Due o tre giorni al Massimo

teatro massimo Palermo
   Tempo di lettura: 3 minuti

Due o tre giorni al Massimo è un originale e brillante esperimento metaletterario con l’obiettivo di affrontare e realizzare un’altra idea di Sicilia. Coloro che hanno realizzato il volume hanno un denominatore comune: una riconducibilità diretta o indiretta all’isola e alle sue infinite suggestioni. 

La trama. Vittoria o meglio Donna Vittoria è una signora benestante, originaria di Palermo virgola che vive a Roma dove dirige la sua azienda immobiliare specializzata in case di pregio e di recupero di eleganti strutture, ormai abbandonate o in rovina. Per questa attività si avvale della collaborazione di due persone fidate, il notaio Alberto e l’architetto Giulio. Da sempre, questa donna si dedica alla costruzione di un nuovo Rinascimento culturale e sociale, seguendo l’esempio delle mecenati più incisive e raffinate del passato, ma questa volta protagonista della sua creatività e la città di Palermo. Con l’obiettivo di richiamare l’attenzione della stampa decide di pubblicare un particolare annuncio al fine di lanciare un concorso per scoprire finalmente chi sia l’autore dell’epigrafe riportata sul frontone del Teatro Massimo. Il concorso, in realtà, è il pretesto per donare nuova luce al capoluogo siciliano, svuotando lo stesso di tutti gli appellativi negativi accumulati nel corso degli anni. All’annuncio risponderanno in pochi e questo se da un lato deluderà vittoria, dall’altro le farà capire che coloro che hanno veramente a cuore la città rispondono sempre e saranno sempre in prima linea a difendere e a combattere per un futuro differente e per una vera rinascita punto nel disinteresse della stampa, uno scrittore che leggerà per caso l’annuncio sarà l’unico che racconterà la vicenda per conservare la memoria e per ricostruirla. 

Dalla prefazione di Fabrizio Catalano:  

Due o tre giorni al massimo è un libro che allo stesso tempo ricostruisce e inventa il passato, che cerca dei personaggi e rende gli autori stessi dei personaggi, che mescola rigore e divertimento, fantasticherie e documenti, leggende e sensazioni. Che mescola, innanzitutto, generi letterari. É un’inchiesta dagli echi vagamente borgesiana dove la finzione solo con scarsa convinzione cede il passo della verosimiglianza punto è un gioco di equivoci e rimandi punto ed è una gustosa impresa collettiva in un mondo dominato da un individualismo aspro e arido”.

Gli Autori:
Gianni Andrei, Antonio Capitano, Michelangelo Capitano, Giovanni Cassibba, Renato Collodoro, Alessandro La Porta, Cristiano Leone, Domenico Rizzo, Marianna Scibetta.

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Dalla redazione di BookAvenue, Agnese Trocchi

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Il libro:

Due o tre giorni al Massimo, è un’opera collettiva.
Etabeta edizioni

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