racconto si possono descrivere cose e oggetti comuni usando un linguaggio comune ma preciso, e dotare questi oggetti - una sedia, le tendine di una finestra, una forchetta, un sasso, un orecchino - di un potere immenso, addirittura sbalorditivo. Si può scrivere una riga di dialogo apparentemente innocuo e far sì che provochi al lettore un brivido lungo la schiena… Questo è il tipo di scrittura che mi interessa più di ogni altra. Non sopporto cose scritte in maniera sciatta e confusa…"(Raymond Carver)
http://libereditor.wordpress.com/

Articoli consigliati