Podcast. Dove nasce il Funky: Roy Ayers

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Mi sarebbe molto piaciuto essere al Jazz Café di Londra il 5 dicembre scorso: c’è stata una j.session di Roy Ayers. Ahimè, alla stessa ora ero dietro la cassa della libreria a dare retta a quanti si ricordano dei libri solo in questo periodo.
Roy Ayers, artista al quale dedico questo articolo, è uno dei mostri sacri del Jazz-Funk. Ai molti, è meno conosciuto di personaggioni come Marvin Gaye, Isaac Heyes, Chuck Mangione, o come uno dei beniamini del mio due di coppia: Al Jarreau, tuttavia rimane uno dei padri fondatori del genere.

Ora è anziano, è nato nel ’40, ma da giovane è stato un uomo bellissimo; un fico da paura come dicono le teen. E’ nato e cresciuto a Los Angeles, nel South Park, culla di molti artisti jazz e più in generale di quel genere musicale che fino a poco tempo fa veniva chiamato semplicemente “black music”. A 22 anni ha fatto gruppo con il flautista Herbie Mann. Era il 1966 e per farlo abbandonò gli studi al City College. Dopo qualche anno di infruttuose attività musicali fonda, agli inizi degli anni settanta, la Roy Ayers Ubiquity e il successo arriva un paio di anni dopo con la composizione della colonna sonora di un film che ha fatto epoca allora, Coffy, con Pam Grier all’epoca icona sexy, molto amata da Q.Tarantino. Qualche volta l’hanno “passato” su Sky: come non ricordare l’infermiera/giustiziera che nel tempo libero amazzava papponi e spacciatori…

Insomma, a 39 anni il mondo conosce il suo nome; la Billboard segna nella sezione HOT Disco-Dance il singolo “Don’t stop the feeling” dall’album “No stranger to love“. Roba da saltare sui tavoli, garantito. Il direttore di BookAvenue ne sa qualcosa (è anziano pure lui…) Le collaborazioni di questo mostro sacro del Funky sono state diverse; ha collaborato con una brava cantante di nome…Whitney Houston per “Love will save the day“: dice niente?, ma ha anche sostenuto come produttore “Give me your love” di Sylvia Stiplin nome, questo, che non dice niente a nessuno: provate ad ascoltarlo su YT; chi ha più di quarant’anni lo riconoscerà subito. Ha girato il mondo e fatto ballare milioni di ragazzi dal Giappone, all’Australia, in Europa e anche in Africa. Gli anni settanta – tempio della “Fusion” devono molto a quest’uomo.

Sono passati decenni ma quelle vibrazioni e l’appetito di Ayers per la creatività, continuano. Egli rimane una figura cardine nella musica, dal post-bip-bop al jazz-funk e oltre. Il suo record del 1980, Music of Many Colours, con Fela Kuti, è stato un vero incontro di menti, e il suo lavoro con il Guru e Kerri Chandler è stato di grande ispirazione per generazioni di artisti e appasssionati. Non esagero e ha un senso se dico che lui è uno degli artisti più importanti nella storia della musica. William Farrell ha ammesso con umiltà e sincerità che questo artista è il suo principale ispiratore ed eroe musicale. Ha ricevuto il Racial Equality Lifetime Achievement Award. Dev’essere un premio importante, non sono stata troppo ad indagare ma si sa, in USA se ne inventano un sacco.

dalla collezione di casa, consiglio per gli acquisti.

Everybody loves the sunshine è una pietra miliare della musica funky e ha segnato marcatamente la Soul Music e il R&B. Un vero “classico”. Dentro ci trovate brani come “Hey, Uh, What you say come on” e “Everybody loves the sunshine“, appunto,  che valgono il costo. Potete ascoltarlo “agratis” su YouTube ma vi consiglio di comprare il cd; è grande album davvero. Non perdetelo. Vi rimando all’ascolto del brano che da il titolo all’album nel video di seguito.

Poi, Ubiquity con brani come “Love”, e “The Fuzz”, che sono assai belli. Ad ascoltarli sono molto…vintage. Ma in fondo tutta la musica degli anni ’70 lo è, non credete?
Libri su Roy Ayers, manco a dirlo,  non ce ne sono.

Per Podcast, FS


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