Si ricomincia senza libri ma con le scarpe. Il Sagittario è il solo che se la passa bene; il resto dello zodiaco ha da fare o soffre. E’ la vita. Tocca dàsse da fà. È settembre.
Maga Magò.
Libroscopo di Settembre e un paio di scarpe nuove

Leggi, Ascolta, Vivi!
Si ricomincia senza libri ma con le scarpe. Il Sagittario è il solo che se la passa bene; il resto dello zodiaco ha da fare o soffre. E’ la vita. Tocca dàsse da fà. È settembre.
Maga Magò.
La Puglia non è la California, diceva Franco Tatò in un celebre libro. Sono passati vent’anni da quel libro e molti passi sono stati fatti in avanti. Ma la Puglia non è solo le sue coste e il suo mare; è una terra contadina, portatrice di tradizioni fin dal medioevo. Andrea Pennella ve ne segnala qualcuna in settembre.
Ovvero
La vita, le avventure, i sogni,
gli amici e i nemici di Mevlut Karataş,
venditore di boza, nonché una
panoramica della vita di Istanbul
tra il 1969 e il 2012, raccontata dal
punto di vista dei suoi cittadini.
Il 9 novembre scorso il premio Nobel turco Orhan Pamuk ha presentato il suo ultimo romanzo alla libreria Politics and Prose di Washington. La prima domanda che si è sentito rivolgere dal giornalista e scrittore Elliot Ackerman è stata: perché un sottotitolo del genere? Pamuk ha raccontato un aneddoto. Nel mezzo di una lezione alla Columbia University, dove insegna Arte del Romanzo, disse qualcosa del tipo: “…e come sapete, alla fine Anna Karenina si suicida”. Uno studente lo bloccò: “No, professore! Per favore, non ci dica come va a finire la storia!”.
Il Go è tra i grandi giochi della tradizione in ambito orientale. Ha una storia di quattromila anni alle spalle, può essere considerato simile al backgammon o alle varie forme di scacchi che si giocano sia in occidente che in oriente.
E’ nato in Cina, si è diffuso in Giappone ed è diventato popolare tra la nobiltà e i letterati come gioco di strategia e raffinata metafora dell’equilibrio delle forze naturali. Marco Crestani per Yasunari Kawabata
La leggendaria barca di Hemingway ora riposa dietro vila Finca Vigia a Cuba. Fu protagonista con il suo proprietario di epiche battute di caccia al Merlin e vincitrice di molti premi. Non è stato sempre così: ha rischiato pure l’abbandono. La seconda edizione del libro di Paul Hendrickson offre a Michele Genchi la possibilità di un rinnovato racconto, dedicato però alla barca.
Tony Bennett era nato a New York il 3 agosto 1926 da una famiglia di origini italiane: Anthony Benedetto (il suo vero nome) era uno dei tre figli di John Benedetto – un negoziante che nel 1906 era emigrato negli Stati Uniti da Podàrgoni, vicino a Reggio Calabria – e di Anna Suraci, una sarta che era nata negli Stati Uniti subito dopo l’emigrazione dei suoi genitori, anch’essi reggini, avvenuta nel 1899.
Il ricordo fuori dal coro della nostra discaia di Tony Bennett
Abbiamo avuto il piacere e l’onore di conoscere Michela Murgia da vicino. Per diverso tempo ha scritto per BookAvenue e ci ha permesso di pubblicare gli articoli che scriveva per il suo sito. Non sempre siamo stati d’accordo con lei. In occasione dell’allora legge Levi sugli sconti sui libri, Michele e Michela dibatterono sulle pagine del nostro (e suo) sito. Ma il loro affetto era noto. Ha avuto sempre un posto speciale sui tavoli in libreria e Lei ha avuto sempre un grande amore – tutto ricambiato – per i librai. È stata una intellettuale miltante e una persona vera.
Ci mancheranno le sue parole a venire. La forza delle idee che ci avrebbe ancora regalato.
LS
Ma non dimenticate anche questa di pura e sacrosanta verità: che chi era compagno di John Silver e l’ha tradito una volta, una seconda volta non l’ha avuta nello stesso mondo del vecchio John
Con l’articolo di Carla Cazazza, celebriamo il 25°anniversario del grande libro di Björn Larsson
Non c’è un rimedio uguale per tutti. Non c’è un metodo che ci sfili dalle incertezze e ci dia risposte immediate ai problemi. Vale per i piccoli inconvenienti quotidiani e per la grandi tragedie collettive: come è stato il Covid, per esempio.
Marina Andruccioli, parla del suo modo di vedere le difficoltà e porre piccoli rimedi. La scusa, ancora una volta è quella di un libro: quello di Michelle Obama.