Se sei stanco – come sembra – dei rapporti effimeri che hai coltivato nello scorso inverno, se hai voglia di Amore (che non morde, sai?), se negli ultimi tempi hai provato la necessità di smontare tutte le armature di cui si circonda la gente, leggi “Tutti gli intellettuali giovani e tristi” di Keith Gessen. Tutti possono essere più forti degli altri, perché, non dimenticarlo mai, le insicurezze che hai tu sono le insicurezze di una generazione, qualunque sia quella cui appartieni.
Tutti gli intellettuali giovani e tristi, Keith Gessen
– Mufka, – proseguì. – Sono triste.
– Lo so, Sushok. Sono triste anch’io.
– Mufka, senti. – Riusciva sempre a cambiare tono, in un batter d’occhio. – Oggi ho scoperto che per i canadesi John Irving è un grande della letteratura americana. Non è buffo?
– Non fare la snob, Sushok.
– Uh, okay. Guarda che comunque a me stanno simpatici i canadesi. Sono molto educati.
– Va bene essere educati. E’ un buon punto di partenza.
– Mufka, prima o poi mi vieni a trovare?
– Ma certo che ti vengo a trovare.
– Non è lontano. E poi il confine non è come quello della Bielorussia, ti lasciano entrare senza problemi.
– Lo so, Sushok.
– Oddio, Mufka, – disse lei scoppiando improvvisamente a piangere. – Ma perché è andata così?
– Non potevamo fare altro, Sushok, – disse Mark. – Eravamo tristi.
– Ma siamo tristi anche adesso.
– E’ vero.