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I libri e le recensioni più lette di BookAvenue del 2020

Come molti, da queste parti siamo assai contenti che questo anno terribile stia per finire. In BookAvenue, abbiamo voluto testimoniarlo con fedeltà alla linea editoriale originaria che ci siamo dati il lontano 2001 e con altrettanta attenzione all’attualità. Abbiamo voluto guardare al tempo corrente recensendo libri di saggistica e narrativa che più di altri hanno saputo raccontarci il mondo ostaggio di se stesso prima che di un nemico invisibile come il Cov-19.

Lo zio d’america è malvagio

Che gli Stati Uniti si siano trasformati in due barricate contrapposte, ora disposte a sparare l’una contro l’altra, è cosa nota visto quello che è accaduto a Portland recentemente. Donald Trump (1) ha incredibilmente sparato a zero sull’amministrazione locale senza dire una sola parola sull’accaduto.  Secondo uno studio condotto dall’università di Harvard e dalla Northeastern University, negli Stati Uniti ci sono circa 265 milioni di pistole la maggior parte nelle mani di appena il 3 per cento della popolazione. La guerra civile, le due guerre mondiali, i conflitti in Corea, Vietnam, Iraq e Afghanistan hanno ucciso  meno cittadini americani rispetto a quello delle vittime di arma da fuoco dal 1968 a oggi (2).

copertina libro Foer, Possiamo salvare il nondo prima di cena

Una catastrofe autoinflitta. Intervista a Jonathan Safran Foer sui cambiamenti climatici

“Dobbiamo fare qualcosa“. Jonathan Safran Foer ha ripetuto questo mantra con frequenza e intensità crescenti negli ultimi anni, soprattutto i più recenti. BookAvenue, dopo molte insistenze e decine di mail prima, e di un paio telefonate nel cuore della notte alla Nicole Aragi Agency che cura gli interessi dell’autore dopo,  è riuscita a fare qualche domanda e scambiare qualche opinione con Foer in occasione dell’uscita di We Are the Weather. Saving the planet before the breakfast.

Populismo e democrazia. Una strana coppia

tempo di lettura 7 minuti.  eng.vers questo artiolo è stato pubblicaro il 19 Marzo 2019

Leggo dal libro di Fukuyama, Identità La ricerca della dignità e i nuovi populismi oggetto di lettura per la riflessione che segue: “ Trump rappresenta una tendenza più ampia nella politica internazionale, verso ciò che è stato etichettato come populista. I leader populisti cercano di usare la legittimità conferita dalle elezioni democratiche per consolidare il potere. Essi rivendicano una connessione carismatica diretta con “il popolo”, che sono spesso definiti in stretti cluster etnici che escludono -a volte grandi parti della popolazione. A loro non piacciono le istituzioni e cercano di indebolire i controlli e gli equilibri che limitano il potere personale di un leader in una moderna democrazia liberale: i tribunali, la legislatura, i media indipendenti e una burocrazia apartitica “.

Lorenzo Tanzini, 1345. La bancarotta di Firenze

Il nostro collega Antonio Marco Conte ha incontrato Lorenzo Tanzini in occasione dell’uscita del suo libro.

Il titolo inizia con un numero: 1345. E’ la data in cui veniamo immediatamente proiettati in un immaginario viaggio a ritroso nel tempo, a Firenze nell’epoca premedicea. Lorenzo Tanzini ci parla di finanza medievale, raccontandoci in modo assolutamente fruibile vicende poco note anche ai tanti appassionati di Storia.

Gli eventi riguardano la bancarotta cui andarono incontro numerose famiglie fiorentine di mercanti di denaro, i Bardi, i Peruzzi, gli Acciaiuoli per citare in principali. Una bancarotta causata dall’eccessiva esposizione nei confronti di sovrani stranieri e signori italiani, molto abili ad invogliare la concessione di prestiti per finanziare le loro avventure politiche, salvo poi inventarsi pretesti per disconoscere i propri creditori se non addirittura perseguitarli. Molto si era imparato da quanto già collaudato di recente in Francia da Filippo Il Bello contro i Cavalieri Templari.

La reazione della città a quegli accadimenti innescò una serie di meccanismi relativi al rapporto tra potere centrale subentrato nella gestione del debito. Scopriamo così l’origine dei termini “Monte” e “Magnate”.

L’autore si fa accompagnare sapientemente da Giovanni Villani, cronista dell’epoca, che ci ragguaglia sugli eventi vissuti in prima persona e sui protagonisti degli stessi e in questo percorso diversi temi stimolanti vengono a galla.

Su alcuni abbiamo interrogato direttamente l’autore.

trekking, foto di uomo al tramonto su sentiero di montagna

Wanderlust. Una storia di piedi

Sono certo vi sia capitato chiedervi al termine di una giornata terribile con le gambe doloranti e i piedi a pezzi, come è accaduto di infilarvi in una terribile maratona tra uffici, servizi, cose da fare e comprare senza sosta fino all’ora del rientro.  Come diavolo avete fatto a sopravvivere ai chilometri percorsi quando avreste più comodamente potuto prendere l’auto e stancarvi di meno.
A volte, invece, accade il contrario. Capita, cioè, che vi chiediate cosa state combinando al chiuso dell’auto bloccati nel traffico e perché, ancora, diavolo non siete usciti a piedi magari utilizzando la metropolitana e profittarne per fare due passi.

Martin Pollak, Il morto nel Bunker. Indagine su mio padre

Come e perché si diventa nazisti?
E’ questa la domanda che si pone Martin Pollack riferendosi alla famiglia paterna. La risposta si trova nella sua indagine. Indagine che ora Keller ha il merito di ripubblicare.
Con una ricerca che si avvale degli strumenti dello storico e di una scrittura brillante, Pollack compie un viaggio alle radici della dissoluzione dell’impero Asburgico e della nascita del nazismo.

La psichiatria sulla pelle dei bambini

«Avevo tre anni quando un’assistente sociale mi portò a Villa Azzurra che di quel colore non aveva proprio nulla. Ci finii perché quella buona donna di mia mamma mi aveva avuto da un uomo che della paternità se ne infischiò allegramente, non l’ho mai incontrato. Lei era giovane e sola».

Comincia così – con una storia terribilmente simile a molte altre – questo libro scritto per non dimenticare; per ricordare a chi è vissuto al tempo dei manicomi e per informare chi non c’era. Ma scritto anche per smontare l’illusione che oggi la fabbrica della follia sia altro da quanto era in passato: fenomeno di massa, fenomeno di poveri, manicomi (o realtà troppo simili) come discariche umane e sociali.

Non credere alla catastrofe è facile se sai come farlo

Siamo davvero così sicuri delle nostre convinzioni e su cosa le costruiamo? Quanto sappiamo veramente di come va il mondo? La scuola, la fame, lo stato sociale delle nazioni è arretrato rispetto a venti, quaranta anni fa come molti di noi pensano, o non è così? Non ultimo: hanno ragione i sovranisti a parlare d’invasione degli immigrati con tutto l’armamentario di sciocchezze connesse al tema?

Tranne l’ultima personale considerazione, le righe appena sopra sono alcune delle domande poste all’inizio del libro di Hans Rosling, Factfulness: dieci motivi per cui ci sbagliamo sul mondo e perché le cose sono migliori di quanto pensi. Uscito in aprile di due anni fa, ha continuato a diventare un grande successo che ha già venduto centinaia di migliaia di copie in tutto il mondo e che, lo dico con convinzione, va sostenuto anche da noi dove invece è già diventato merce da rendere all’editore. L’invito ai librai è di recuperarlo e rimetterlo per un po’ di tempo sui banchi.