L’hanno chiamata per tutta la vita con il vezzeggiativo “Mama Soul” e non per caso. Doris Troy aveva “anche” un nome vero: Doris Elaine Higginsen. …
Podcast.La storia la fanno le donne parte 5: Doris Troy

L’hanno chiamata per tutta la vita con il vezzeggiativo “Mama Soul” e non per caso. Doris Troy aveva “anche” un nome vero: Doris Elaine Higginsen. …
Riproponiamo l’articolo di Francy Schirone pubblicato nel 2016 sulla grande artista Tina Turner come ricordo in occasione della sua scomparsa.
Gli anni ’80 sono stati uno spartiacqua per il soul. Il gruppo dei Soul II Soul ha fortemente influenzato l’R&B si quegli anni aprendo la strada a una musica trasformativa che ha consegnato la soul music, la dance e il funky di quegli anni fino all’hip pop di oggi. Ci si chiede: l’R&B sarebbe un’altra cosa oggi senza la loro musica?
Francy Schirone scrive della brigata australiana degli Hiatus Kaiyote. Un meraviglioso gruppo neo-soul, come amano definirsi, con il loro nuovo disco uscito lo scorso anno: Mood Valiant. Celebrati dai grandi del R&B hanno accumulato successi, consenso e uno straordinario esercito di fan trasversale in tutti i continenti.
Nessuno sa e conosce il terribile potere della musica. E del vagare, senza nome, allo sbando, alla ricerca di Penelope. Nessuno ha un nome che sembra quello di un romanziere, o di un attore, o magari di un graffitaro. E, infatti, Willis Earl Beal è tutte queste cose insieme. Insime a clui/colei che ci ha mandato l’articolo senza firmarsi. (FS)
Non ho mai proposto al direttore del sito di fare la classifica anche della R&B settimanale/quindicinale o mensile; se così fosse, sarebbe molto interessante verificare i fenomeni del momento ma anche le stelle del firmamento blues. I meglio venduti del mese di Novembre vedono nuovi ascolti per il giovane Jeremih FT YG con Don’t tell’em, presente da soli 4 settimane e balzato in primo posto praticamente subito, ma non durerà, secondo me. Così come al secondo posto la sensualissima Nicki Minaj con Anaconda.>>
Chissà perché capita, ad ognuno di noi, sentire quella tipica stretta al cuore ogni volta che ci mettiamo all’ascolto delle prime note di I’ve Been Loving You Too Long. Come sarebbe senza? Del resto, Otis Redding è stato il cantante soul più influente degli anni 60, forse il più grande, il più importante. Mio padre lo ascoltava, mia madre lo ascoltava, e tutta quella generazione che ha messo al mondo la mia, l’ascoltavano. La sua voce dall’anima profonda, gli arrangiamenti della sua musica, il professionista che ha fatto “aggiornare” l’R&B nell’anima moderna che ora ascoltiamo.
Oggi è fin troppo facile apprezzare il pop, in specie quello di alcune straordinarie interpreti, mi riferisco a Beyonce, Alicia Keys, la stessa Anita Baker, tanto per fare tre esempi facili facili. Mi sono interrogata spesso sulle origini del blues e ripromessa di auto-guidarmi alla scoperta di qualche autore con l’aiuto di qualche libro e della mia enciclopedia su due gambe: il mio due di coppia, che è venuto in soccorso con un paio di dischi dalla “sua collezione privata” di: Otis Redding, Wilson Pickett, e ultimo, Sam Cooke (chiama così la raccolta di dischi che tiene separatamente da altri: una sorta di Sancta Santorum della collezione jazz di casa!).
Il suo ultimo album è del 2008, ha per titolo Rollour e, tra questo e il primo Sleigh Belles, Jingle Belles, and Bluebelles (con le Bluebelles) non c’è stata alcuna interruzione: ha praticamente cantato ininterrottamente dal 1962 e pubblicato quasi un album all’anno di 46 anni di una fantastica carriera. Patti LaBelle è un mito per il mio due di coppia; alla fine degli inizi anni 70, so’ da sempre, era conduttore di (Flashback) un programma di una radio FM locale. Era quasi adulto e, mentre tutti si interessavano di hardrock, lui, oltre a prendersi a botte con i suoi avversari politici – ma in quegli anni era normalissimo – imparava ad ascoltare il r&b e soul.