Podcast. Soul II Soul: la nostra idea di felicità

   Tempo di lettura: 10 minuti

Per slogan hanno avuto: “A happy face, a thumpin’ bass, for a lovin’ race” che, tradotto, fà qualcosa come: “Una faccia felice, un basso martellante, per una corsa amorevole”. Per dire che: chi ben comincia…

Per parlare di loro è giusto chiederci cosa è stato il sound system londinese degli anni 80 per la musica, tutta la musica, compresi il blues, l’R&B o il rock e come ha influito su quello che oggi ascoltiamo tutti quanti. Di certo, la band è stata la prima della loro generazione ad avere un serio impatto nelle classifiche R&B statunitensi e a influenzare i gruppi di quegli anni. Quelli della mia generazione in ascolto (meglio: che stanno leggendo), che negli 80 erano adolescenti, forse li hanno ascoltati e amati anche loro. Chi mi legge lo sa: la musica pop e l’ R&B (e i libri, naturalmente) sono alcune delle cose che mi legano da trenta e passi anni al mio due di coppia. Senza, saremmo una coppia qualsiasi.

Dunque. Loro sono Jazzie B (Trevor Romeo) e Daddy Harvey (Philip Harvey) i loro primi vagìti musicali insieme alle loro polluzioni li hanno avuti nell’adolescenza.  In quel periodo a fine anni ’70 suonavano principalmente Reggae prima di “espandere” le loro armoniche per incorporare il soul, il funk e il jazz che sembravano volersi distinguere da soli; in parte è vero  ma non è del tutto così.  Ma non divaghiamo.

Jazzie B. è ampiamente riconosciuto come l’artista che ha aperto la strada alla ri-nascita della musica soul e dance britannica alla fine degli anni ’80. A metà di quegli anni raggiungono il primo permesso di volo, diciamo così, con una presenza fissa la domenica sera all’Africa Center di Covent Garden, un centro culturale e musicale londinese nato a metà degli anni sessanta per la diaspora africana a Londra ( https://www-africacentre-org-uk ). Non vi è dubbio alcuno che l’intera scena musicale di quegli anni sia stata fortemente permeata di politica e la rivendicazione di diritti sacrosanti. Come non ve nè nessuno sul fatto che ballavano come matti tutti quanti.

A quel punto, il loro successo è già dietro l’angolo. Nel 1988, i Soul II Soul con il disco “Fairplay” ebbero il loro debutto per la Virgin; un successone amplificato dalle radio pirata di allora, cui seguì il singolo “Feel Free”, scritto e prodotto da Jazzie B, Hooper, la bellissima ‘Do Reen e con la co-autrice Rose Windross come cantante principale. I singoli raggiunsero entrambi i numeri alti della classifica pop britannica e a quel punto li conobbero davvero tutti. In un momento in cui il suono largamente meccanizzato dai sintetizzatori del new jack swing dominava l’R&B di allora su entrambe le sponde dell’Atlantico,  il gruppo, guidato dal produttore, cantautore (e cantante occasionale) Jazzie B, trova il modo per sintetizzare l’hip-hop e l’house music basati sul breakbeat (per capirci: la cassa della batteria che fà un quasi 4/4 dum dum) con una elegante dance floor R&B fatto di archi (si: di violini e viole) tipico di orchestre disco tipo la Love Unlimited Orchestra di Barry White, i MFSB e Les Chic. I due più grandi successi del debutto di Soul II Soul, inclusi nell’album Club Classics Vol. One (1989), sono: “Keep On Movin ‘” e “Back to Life (However Do You Want Me)”, entrambi accarezzati dalla voce vellutata di Caron Wheeler, che fa uscire pazzo il mio due di coppia ogni volta che li ascolta ancora oggi.

Ecco. Il loro primo disco è uno spartiacque tra un prima e un dopo della soul music che ha traghettato la R&B dove siamo oggi. E’ letteralmente impossibile, e vi invito a provare, a non ballare ascoltandoli (a me è capitato per strada che sembravo una pazza). Questi due dischi hanno trasformato il gruppo già affermato in Music Stars in cima alle classifiche in patria e all’estero. Il successivo Soul II Soul Vol. II: 1990 – A New Decade, trova la conferma di numero uno all’Hit chart del Regno Unito,  e i piani alti della hit, due anni più tardi, con i Volume III: Just Right (1992), più altri 11 singoli nella Top All charts del Regno Unito, ognuno sempre con una voce principale diversa.

