Lo zio d’america è malvagio

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Che gli Stati Uniti si siano trasformati in due barricate contrapposte, ora disposte a sparare l’una contro l’altra, è cosa nota visto quello che è accaduto a Portland recentemente. Donald Trump (1) ha incredibilmente sparato a zero sull’amministrazione locale senza dire una sola parola sull’accaduto.  Secondo uno studio condotto dall’università di Harvard e dalla Northeastern University, negli Stati Uniti ci sono circa 265 milioni di pistole la maggior parte nelle mani di appena il 3 per cento della popolazione. La guerra civile, le due guerre mondiali, i conflitti in Corea, Vietnam, Iraq e Afghanistan hanno ucciso  meno cittadini americani rispetto a quello delle vittime di arma da fuoco dal 1968 a oggi (2).

 

Il clima avvelenato nel paese è solo uno dei temi della tempestiva pubblicazione delle memorie di Mary Trump nipote del presidente degli Stati Uniti. E’ il singolare racconto sulla sua storia familiare, dei crimini, degli abusi, delle perdite e il dolore causato da suo zio alla famiglia. Il titolo del libro chiarisce fin dalla copertina il contenuto delle pagine: Too Much and Never Enough: How My Family Created the World’s Most Dangerous Man.(3) Nonostante il vano tentativo di impedirne l’uscita il libro è sui banchi delle librerie americane da qualche settimana.

L’autrice ha parlato dell’attuale inquilino della Casa Bianca, in occasione del lancio del libro dicendo: “È assolutamente  incapace di guidare questo paese ed è pericoloso permettergli di farlo … sulla base di quello che ho visto in tutta la mia vita. Se gli fosse concesso un secondo mandato, sarebbe la fine della democrazia americana”(4).  Pochi libri diventano un fenomeno culturale istantaneo; questa biografia è una lettura obbligata per chiunque cerchi di comprendere la singolare dinamica familiare che ha prodotto l’uomo più potente al mondo oggi. E’ un libro su un uomo che ha usato il reality show basato sul suo ego e sul suo esagerato successo aziendale costruito sul filo dell’illegalità per diventare noto a decine di milioni di americani prima di entrare sul surreale palcoscenico di una campagna presidenziale.

Troppo e mai abbastanza, come la mia famiglia etc., non dovrebbe avere questa enorme influenza sulla consapevolezza delle persone ma dato che molti elettori credono che questa sia l’elezione più rilevante a memoria d’uomo, il libro di Mary Trump non poteva essere pubblicato in un momento più opportuno.

Certo, le pubblicazioni sull’impiegato all’ufficio pubblico più importante al mondo, non mancano. Quelli come il magistrale Fear di Bob Woodward, lo storico giornalista che fece saltare Nixon con il caso Watergate,  il superbo racconto di Phil Rucker e Carol Leonnig, A Very Stable Genius e quello di Michael Wolff, Fire and Fury, quest’ultimo molto famoso anche in Italia. Questi libri hanno esaminato il presidente americano e il suo lavoro d’ufficio con enorme competenza ma dall’esterno; nel libro di Mary Trump lo sguardo è tutto interno: descrive il qui e ora, ecco cosa ha fatto, ecco cosa è successo dietro le quinte, ecco le conseguenze. Il mondo deve sapere.

Le storie, a tratti scioccanti, sono tutte vere. Come suo nonno, Fred, abbia sviluppato la sua attività, dato benessere alla sua famiglia, e plasmato in particolare il giovane Donald, nel corso di decenni di pugno di ferro, abuso, dominio, avidità e spietatezza. È un racconto assai doloroso. E’ una storia di controllo e punizioni inflitti da suo nonno alla sua famiglia, piene di citazioni e ricostruzioni di episodi intimi che abbracciano decenni.  Quello di nonno Fred non è mai stato amore; non ne ha avuto per nessuno se non per i suoi affari.  La storia di Mary Trump mostra la distruzione da parte di suo nonno e favorita dallo Zio, di suo padre, Fred Jr, che non riusciva a sfuggire alla presa dei due soccombendo alla depressione e all’alcolismo. Morì distrutto in solitudine e povertà esistenziale con Mary, suo fratello e sua madre quasi diseredati. Decenni dopo, confessa Mary Trump nel libro, si vendicò scaricando 40.000 pagine di documenti fiscali della famiglia Trump sul New York Times (5).

In un’intervista pubblicata dallo Spiegel, Mary Trump chiarisce il suo disprezzo; dice: “La combinazione delle sue patologie e della sua posizione è estremamente pericolosa. In un certo senso, si potrebbe dire che qualsiasi americano nella sua posizione è potenzialmente la persona più pericolosa del pianeta. “Mio Zio, non ha la capacità intellettuale o il controllo sui suoi impulsi di cui fidarsi” e aggiunge l’ironia della storia: il suo bisnonno Friedrich Trump è morto per l’influenza spagnola del 1918 (6).

 

“Secondo Mary, il presidente degli Stati Uniti è un imbroglione: non gli importa del Paese, solo di se stesso”.

