Carmela, Nicola e Giovanni. Un architetto di interni, un rappresentante di impianti industriali e un giardiniere. Cosa hanno in comune? Un amore sviscerato per la bellezza. L’ultimo ha riempito di verde la casa dei primi due, i quali, hanno costruito e arredato da soli la loro grande casa secondo un’unica guida: farne un posto felice. Il nostro amico Andrea Pennella li ha ascoltati. Ora, i loro consigli sono a portata di click.
scienze sociali
io Robot.
La crisi internazionale, la pandemia, la continua innovazione tecnologica incide sul lavoro imponendo trasformazioni, rinnovate energie, e nuovi paradigmi. Come cambia il lavoro? Una breve riflessione di Michele Genchi per molti interrogativi.
Uno zaino pieno di gente. I passi di Marco Crestani
Ho parlato spesso dell’esperienza personale del camminare e della ricerca di significato cui do a questo esercizio ogni volta che mi metto in marcia o mi accingo a farlo. In esso, cerco il rapporto tra il camminare con le cose; con il pensare. Camminare, anima le ambizioni di molti a superarsi in una continua fame di senso da dare alla propria porzione di umanità.
Vorrei non dire: “…vorrei averlo fatto!”
Abbiamo spesso affrontato il tema della trascendenza recensendo i libri che ci hanno sollecitato. La letteratura, la scienza, le arti esplorano da sempre il tema dell’estensione della vita raccontando la sfida colossale contro l’appuntamento che ci attende con la nostra sorte. Che cosa significa vivere e cosa, invece, morire? Cosa resterà di ognuno? La medicina e la tecnologia potranno spostare all’infinito quel giorno? Oppure, proprio perché umani la nostra morte ci regala il dono di fare e dare il meglio di noi mentre l’aspettiamo?
Marina Andruccioli riflette sulla questione ancora una volta offendo il suo punto di vista colto e, soprattutto, intimo.
Schierarsi con la parola. La letteratura black: una lista dal Pen Club.
n qualità di organizzazione formata da scrittori, lettori e persone che credono nel potere trasformativo della parola, il PEN America si dedica alla ricerca di verità condivise, alla promozione del progresso sociale e alla costruzione di un mondo più equo. Ci schieriamo quindi in solidarietà con gli scrittori e gli artisti – e con la comunità letteraria in generale – impegnati nella battaglia per mettere fine al razzismo, e alla violenza ad opera della polizia.
Dai, che ce la fai!
Oggi mentre facevo colazione ho ascoltato una intervista ad una signora che si occupa di aiutare le persone dal punto di vista psichiatrico. Tra le tante cose interessanti ha detto una frase che mi ha davvero colpito molto: oggi, soffriamo in modo diverso.
Il mio cuore ha saltato un battito. Eh!, si: lo fa sempre quando riconosce una cosa per vera.
Susan Sontag: ritratto dell’intellettuale da giovane
Susan Sontag è stata una di quelle intellettuali pubbliche che gli americani chiamano social critic, impegnata e appassionata sia sul fronte politico sia su quello delle arti e delle lettere. È stata caustica e sensibile autrice di saggi e discorsi sul potere delle immagini, sulla pace e sulla guerra, sulle concezioni sociali di malattie come il cancro o l’Aids ma anche di romanzi (Il benefattore, Il kit della morte, L’amante del vulcano) e commedie teatrali (dalla riscrittura ibseniana Donna del mare a Cosa viviamo ora sull’Hiv).
Terra di nessuno (piena di zinco)
(ndr) per farsi una idea delle superfici: Stato del Vaticano:0,44 KM2, Moresnet:3,4 KM2, Repubblica di San Marino:61,2 KM2
1815. Congresso di Vienna. Si devono ritracciare i confini dopo che è passato il tornado napoleonico. C’è fretta. Le cartine non sono precisissime e forse il pennarello ha la punta grossa. Non si sa, perché quei documenti sono spariti nel nulla. Alla cartina sono collegati alcuni articoli del trattato per definire meglio le spartizioni, perché tutti cercano di avere il massimo e arraffare qualche territorio in più. Qualora ci fossero dubbi se ne occuperanno delle commissioni bilaterali per tracciare i confini con più precisione ed evitare che alcune case vengano tagliate a metà dalla linea di confine.
Inafferabile, inclassificabile, ambiguo. Michel Houellebecq, insomma.
Certi esseri provano molto presto una spaventosa impossibilità a vivere per loro stessi. Per dirla tutta, non sopportano assolutamente di vedere la propria vita in faccia, e di vederla nella sua interezza, senza zone d’ombra, senza sfondi.
Inafferrabile, inclassificabile, irriducibilmente ambiguo: Michel Houellebecq, immancabilmente, ci sfugge. Da scrittore, esplora tutti i generi: poesia, romanzo, saggio; ma moltiplica anche le fughe dal campo letterario: nel cinema, dietro e davanti la cinepresa; nella musica – che si improvvisi cantante o che i suoi testi diano luogo ad adattamenti; nell’arte – anche qui come artista a tutti gli effetti o come oggetto d’ispirazione.