A questo proposito. La band ha visto l’alternarsi di molti artisti nel gruppo, ne ho contati sedici ma non sto qui a scriverli: cercateli su internet.  Permettetemi, però, di spendere due parole su Caron Wheeler, cantante che ha dato una svolta ai Soul II Soul. In precedenza era stata vocalist nel gruppo reggae Brown Sugar e aveva collaborato come corista, come si sente e si vede nei video di: “Everyday” di Elvis Costello. E’ sua la sua voce di “Keep On Movin'” dell’album Club Classics, vol. Uno, uscito nell’89. Una bestia da palco.

Sulla scia di quell’album in cima alle classifiche c’era “Back to Life (However Do You Want Me)”, scritto da Wheeler, Jazzie B, Hooper e il tastierista del gruppo Simon Law. La canzone ha scalato la classifica del Regno Unito ed è diventata anche il più grande successo internazionale del gruppo, raggiungendo la Top Ten in numerosi paesi, inclusi gli Stati Uniti, dove Club Classics, vol.Uno è stato pubblicato con il titolo Keep On Movin’. I Soul II Soul hanno successivamente vinto i Grammy Awards per la migliore performance R&B di un gruppo con “Back to Life” e la migliore performance strumentale R&B (una traccia dell’album “African Dance”). Inoltre, sono stati nominati come: “miglior nuovo artista“.

I Soul II Soul hanno realizzato altri due album negli anni ’90. Il primo, “Volume V: Believe”, arrivato nel luglio 1995, cui fece seguito nel settembre 1997 da “Time for Change”, pubblicato dalla Island invece che dalla Virgin. Nel disco, Penny Ford e Charlotte Kelly  cantano i dischi che entreranno tra i primi nella Top the Pop 40 del Regno Unito dal primo, “Love Enuff” fino a “I Care”. Paul Johnson dà la voce a “Represent”, il singolo Top 40 di “Time for Change”. Tanta, tanta roba. Eppure…

Alla fine degli anni ‘90, i Soul II Soul si  sciolsero. Ho letto parecchio e non ho capito appieno le ragioni di questo ritiro.

Do’Reen morì tragicamente nel 2002, investita da più veicoli mentre tentava di attraversare a piedi un’autostrada. Non è mai stato accertato del tutto se stesse fuggendo da un Mall dopo essere stata inseguita per furto. Aveva 36anni e lasciò un figlio di 4. Era bellissima. Proprio bella, bella. L’altra, Rose Windross, ha avuto una splendida carriera da solista e ha collaborato con il gruppo acid jazz dei James Taylor Quartet. Ha fondato con il fratello una casa di produzione musicale. C’è una foto che la ritrae ragazza: somiglia ad Aretha. Da brividi.

Dal 2007 il gruppo, di nuovo riunito, ancora guidato da Jazzie B (che nel frattempo è stato nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, nel 2008) ma senza il suo socio Daddy Harvey che si diverte a fare il DJ e di soldi ne ha fatti parecchi. Si sono esibiti varie volte con altrettante formazioni che hanno incluso la Wheeler e molti altri cantanti nel corso della loro storia recente. Jazzie B è proprietario di una sala incisioni a Cadmen a nord di Londra e, quando non suona, fà il DJ pure lui. Oggi il nucleo dei Soul II Soul è fatto di soli 3 componenti: Jazzie B con Caron Wheeler e Charlotte Kelly come vocalist. Nel 2023 è annunciato un tour in UK e in co-tour in USA con Kem e Ledisi, due nomi assai importanti sul palcoscenico dell’R&B contemporaneo. Prima o poi ne parlo.


Dalla collezione di casa, consigli per gli acquisti.

Cinque Album e una ventina di singoli. Con così poco, a veder bene, hanno dato tantissimo.

Andate di corsa a comprare il Club Classic Vol.One. Dentro ci trovate Keep on Movin’ con Caron Wheeler, Fairplay ma anche African Dance. Ne ho parlato prima. Il resto verrà da solo. Di seguito Keep on Movin’ da YouTube: fatevi un’idea.

Libri

Già; perchè quasi dimentico che questa rubrica è dedicata anche ai libri. A Happy Face, A Thumpin’ Bass, For a Lovin’ Race, manco a dirlo, è la biografia di Jazzie B. Per 40 sterline potete avere la copia firmata sul sito della Awaywithmedia.

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Per BookAvenue, Francy Schirone


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