Gli anni ’80 sono stati uno spartiacqua per il soul. Il gruppo dei Soul II Soul ha fortemente influenzato l’R&B si quegli anni aprendo la strada a una musica trasformativa che ha consegnato la soul music, la dance e il funky di quegli anni fino all’hip pop di oggi. Ci si chiede: l’R&B sarebbe un’altra cosa oggi senza la loro musica?
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Podcast unplugged. Lo chiamano neo-soul: Gli Hiatus Kaiyote. Mood Valiant
Francy Schirone scrive della brigata australiana degli Hiatus Kaiyote. Un meraviglioso gruppo neo-soul, come amano definirsi, con il loro nuovo disco uscito lo scorso anno: Mood Valiant. Celebrati dai grandi del R&B hanno accumulato successi, consenso e uno straordinario esercito di fan trasversale in tutti i continenti.
Podcast. Soul per millennials. James Vickery
Il direttore del sito mi ha sollecitata a riprendere le fila (e le mie corde in fatto di scrittura) della rubrica dedicata da tempo ai miei beniamini. Sono stati mesi difficili di clausura forzata come per tutti ma gli ascolti, in specie di nuove voci, non sono mancati. Ad una di queste devo la conoscenza del cantante soul del sud di Londra James Vickery.
E’ un vero talento ed è la ragione per cui ve ne parlo. Ha iniziato nei primi anni 2010 come cantautore folk, accompagnandosi alla chitarra acustica e cantando melodie influenzate dal soul con la partecipazione a vari spettacoli televisivi di competizione musicale (The X Factor e Open Mic UK). Le performance di successo in questi spettacoli hanno portato a Vickery nuove conoscenze professionali e collaborazioni, incluso il lavoro con il chitarrista Phil Braithwaite e il cantante Lance Ellington, per fare un paio di esempi.
Podcast. Storia della vita di Jackie McLean.
Alcuni jazzisti sono stati considerati degli alieni per tutta la durata della loro carriera. Pur suonando buona musica e presentandosi al pubblico regolarmente, non hanno mai fatto parte di varie consorterie musicali nè, tanto meno, appartenendo a gruppi di “influencer” di quelli cioè, che se la tirano esprimendo giudizi e opinioni sugli altri. No, questa gente ha fatto il proprio mestiere quasi in silenzio, quasi come un qualsiasi altro operaio che si alza presto la mattina per prendere il bus per la fabbrica.
Podcast. La scomparsa di Fats Domino, padre del rock n’roll
Fats Domino, grande tra i più grandi del blues, è mancato oggi a 89 anni per cause naturali.
Fats Domino, nato nel 1928 a New Orleans uno di nove fratelli, lasciò la scuola poco più che un ragazzo per lavorare in una fabbrica di cotone – la storia ricorda che ha venduto più di 110 milioni di dischi in una carriera iniziata a metà degli anni ’50, dopo aver imparato a suonare il pianoforte verticale da un cugino che lo aveva lasciato alla sua famiglia di origine di New Orleans. Come suggerisce il suo nome in inglese, non era magro. Nella sua prima canzone registrata, The Fat Man (del 1949) ha cantato che, nonostante la sua… dimensione, “tutte le ragazze, mi amano”, perchè conosco la mia strada”- Con la sua caratteristica… acconciatura piena di gel e schiacciata, a volte suonava il pianoforte in piedi, sbattendogli il corpo contro per spingerlo sul palco al tempo con la musica.
Podcast. La storia la fanno le donne parte 4: Oleta Adams
I Tears for Fears sono stati per un lungo periodo di tempo una fissazione del mio due di coppia. Ho ascoltato la loro musica con vent’anni di ritardo e non li ho mai apprezzati del tutto anche se i due, Curt Smith e Roland Orzabal, hanno origini, artisticamente parlando, da cantanti come Elvis Costello o i Jam fino a certi gruppi post-punk tipo i Talking Heads o Brian Eno che hanno molto influito sulla loro musica. Erano gli anni ottanta in fondo: tutto il mondo ballava il pop di quegli anni compreso il giovane studente di filosofia che fu il mio sposo.
Podcast. La montagna sacra: Chick Corea.
Chick Corea è uno dei jazzisti più influenti della scena musicale internazionale da più di cinquant’anni. Dal 1973, praticamente ogni anno, tutti i suoi lavori sono entrati nella Bilboard list e con quasi la stessa frequenza ha vinto qualche premio (dal miglior album, al miglior gruppo e/o individuale Jazz e/o performance, eccetera eccetera).
La scomparsa di Al Jerreau
L’anno comincia male. Malissimo, anzi. Gli echi del bruttissimo 2016 sembrano arrivare fino a qui.
Al Jerreau è morto quasi improvvisamente un paio di giorni fa e ci è voluto un giorno per accettare la notizia. Aveva 76 anni e aveva annunciato giusto qualche giorno fa la sua intenzione di ritirarsi dalle scene dopo aver fatto un’onesto lavoro per oltre cinquant’anni. Ha avuto il conforto della sua famiglia intorno che ha deciso di raccogliersi attorno al grande artista chiedendo di celebrare le esequie privatamente e di contribuire alla Fondazione della Scuola di Musica del Wisconsin.
La scomparsa di Leonard Cohen
Il talento di Leonard Cohen è stato leggendario ma la sua musica è venuta solo dopo il poeta e lo scrittore. Sono stata tutto il giorno pensare e pesare le parole con cui salutare il cantante la cui opera ha influenzato gli ultimi 50anni della musica di questo piccolo pianeta pieno di gente. Le parole più immediatamente reperibili nel mio personale vocabolario è annus horribilis. Lo sarà certamente questo 2016 che già si è portato via artisti come Prince e David Bowie. Negli ultimi mesi ho passato quasi più tempo a scrivere obituaries che di musica.