Mostra: 19 - 27 di 40 RISULTATI

Il Nobel a Joyce Carol Oates: cosa buona e giusta

Carol Joyce Oates 1965

Chi vincerà il Nobel per la letteratura nel 2014? Don DeLillo? Philip Roth? Cormac McCharty? Chissà perché Joyce Carol Oates non compare mai nei toto-Nobel per la letteratura, soprattutto in quelli europei, tantomeno italiani. Forse perché è troppo brava. Eppure potrebbe essere la quadratura del cerchio per il circolo dei tromboni radical-chic di Stoccolma, perché i personaggi femminili di Joyce hanno i perfino i requisiti dell’engagement, volendo.

Una storia in apparenza complicata

Libro nuovo di Roth che esce, recensione del sottoscritto che trovi.
Chiunque abbia familiarità con il lavoro di Philip Roth sa che Nathan Zuckerman è una sorta avatar di Roth nel suo universo immaginario. Questo avatar mi insegue dal Lamento di Portnoy, leggi Carnovsky, fino ai suoi ultimi libri con Nathan Zuckerman. Entrambi fanno i conti della loro vita con l’ebraismo, coabitano con i sentimenti di duplicità tra l’esistenza quasi sempre tormentata e il legame alla fede e le ricadute di essa sulla loro esistenze. Entrambi hanno problemi con il matrimonio e la famiglia, sono entrambi ossessionati dal sesso; è giusto quindi che Controvita sia l’ennesima sintesi di Roth e il suo avatar Zuckerman. Roth non si presenta di persona, come in alcune altre opere. Piuttosto, l’autore diventa un personaggio attraverso il risultato dei contenuti semi-biografici.

foto autore

LLL Living Literary Legend

foto autoreL’autore.
Definito LLL Living Literary Legend, in occasione della celebrazione del suo 75mo compleanno, Philip Roth ha donato la sua vita alla scrittura. Considerato già un grande con i suoi racconti d’esordio Goodbay Columbus, Roth ha scritto moltissimo nella sua carriera differenziando tre aree distinte il suo lavoro. Quella famigliare e autobiografica (leggi Patrimonio, a proposito della morte di suo padre), ha indagato il tempo della società americana con grandissimi romanzi (la Pastolare: un vero capolavoro e gli altri due che seguono, La macchia umana, Ho sposato un comunista), consacrato con Il Lamento di Portnoy, una audace tragicommedia post rivoluzione sessuale, e la grande ironia di Zuckerman: il suo alter ego sulla carta con il quale si è divertito a raccontare molto della sua esistenza di scrittore cui ha dedicato alcuni libri fino al Fantasma esce di scena. Ha un bel caratteraccio: ne hanno fatto le spese i suoi intervistatori caduti nella trappola della retorica definendo i suoi romanzi come “letteratura ebraica”, una soffocante distinzione che ha sempre irritato Roth non poco. Ha vinto praticamente tutto quello che c’è da vincere in campo letterario. E se non fosse per i pregiudizi intellettuali dell’Accademia di Svezia, avrebbe ben meritato il Nobel da diverso tempo e in specie quest’anno a vedere come è finita.

 

edna o'brien

Edna O’Brien e noi

L’amata autrice irlandese Edna O’Brien è morta all’età di 93 anni. È stata una delle più grandi scrittrici della nostra epoca. Ha rivoluzionato la letteratura irlandese, catturando la vita delle donne e le complessità della condizione umana in una prosa luminosa e scarna, che ha avuto una profonda influenza su molti scrittori che l’hanno seguita. Avemmo l’onore e la fortuna di intervistarla. Il nostro ricordo.

paul auster, foto

Paul Auster. Storia di un americano

La scrittura di Paul Auster è stata fatto oggetto di numerose classificazioni che hanno contrariato prima di tutti la moglie Siri Hustvedt, grandissima e pluripremiata scrittrice a sua volta e lo stesso scrittore appena scomparso. Nel suo lungo articolo di addio, Michele Genchi lo descrive, piuttosto, come il cantore della sua città: New York, in particolare Brooklyn teatro di tutti, o quasi, i suoi romanzi.

paul auster, foto

Paul Auster, Sbarcare il lunario

Molto tempo fa, in occasione dell’uscita di questo libro, Paul Auster ha raccontato che diventare scrittori significa essere scelti, e dopo, di non aver più scelta. Da quel momento il tempo si divide tra ciò che si fa per “sbarcare il lunario” e lo spazio prezioso che, di sera o nei fine settimana, si riesce a dedicare alla scrittura.
Silvia Belcastro ci racconta l’autobiografia -fino ad allora- del grande scrittore postmoderno che la letteratura, appunto, ha scelto di averlo con sé.

immagine dei grattacieli di new york

Il declino della società americana e la perdita dei padri.

A Dave Eggers saremo sempre molto grati non solo per la rivista letteraria, “McSweeney’s”, che ha fondato e diretto, ma per essere da sempre al centro della scena letteraria americana degli ultimi anni. L’autore che con grande visione ha parlato del Sudan già nel 2006 ora al centro delle cronache internazionali. Michele Genchi parla dei “Vostri padri dove sono?”

lesson ian mcewan

Le molte vite di Ian McEwan

Delle tante qualità che rendono Lessons una lettura così seducente e irresistibile, è che Roland Bahrein, il personaggio forse non troppo immaginario al centro del romanzo e che condivide molta storia con l’autore, non riesce proprio a prendere una sola decisione in tutta la sua vita.
L’inevitabile articolo di Michele Genchi all’ultimo libro del suo più amato scrittore inglese.

wayne shorter

Le molte vite di Wayne Shorter

Sia che abbia ridefinito il jazz acustico moderno con Miles Davis e nei suoi gruppi, sia che abbia incrociato i Weather Report e Joni Mitchell, il sassofonista e compositore è rimasto un intrepido e insaziabile esploratore musicale. Il ricordo personale e della musica di Wayne Shorter della nostra beniamina Francy Schirone.