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Siamo fatti di luce

©marina andruccioli la luce

Non c’è un rimedio uguale per tutti. Non c’è un metodo che ci sfili dalle incertezze e ci dia risposte immediate ai problemi. Vale per i piccoli inconvenienti quotidiani e per la grandi tragedie collettive: come è stato il Covid, per esempio.
Marina Andruccioli, parla del suo modo di vedere le difficoltà e porre piccoli rimedi. La scusa, ancora una volta è quella di un libro: quello di Michelle Obama.

©musicofilia di marina andruccioli

Musica e cervello. Un’accoppiata sorprendente

Nei racconti di Sacks è la scienza a farla da padrone: non ci sono manie, ossessioni, malati, ma solo cervelli che operano in modo diverso e per questo sensi che reagiscono in maniera differente.
In questo caso l’udito. Il potere della musica. Eloquente il capitolo dedicato alla musicoterapia nei pazienti affetti da Parkinson o in quelli post-encefalitici. Come può l’ascolto musicale dare giovamento a postura e rigidità muscolare in una patologia dominata dalla distruzione dei “neuroni del movimento”.
Marina Andruccioli. nella sua cronaca di lettura. ci aiuta a capirne di più.

foto primo maggio

Non c’è nulla da festeggiare.

La flessibilità del lavoro si traduce nelle forme di “contratto di lavoro” quand’anche queste rientrino a pieno titolo nel diritto del lavoro. In questa molto variegata e assortita definizione si definisce “atipico” tutto quello che non rientra in un contratto a tempo pieno e con durata indeterminata.
L’editoriale di Michele Genchi per il 1° Maggio e il libro di Luciano Gallino, Il lavoro non è una merce.
Altro che festeggiare.

frida khalo cover libro

Istantanee dell’immagine di Sé

La grande pittrice messicana Frida Kahlo. La sua vita appassionata, tragica e romantica, è stata segnata da una serie di traumi fisici e psichici che hanno ripetutamente messo a repentaglio la sua identità, dissociandola e ricomponendola in forme contraddittorie.
Ne parla Sivia Belcastro nella recensione al libro di Riccardo Dalle Luche e Angela Palermo.

teatro massimo Palermo

Due o tre giorni al Massimo

Due o tre giorni al Massimo è un originale e brillante esperimento metaletterario con l’obiettivo di affrontare e realizzare un’altra idea di Sicilia. Coloro che hanno realizzato il volume hanno un denominatore comune: una riconducibilità diretta o indiretta all’isola e alle sue infinite suggestioni.

Il codice dell’anima

Il Codice dell’Anima di Hillman afferma l’esistenza di una particolare “vocazione”, di un particolare “destino”, “carattere” o “immagine innata”. L’idea fondamentale alla base dell’affascinante Teoria della Ghianda è proprio l’esistenza di una “unicità” di cui ciascuna persona è portatrice, che chiede di essere vissuta e che sarebbe già preesistente prima ancora di poter essere vissuta.
Ne parla Marina Andruccioli con lo sguardo introspettivo che abbiamo imparato a conoscere.

Se Tirannia fa rima con ironia

Da Elena Ceausescu a Gheddafi; da Kim Jong-un a Ferdinand Marcos. Si sa, quello del dittatore è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.
Antonio Losito ne ha fatto un podcast di successo e solo dopo un libro di grande ironia.
Giusto il contrario di quello che di solito si fa.
Udite! Udite! La Manduca, che ci ha abituati alle sue pratiche demolitrici, non solo si esime dal farlo, ma addirittura lo consiglia per le Feste.
Il che ha dell’inverosimile…

Dai, che ce la fai!

Oggi mentre facevo colazione ho ascoltato  una intervista ad una signora che si occupa di aiutare le persone dal punto di vista psichiatrico. Tra le tante cose interessanti ha detto una frase che mi ha davvero colpito molto: oggi, soffriamo in modo diverso.

Il mio cuore ha saltato un battito. Eh!, si: lo fa sempre quando riconosce una cosa per vera.

Inafferabile, inclassificabile, ambiguo. Michel Houellebecq, insomma.

Certi esseri provano molto presto una spaventosa impossibilità a vivere per loro stessi. Per dirla tutta, non sopportano assolutamente di vedere la propria vita in faccia, e di vederla nella sua interezza, senza zone d’ombra, senza sfondi.

Inafferrabile, inclassificabile, irriducibilmente ambiguo: Michel Houellebecq, immancabilmente, ci sfugge. Da scrittore, esplora tutti i generi: poesia, romanzo, saggio; ma moltiplica anche le fughe dal campo letterario: nel cinema, dietro e davanti la cinepresa; nella musica – che si improvvisi cantante o che i suoi testi diano luogo ad adattamenti; nell’arte – anche qui come artista a tutti gli effetti o come oggetto d’ispirazione.