Podcast. La signora canta il Blues. Billie Holiday

Foto: ©William Gotleib
   Tempo di lettura: 11 minuti

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La mamma e il babbo erano ancora due ragazzi quando si sposarono. Lui aveva diciotto anni, lei sedici, io tre. La mamma lavorava come cameriera, da una famiglia di bianchi, e quando i padroni si accorsero che era incinta la buttarono fuori su due piedi… I ragazzi erano tutti e due poveri, e da poveri si cresce alla svelta. È un miracolo che mia madre non sia finita alla pubblica assistenza e io all’orfanotrofio. Ma Sadie Fagan mi volle bene fin da quando non ero per lei che un mucchio di calci nelle costole mentre strofinava pavimenti. Andò all’ospedale e si mise d’accordo con la direttrice. Le disse che per pagare l’assistenza per sé e per me era disposta a pulire per terra, per un certo periodo, e che avrebbe fatto la serva anche alle altre bagasce che andavano lì a partorire. Quel mercoledì 7 aprile 1915, quando io nacqui a Baltimora, la mamma aveva tredici anni.”

Comincia così La signora canta il blues, la biografia di Billie Holiday oggetto di giro con la vostra rubrica.  

Billie Holiday è stata, con Bessie Smith, la più grande vocalist che il jazz abbia mai avuto

Lanciata da Benny Goodman, ha cantato con i complessi più importanti degli anni trenta e quaranta, da quello di Teddy Wilson a quello di Count Basie. Celebre il suo sodalizio, anche sentimentale, con il grande sassofonista Lester Young. (1)

Eleanor Fagan , il suo nome di battesimo, nacque il 7 aprile 1915 a Filadelfia, in Pennsylvania. (Alcune fonti dicono che il suo luogo di nascita era Baltimora, nel Maryland, e il suo certificato di nascita recita “Elinore Harris”.(2) Il padre, Clarence, sparì dalla circolazione subito. Visse gran parte della sua infanzia a Baltimora.. La madre sposò poi Philip Gough nel 1920 e per un lungo periodo Billie ebbe una vita familiare piuttosto stabile. Finì qualche anno dopo, lasciando Billie Holiday e sua madre di nuovo da sole.

Si spiegano così le continue assenze a scuola a tal punto che Sadie venne chiamata in tribunale per l’assenteismo scolastico di sua figlia. Conseguenza per cui fu inviata alla House of Good Shepherd, una struttura per ragazze afroamericane in difficoltà, nel gennaio 1925. In quegli anni di vita così difficili, Billie trovò conforto nella musica, cantando i dischi di Bessie Smith e Louis Armstrong.

Fece un sacco di mestieri per sopravvivere compreso prostuitirsi. A fine degli anni ’20 a New York City, leggo, faveva la vita ad Harlem. (1)

La carriera di Billie Holiday comincia intorno al 1930: iniziò a cantare nei club locali e si ribattezzò “Billie” in onore della star del cinema Billie Dove. All’età di 18 anni, Holiday fu ascoltata dal produttore John Hammond mentre si esibiva in un jazz club di Harlem. Hammond fu determinante per le sue prime registrazioni con un clarinettista emergente e bandleader. Un tale… Benny Goodman.(4)

Conosciuta per il suo fraseggio distintivo e la sua voce espressiva, a volte malinconica, Billie Holiday ha continuato a registrare con il pianista jazz Teddy Wilson e altri nel 1935. Nel periodo uscirono i suoi primi singoli, tra cui “What a Little Moonlight Can Do” e “Miss Brown to You”. Nello stesso anno, Holiday è apparsa con Duke Ellington nel film Symphony in Black.

Fu di questo periodo l’incontro e la profonda amicizia con il sassofonista Lester Young.  Ha  vissuto con Billie Holiday e sua madre Sadie per breve tempo : una vera tregua con la vita per le due donne. Fu proprio Lester Young a dare a Billie Holiday il soprannome di “Lady Day” nel 1937, lo stesso anno in cui si unì alla band di Basie. In cambio, lei lo chiamava “Prez”, che era il suo modo di dire che pensava che fosse il massimo. Billie Holiday andò in tournée con la Count Basie Orchestra nel 1937. L’anno successivo lavorò con Artie Shaw e la sua orchestra. Con quest’ultimo si affermò come una delle prime cantanti afroamericane a lavorare con un’orchestra bianca. Fu l’atteggiamento razzista dei produttori che mal sopportavano la presenza di un’afro-americana voce solista a farle lasciare l’orchestra per la frustrazione. (5)

Sono di quel periodo due delle sue canzoni più famose, “God Bless the Child” e “Strange Fruit” (lo ascoltate in coda all’articolo). L’America bigotta e timorata di Dio, però, le impedì di vedersi pubblicare quest’ultimo. La Columbia record, mal tollerava una canzone sul linciaggio degli afroamericani nel sud. Il disco uscì in seguito con l’etichetta Commodore. “Strange Fruit” è considerata una delle sue ballate distintive e la controversia che ne seguì – alcune stazioni radio vietarono la messa in onda del disco – contribuì a renderla un successo. Nel corso degli anni, Billie Holiday ha cantato molte canzoni di relazioni tempestose, tra cui “T’ain’t Nobody’s Business If I Do” e “My Man“. Queste canzoni sono state il riflesso delle sue storie personali, spesso distruttive. (6)

Billie Holiday sposò James Monroe nel 1941. Già nota per bere a dismisura, Billie Holiday prese l’abitudine del suo nuovo marito: quella di fumare oppio.(7) Il matrimonio non durò molto – in seguito divorziarono – ma i problemi di Billie Holiday con l’abuso di sostanze e alcool peggiorarono. 

