Quante volte avrete sentito dire che chi ha letto un libro e poi ha visto la trasposizione cinematografica ne è rimasto deluso. A me è capitato diverse volte. Sono un’appassionata lettrice di gialli dalla Christie, ai nostri Camilleri, Genisi. Cito questi autori perché si sono inventati degli investigatori nel caso della Christie, Poirot e Miss Marple, nel caso di Camilleri Montalbano che è un commissario, quanto alla Genisi ha inventato la vicequestore Lolita Lobosco. Per me leggere un giallo è rilassante e un modo di lavorare di fantasia. Leggendo si immaginano fisicamente i personaggi, ognuno a modo suo. Si pensa alla voce che hanno, a come mangiano, a come si muovono. Possono sembrare pensieri banali ma io corro con la fantasia e me li vedo con i loro volti, i loro tic. Vedo i loro pregi e difetti. Ad ogni pagina è una scoperta di chi sono. Ci si immaginano i luoghi dove vivono e lavorano, a meno che non si sia stati a Londra per tanto tempo da conoscerla benissimo nel caso di Poirot e Miss Marple. Come per la Sicilia, sebbene la Vigata di Montalbano sia una città fittizia. La Bari della Lobosco esiste ma io non la conosco. Mi immagino la Bari vecchia ampiamente descritta nel libro con il mare che fa da cornice. Mi soffermerò in particolare sui libri della Genisi di cui ho letto ultimamente “Spaghetti all’assassina” e “Uva Noir”, attualmente sto leggendo “Terrarossa”. Premetto che non avevo visto gli episodi della prima stagione, “Le indagini di Lolita Lobosco” di qualche anno fa’ trasmessi dalla RAI. Sono partita dal libro imparando a conoscere la vicequestore. Cominciamo con le copertine che sono molto belle, sulle quali c’è una bella figura femminile dai lungi capelli corvini. Porta la divisa da poliziotta e un rossetto rosso. Chi ha seguito gli episodi in Tv ha visto che la Lobosco è interpretata dalla bella e brava Luisa Ranieri. Bisognerebbe chiedere alla Genisi se immaginava la sua Lolita con il volto della Ranieri. Spesso gli attori che interpretano i personaggi di un romanzo non soddisfano gli autori, almeno all’inizio. Il libro descrive una Lolita anche in versione casalinga e cuoca. Nella fiction l’attrice è quasi sempre vestita in borghese con tacchi a spillo e in intimo quando è insieme al fidanzato di turno. Il libro è scritto bene, l’autrice usa anche il dialetto pugliese, come l’espressione “Sciàmm’” che l’attrice in TV non usa. Nel libro si racconta una donna in carriera vincente che prende gli uomini per la gola con tanto di tacchi e grembiule. Si leggono anche episodi piccanti.
L’aspetto culinario in TV soffre dei tempi cinematografici, quasi mai la vediamo alle prese con i fornelli a differenza della madre e della sorella che hanno aperto un Bed & Breakfast abusivo e cucinano giorno e notte. Ogni libro vede la risoluzione di un caso, in TV qualche settimana fa’ ho visto “Spaghetti all’assassina”, la cui riproduzione televisiva è stata piuttosto fedele la libro. L’unico elemento non fedele al libro è il personaggio di Benallal Matou di cui nel libro viene descritto l’aspetto mediorientale con questi occhi che intrigano, e il fascino che subisce la Lobosco pur non cedendo. Nell’episodio televisivo invece i due cenano insieme e finiscono a letto insieme. La particolarità dei libri della Genisi sono le ricette che ci regala nelle ultime pagine, piatti tipici pugliesi, dai primi, ai dolci e mi è già venuta fame. Qualche ricetta me la sono copiata e sto pensando di metterla in pratica. Crimini e ricette riempiono il libro dall’inizio alla fine tenendo il lettore incollato alla storia. La TV ben diversamente, ti pone passivamente davanti ai personaggi e alle loro storie, è un piatto servito, non un piatto da preparare come un libro.
Per BookAvenue, Francesca Lombardi