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Riprendiamoci la poesia: L’arte di essere fragili di Alessandro D’Avenia

Certi libri arrivano al lettore come in risposta a una preghiera. La preghiera può essere un giorno di sole o il momento più basso di un’esistenza, ma è sempre l’arte a esprimere il nostro indicibile. Succede anche per le preghiere di una società. “Ogni epoca concentra l’attenzione su alcune parole, ne è come ossessionata. Questo perché quest’epoca sta perdendo la cosa nominata e comincia ad avvertirne la mancanza”.
Se c’è una cosa che manca all’uomo in questo tempo di declino umano e spirituale, è la Poesia: quella bellezza che l’universo ha facoltà di osservare in se stesso tramite la vita. A questa preghiera dà risposta il libro-miracolo di Alessandro D’Avenia, ponendoci al cospetto di un poeta che forse non abbiamo saputo vedere: Giacomo Leopardi.

Ci si può fidare della scienza?

È stato particolarmente interessante seguire l’ International Booker Prize di quest’anno poiché i libri selezionati adottano tutti un approccio creativo alla forma, al genere e alla narrativa nel raccontare le loro storie.  Non sono sorpreso, intendiamoci, il premio ha acquisito una tradizionale capacità di stupire anche i lettori più raffinati confermato con il giusto premio riconosciuto quest’anno al libro: At night all blood is black, del francese di nascita e senegalese di crescita, David Diop già vincitore, tra l’altri, del più importante premio letterario francese, il Goncourt, con Frère d’âme (tr. Fratelli d’anima, Neri Pozza 2019). Brevemente, la storia nel libro sconosciuta ai più, è quella dei senegalesi che combatterono per la Francia sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. >>

Cometa e bugie dopo venti anni di Marco Valenti

L’amore, quello sentimentale, assume infiniti aspetti, si evolve in modi ogni volta diversi, e nessuno di noi sa capire se sono giusti o sbagliati. E poi in nome di cosa? Con quale criterio? Esiste un modo corretto, sicuro, per permettere a una relazione di crescere e durare nel tempo? Quanto ci spaventa l’amore vero? Leggendo il romanzo Cometa e bugie dopo venti anni queste domande scaturiscono spontanee assieme a tante altre. E non importa che tu abbia letto Cometa e bugie, perché questo non è un sequel, piuttosto un’esperienza che si interseca al racconto da cui ha avuto origine.

I Florio

“Cu nesci, arrinesci”. “Chi esce, riesce”. I leoni di Sicilia. La saga dei Florio, Stefania Auci, trama, recensioneQuesto proverbio siciliano racchiude tutta la lungimiranza dei protagonisti della saga famigliare raccontata da Stefania Auci nel suo ultimo romanzo I leoni di Sicilia. La saga dei Florio, divenuto ben presto caso editoriale internazionale. Venduto in Francia, Germania, Olanda, Spagna e Stati Uniti e opzionato per una serie televisiva.

In seguito all’ennesima scossa di terremoto che nel 1799 aveva colpito Bagnara Calabra, i fratelli Paolo e Ignazio Florio decidono di trasferirsi con tutta la famiglia a Palermo, a quel tempo uno dei maggiori porti del Mediterraneo. Stabilirsi nel capoluogo siciliano significava entrare in contatto con una piazza vivace, ricca e piena di opportunità, soprattutto in seguito all’arrivo dei Borbone. E quest’aria di cambiamento Paolo Florio l’aveva ben intuita.

Un paese al crepuscolo

Tralummescuro è il momento di passaggio tra il giorno e la sera, tra la luce e il buio; il termine indica questo istante di incertezza. Come pregna di incertezza, in questo caso geografica, è la Pavana di Guccini, indecisa se essere Toscana o Emilia. Confine geografico (un tempo vi era la dogana tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio)  e culturale, territorio ambivalente, a cavallo tra le due regioni nel cibo e nella lingua.

Il linguaggio è parte fondamentale del libro, l’autore utilizza un registro linguistico molto particolare nel quale il dialetto locale è mescolato all’italiano colto, talvolta tecnico, in una struttura lessicale unica; qui spunta l’anima del Guccini linguista che illustra le varianti lessicali nell’arco di pochi chilometri lungo il crinale appenninico. Le spiegazioni linguistiche sono inserite all’interno di un racconto nostalgico; come per le tigelle: rammentando le occasioni in cui venivano cotte chiarisce che si tratta di una sineddoche, perché la pietanza assume il nome del recipiente in cui viene cotta.

Il mio nome è Chuck e mi lavo spesso

La mia definizione di sporco e la vostra definizione di sporco probabilmente sono molto diverse. Voi vi lavate le mani dopo aver mangiato il pollo o dopo aver fatto la cacca. Io devo lavarmele dopo aver toccato un animale, un bambino, una cassetta delle lettere, un pulsante dell’ascensore, i soldi – le monete soprattutto -, le mani degli altri, qualsiasi cibo – sale, pepe e condimenti compresi – e qualsiasi cosa io consideri «della natura» – erba, terra, legno e così via.Mi lavo le mani un botto di volte.Spesso è l’unica cosa a cui riesco a pensare.

Il sorriso di Don Giovanni. L’elegia della lettura secondo Ermanno Rea

“I buoni libri moltiplicano la tua vita“. Questa è una delle tante frasi destinate a diventare citazioni senza tempo. Ermanno Rea con il suo ultimo libro ci regala un viaggio nella bellezza delle parole. Quelle parole stampate che diventano letteratura. Entrare in un libro e diventarne uno dei personaggi. Il sogno di molti e di Adele la protagonista che ci racconta il suo amore per i libri con una straordinaria capacità di farci entrare anche… in questo libro.

Claudia De Lillo, Nina sente

Sono una fan della prima ora di Claudia De Lillo, aka Elasti, giornalista milanese che da oltre dieci anni racconta la sua vita nel blog Nonsolomamma e sui social. Perciò ho iniziato a leggere con molta aspettativa ed entusiasmo il suo romanzo “Nina sente”. Nina Forte è un’autista NCC, cioè “noleggio auto con conducente”, una sorta di taxi privato insomma. Ha ereditato la licenza dal padre e fa questo lavoro per necessità, per mantenere se stessa e il figlio adolescente. Uno dei suoi principali clienti è un istituto bancario in cui lavora Guido, caro amico di Nina, che viene coinvolto in loschi maneggi collegati con l’acquisizione della banca da parte di un gruppo cinese. Nina, mentre accompagna in giro gli alti vertici della banca che parlano liberamente come se lei fosse invisibile, viene al corrente di informazioni che non dovrebbe sentire, e che diventano molto importanti quando Guido viene trovato morto. Così quello che all’apparenza inizialmente pare un romanzo che racconta la storia di una donna separata, arrabbiata e smarrita, si trasforma in un giallo incalzante.