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Philip Roth, The humbling

philiproth elabora by ©mg

foto autoreL’autore.
E’ l’autore più amato dai moltissimi lettori della comunità che si stringe sotto il nome del nostro sito.

Il libro
Caro lettore, mi domando e ti domando: diremo mai basta ai libri di Roth? Diremo mai: fatela finita Nathan Zuckerman, Spielvogel, David Kepesh e Mickey Sabbath? Oppure continueremo a stare incollati alle pagine intorno a queste storie esasperate, e coinvolti dal destino degli eroi le cui vite e gli amori rispecchiano quelle del loro autore?

Roth mi ha abituato a queste storie estreme, come la soffocata miseria identificata da O. Spielvogel, lo psichiatra immaginario del, “Pene Perplesso,” l’articolo con cui mi ha introdotto a suo tempo nella lettura del “Lamento di Portnoy.” Una condizione caratterizzata dall’estremo desiderio sessuale con comportamenti compulsivi di Alex e il suo sentimento prevalente di vergogna e paura del castigo, in particolare sotto forma di castrazione. Ma, si sa: le possibilità e le permutazioni dell’ onanismo sono illimitate. E che sono il filo conduttore di molti dei suoi romanzi.

folla

Philip Roth, Everyman

Sintesti della lezione di Everyman. La vita e’ l’addizione delle sue esperienze, vale per chiunque. E la morte e’ la contabilità della somma finale. Siamo stati giusti? Siamo stati onesti? Siamo stati equi con le persone amate, con i lavoro, con noi stessi? Michele Genchi in cerca di risposte nell’ennesimo libro di Philip Roth.

philiproth elabora by ©mg

La nemesi di Roth

copertinaÈ uscito da un paio di mesi negli USA il nuovo libro di Philip Roth, dal titolo Nemesis, che con Everyman, Indignazione e L’umiliazione costituisce una ideale serie dallo stesso Roth titolata, appunto, Nemesi.

Chi mi legge lo sa da un pezzo. Trovo irresistibile Philip Roth che considero da molto, molto tempo il mio autore preferito. Ma i lettori di Roth sono abituati a dare poco retta ai segnali che arrivano con una certa costanza dai suoi libri: l’ultimo titano in piedi del romanzo americano ci sta annunciando la sua fine già da un pò.
E’ difficile, per questo motivo, poter scrivere qualcosa sull’ennesima sorpresa riservatami da Nemesis, il 31° libro di Roth.

Da questa parte, gente! C’è Jonathan Franzen, Purity

Beh!, l’uscita di un nuovo romanzo del più amato scrittore americano contemporaneo, carica di altrettante grandi attese anche i lettori da quest’altra parte dell’oceano.
Il fatto poi che Jonathan Franzen stia sulle scatole a un sacco di gente -non a torto aggiungo- non è un caso: ha un carattere sprezzante dovuto alla consapevolezza di essere tra i grandi del firmamento letterario americano e mondiale. Cosa che gli ha consentito di mandare letteralmente a quel paese, prima un padre sacro della letteratura come Philip Roth e non ultimo anche Oprah Winfrey utilizzando, in questo caso anche frasi ingiuriose se non addirittura corrive, della serie: “saiiltuobelprogrammamucolodoveloinficco?”

Chi vincerà il Nobel

A ottobre si conoscerà il vincitore. Nel frattempo nei siti di scommesse (e sui social) è partito il #totoNobel. Ecco i favoriti di quest’anno, tra nomi ricorrenti (ancora Philip Roth, nella foto) e qualche sorpresa… L’ambitissimo premio Nobel per la letteratura è attribuito ogni anno, a ottobre, all’autore “nel campo della letteratura mondiale che si sia maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale” ed è stato assegnato per la prima volta nel 1901. L’Accademia di Svezia annuncia il nome del ricevente in una conferenza pubblica ma, come ogni anno, nelle settimane precedenti i siti di scommesse fanno le loro ipotesi…

Mens sana in corpore sano. Murakami e l’arte di correre

Fabrizio Fides è un bravo libraio e intellettuale. Il suo sarcasmo ai commenti sul Nobel al poeta svedese Transtromer nascondevano, non troppo, la sua profonda delusione per il mancato premio a quello che considera il più grande scrittore vivente. Naturalmente condivido la sua delusione anche se da sempre faccio il tifo per Philip Roth, il quale, a questo punto, può presentarsi davanti al suo Creatore senza l’ambito riconoscimento. Chi mi legge lo sa da sempre: è Roth il più grande, Murakami è solo il suo gregario.
L’articolo che segue è, in definitiva, un omaggio al grande “secondo” di Kyoto sperando che un giorno possa andare a prendersi a Oslo la sua pergamena.