Già nel 1939, il successo di “Strange Fruit”, Holiday le procurò un avvertimento dal Federal Bureau of Narcotics, l’agenzia governativa contro la droga, di non cantarla mai più. Holiday continuò imperterrita a cantare la sua canzone. (Il divieto rimase in essere fino al 1968 dopo quasi dieci anni dalla sua morte). Il capo dell’FBN Harry Anslinger credeva che Holiday fosse il simbolo di tutto ciò di cui l’America doveva aver paura. Uno sporco razzista che diede la croce a Billie fino alla sua morte. (8) Sono certa che Anslinger bruci all’Inferno.

Nel frattempo uscirono “God Bless the Child” e in seguito con la Decca Records nel 1944 “Lover Man”, un bellissimo pezzo R&B.  L’uomo dell’epoca era il trombettista Joe Guy, e con lui iniziò a usare l’eroina. Dopo la morte di sua madre nell’ottobre 1945, Billie Holiday iniziò a bere più pesantemente e aumentò il suo uso di droghe.(9)

Ancora non si capisce come, nonostante i suoi problemi personali, sia rimasta una delle principali star nel mondo del jazz e anche nella musica popolare. È apparsa con il suo idolo Louis Armstrong nel film del 1947 New Orleans, anche se interpretava il ruolo di una cameriera.

Sfortunatamente, l’uso di droghe le ha causò una battuta d’arresto professionale quello stesso anno. Fu arrestata e condannata per possesso di stupefacenti. Condannata a un anno e un giorno di prigione, Billie Holiday andò in una struttura di riabilitazione al posto del carcere. Quando uscì non fu in grado di ottenere la licenza necessaria per suonare in cabaret e night club, colpa della sua condizione di tossicodipendente . Tuttavia, poteva ancora esibirsi nelle sale da concerto e tenne uno spettacolo tutto esaurito alla Carnegie Hall non molto tempo dopo il suo rilascio.

Ancora droga. E’ il 1956 e Billie Holiday fu ancora una volta arrestata con Louis McKay per possesso di stupefacenti. Si sposarono in Messico l’anno successivo. (11) Come molti altri uomini nella sua vita, McKay ha abusato del suo nome e del suo denaro. Lui e gli altri, dei veri figli di…

Nonostante tutti i problemi che aveva avuto, con la sua voce riuscì a fare una performance impressionante nella trasmissione televisiva The Sound of Jazz con Ben Webster, Lester Young e Coleman Hawkins.

E lì finì.

Lady in Satin è del 1958 con la Ray Ellis Orchestra per la Columbia. Le canzoni dell’album trasmettono ancora oggi una grande intensità emotiva. Tenne la sua ultima esibizione a New York City il 25 maggio 1959. Fu ricoverata in ospedale per problemi cardiaci e al fegato poco dopo. Era così dipendente dall’eroina che fu persino arrestata per possesso mentre era in ospedale.

Il 17 luglio 1959, Billie Holiday morì per complicazioni legate all’alcol e alla droga.

Migliaia di persone salutarono Lady Day al suo funerale nella chiesa cattolica romana di San Paolo Apostolo il 21 luglio 1959. Il mondo del jazz si presentò al completo per la solenne occasione. C’erano Bennie Goodman, Gene Krupa, Tony Scott, Buddy Rogers e, disperato, John Hammond.

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per BookAvenue, Francy Schirone

libri & musica, dopotutto.

Dalla collezione di casa consigli per gli acquisti:
Entrambi del 1956, The Lady Sings, della Decca e Lady Sings the Blues con le etichette Clef MGC – Verve, sono dei classici imperdibili in una sconfinata produzione di dischi. Per chi vuole conoscerla, consiglio la raccolta dei migliori pezzi: Greatest Hits of Billlie Holiday. Dentro ci trovate Strange Fruit ed altro. Buon ascolto.

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Billie Holiday condivise la sua storia di vita con il mondo nel 1956. La sua autobiografia, Lady Sings the Blues (1956), è stata scritta in collaborazione con William Dufty.(3) Parte del materiale nel libro, tuttavia, deve essere preso con le pinze. Holiday era in cattive condizioni quando ha lavorato al libro.  La Feltrinelli ha dimenticato di scrivere in copertina il nome dell’autore (vero) del libro. Farebbe bene a dargli giustizia.

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Fonti:
Per scrivere questo articolo (ammetto: il più lungo di sempre) ho consultato diverse fonti. Le parti virgolettate o in corsivo sono quanto riportato letteralmente nelle fonti. FS

  1. Biography.com/Billie Holiday
  2. Billieholiday.com
  3. Wikipedia relativamente a info su William Dufty
  4. Britannica.com/ Billie Holiday
  5. Jazzwise.com
  6. Rollingstone.com/ The best album of Billie Holiday
  7. Blackpast.com/Billie Holidady
  8. AllMusic.com/ Billie Holiday
  9. Jazzstandard.com/ Billie Holiday
  10. Notablebiographies.com/ Billie Holiday
  11. Javatpoint.com/ Billie Holiday
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