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La storia del più grande ladro di libri italiano, è ora un Podcast

il falso

La storia del ladro di libri (antichi) più famoso d’Italia. Da direttore della storica bibioteca Gerolamini di Napoli, Marino Massimo de Caro, sottrasse più di duemila libri antichi di incommensurabile valore del nostro patrimonio librario. Un sinistro eroe dei due mondi, per dirla con uno strano punto di vista, considerato il saccheggio delle più importanti biblioteche pubbliche del Sudamerica, con una passione smodata per Galileo, è ora un podcast Rai già balzato, al secondo posto degli ascolti, scritto dalla nostra amica Paola Manduca.

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Ma guarda il Po

Se scrivessi che questo libro è la versione padana di Cuore di tenebra, l’autrice, imbarazzata, si sentirebbe in dovere di corrispondermi qualcosa in denaro. Ma Un’Argonauta Contromano di Marina Senesi (Ed. Il Sole 24 Ore) è un diario di bordo che ci traghetta dentro quella stessa aria rarefatta evocata dai ritmi fluviali.

Come riconoscere un libro brutto da alcuni inequivocabili segnali: premessa

Con questo articolo, si vuole inaugurare un ciclo didattico su come riconoscere – e aderendo al progetto evitare – un libro brutto. Sarà bene intendersi.

Che cos’è un libro brutto? Un libro brutto è una qualsiasi sensazione tra l’amaro in bocca e la grande delusione, un primo appuntamento andato male, un vestito acquistato e poi mai messo; nei casi più gravi è come un bluff amoroso, di quelli che, per fortuna, non fanno troppo male eppure un pochino pesano lo stesso, perché la brutta fine di una storia non è mai bella. Un amico una volta mi ha detto che prova verso i libri brutti la stessa sensazione di quando da ragazzo giocava a pallone e una partita finiva 0 a 0.

Se Tirannia fa rima con ironia

Da Elena Ceausescu a Gheddafi; da Kim Jong-un a Ferdinand Marcos. Si sa, quello del dittatore è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.
Antonio Losito ne ha fatto un podcast di successo e solo dopo un libro di grande ironia.
Giusto il contrario di quello che di solito si fa.
Udite! Udite! La Manduca, che ci ha abituati alle sue pratiche demolitrici, non solo si esime dal farlo, ma addirittura lo consiglia per le Feste.
Il che ha dell’inverosimile…

“Niente di vero” di Veronica Raimo. L’autobiografia ai tempi dei social

La penna più irriverente e puntuta della felice giostra letteraria che gira online. Gioiosa rottamatrice di chi nella scrittura ha trovato un nuovo – immeritato -lavoro. La Manduca svolge un grande compito di ecologia intellettuale. Un esercizio di smaltimento letterario che esegue senza sconti per nessuno. Ne fa le spese il libro Premio Strega Giovani 2022 di Veronica Raimo.

B come bei consigli

Yahoo answers: domande che per vergogna faresti solo agli amici intimi e che invece in rete rivolgi agli sconosciuti, fidandoti – suppongo – delle risposte.

Ci trovate di tutto: da “ragazze, come considerate un bacio dato sul collo?” a “che fine avrà fatto il cavallo bianco della pubblicità Vidal?”, ma anche “sapete consigliarmi libri sull’amicizia?” Ecco, questa è per esempio la delicata questione che pone Eli3396: chi le consiglia Narciso e Boccadoro e L’amico ritrovato non le fa un torto, ma se Eli avesse alla fine dato ascolto a chi le consigliava come imperdibile “Bianco come il latte rosso come il sangue” di D’Avenia?

I segreti ma veramente segreti di Parigi secondo Serena Dandini

Se ne sentiva la mancanza, di una guida personalizzata su Parigi. Perché Parigi, ancora più di New York, si presta a essere una città che ciascuno può far sua, a patto che se ne svelino i segreti. E questi misteri non sono mai sempre gli stessi: variano a seconda di chi li scopra e poi sveli al grande pubblico.

Si va dai segreti dotti di Corrado Augias alle chicche women friendly di Ines de la Fressange (autrice di “La Parigina, guida allo chic”), a loro volta costantemente aggiornate da blogger che aprono finestre su itinerari insoliti ed eventi imperdibili, che basta prendere un aereo e ritrovarsi giusto in tempo al vernissage per la retrospettiva di Jeanne Lanvin al Palais Galliera.

GOODBYE, TONY’S GIRL

I titoli tradotti male non sono una prerogativa del cinema: A Venezia un dicembre rosso shocking (don’t look now), Per favore non toccate le vecchiette (The producers), Vogliamo vivere! (To be or not to be) e l’intramontabile Non drammatizziamo… è solo una questione di corna (Domicile conjugal) hanno il loro equivalente letterario, solo che se ne parla meno.
Qui di seguito perciò un elenco di tipologie di traduttori e relative responsabilità: >>

Sfumature a chilometro 0

Proponiamo, in particolar modo a chi ha seguito lo scambio di articoli tra Paola Manduca e Layla El Sayed sui libri della James, la risposta alla replica di quest’ultima. Non c’è dubbio alcuno che in redazione non manchi il dibattito e, manco a dirlo, la passione. I precedenti articoli sono disponibili nella stessa rubrica o cliccando sui nomi delle nostre amiche. ndr.

Proverò a spiegarmi, ma per l’ultima volta. Come suggerisce Arthur Bloch a proposito delle discussioni inutili, replicare due volte è da pignoli, tre è da fessi.

Il punto non è se valga la pena di riesumare per Cinquanta sfumature la vecchia querelle se la cultura bassa abbia pari dignità rispetto alla alta (e a sopportare gli annessi sproloqui in termini di democrazia). Scomodare MacDonald – il sociologo, non il macellaio – per Mr Grey è come riportare in vita Billy Wilder per poi chiedergli consiglio su un’inquadratura di Natale a Miami; è come avere la possibilità di resuscitare Shakespeare, leggergli un passaggio di Tre metri sopra il cielo e sentire da lui se scorre; è come chiedere un’intervista a Umberto Eco e domandargli a bassa voce: “senti Umbe’, ma poi com’è andata a finire tra apocalittici e integrati? Chi ha vinto alla fine?”