 

Ai grandi della terra interesserà conoscere questo studio psicologico del leader del mondo libero. A questo proposito Mary Trump scrive: “i suoi difetti di personalità lo rendono molto vulnerabile alla manipolazione da parte di uomini più intelligenti e potenti”. Dice ancora: “…così come ha paura che gli altri scoprano la sua vera identità e, peggio, che non è un legittimo presidente. Nell’Ufficio Ovale è sempre seduto, con i suoi tirapiedi in attesa di ordini; la sua rabbia e la sua paura di essere distrutto; come se la cava in tutte le situazioni nonostante il suo dilettantismo”. L’autrice non risparmia le sue critiche anche a proposito dell’attuale malattia del pianeta; aggiunge: “Mentre migliaia di americani muoiono da soli a causa di COVID-19 per l’incapacità con cui la sua amministrazione ha affrontato la pandemia, il presidente degli Stati Uniti reclamizza i guadagni del mercato azionario”. Secondo Mary, il presidente degli Stati Uniti è un imbroglione: non gli interessa il Paese ma solo di se stesso. E’ impegnato in un lavoro di distrazione di massa per coprire le atrocità commesse ogni settimana.

Ancora. Ad un certo punto l’autrice ricorda con dolore: “Mentre mio padre giaceva morente da solo, Lo Zio è andato al cinema. Se può in qualche modo trarre profitto dalla tua morte, la faciliterà e poi ignorerà che sei morto … Il semplice fatto è che Lo Zio è fondamentalmente incapace di riconoscere la sofferenza degli altri. Riconoscere le vittime del COVID-19 significherebbe associarsi alla loro debolezza, una caratteristica che suo padre (Fred senior, ndr.) gli ha insegnato a disprezzare … Per Lo Zio non c’è valore nell’empatia, nessun vantaggio tangibile nel soddisfare le altre persone”, scrive.

Finisco con un paio di note. A leggere i quotidiani americani divisi in due fazioni belligeranti come mai accaduto prima, ogni indicazione a oggi è che l’elettorato americano sta esprimendo un giudizio decisivo sul presidente, sul suo lavoro all’ala ovest e se merita un secondo mandato.  Oltre il 70% degli americani crede che il paese sia sulla strada sbagliata. Molti desiderano un paese più unito ma Lo Zio favorisce e spinge affinché il paese sia diviso e viva nella paura perché è l’unico modo in cui sa sopravvivere; “Mio nonno lo assicurava … quando metteva i suoi figli l’uno contro l’altro”, scrive Mary Trump.

Il mondo intellettuale non guarda dall’altra parte. Una vera chiamata all’appello degli intellettuali contro la rielezione dell’attuale presidente americano è stata lanciata da Paul Auster, sua moglie Siri Hustvedt e alcune decine di altri firmatari (7).  E’ una voce debole; le dirette Instagram sono andate quasi deserte, segno dell’inesperienza social degli autori.  Ed è una voce il cui grido giunge quasi in ritardo visto l’avvicinarsi dell’evento delle prossime elezioni in novembre.  Spero, in tutta onestà, che il mondo e soprattutto gli americani li ascoltino. Altro che premio Nobel.

 

 

Per BookAvenue, Michele Genchi

 

 

Fonti:

1.      (Nda). E’ la sola volta che in quest’ articolo nomino il presidente degli Stati Uniti.  Dopo, ho usato i sostantivi, Zio Lo Zio.

2.      da Lifegate: https://www.lifegate.it/armi-da-fuoco-stati-uniti-dopo-las-vegas

3.      da repubblica https://www.repubblica.it/esteri/2020/08/30/news/usa_un_morto_a_portland_scontri_nelle_strade-265809948/

4.      Pubblicato il 14 luglio 2020 da Simon & Schuster . Secondo la nota di M.Trump all’inizio del libro, tutti i resoconti nel libro provengono dalla sua memoria o da conversazioni registrate con familiari, amici e altri. Altre fonti sono documenti legali, finanziari e familiari e corrispondenza e-mail, nonché l’ articolo investigativo del New York Times fatto da David Barstow, Susanne Craig e Russ Buettner. Il libro descrive in dettaglio come (l’Autrice) fosse la fonte anonima che ha rivelato al New York Times le dichiarazioni dei redditi della famiglia Trump ; la segnalazione ha vinto il Premio Pulitzer 2019 . Una battaglia legale sulla possibilità di pubblicare il libro fu intrapresa dagli avvocati di Donald Trump a New York, ma un giudice d’appello che ha consentito all’editore Simon & Schuster di pubblicare il libro. Il libro ha venduto quasi un milione di copie il primo giorno di vendite. https://en.wikipedia.org/wiki/Mary_L._Trump

5.      Sean Neumann per People. https://people.com/politics/donald-trump-says-his-niece-marys-tell-all-book-about-their-family-is-stupid-and-vicious/

6.      Marc Pitzke sullo Spiegel  https://www.spiegel.de/international/mary-trump-people-are-dying-alone-because-of-donald-s-failure-to-lead-a-1c0aac8f-29ef-488f-8b65-cfc41b7f1b17?fbclid=IwAR1DVeKBtQKIcMXdg-mM-iJm1Ljm9xQo6C6S0sxl_RnZWGk3LQaqvauMKDs

7.      Scrivere, è un atto politico. Si tratta di: www.writersagainsttrump.org che prova a connettersi e a stimolare il dibattito sul ruolo degli intellettuali in questo difficile momento della storia USA e quanti avversano il presidente principalmente attraverso Instagram: @writersagainsttrump

 

Altre interessanti letture le trovate a questi link:

https://www.psychologytoday.com/us/blog/mind-in-the-machine/201712/analysis-trump-supporters-has-identified-5-key-traits?page=1

https://democracyjournal.org/arguments/who-are-trumps-supporters/

https://www.nytimes.com/2020/07/01/upshot/poll-trump-defectors-2020-election.html

https://fordhaminstitute.org/national/commentary/miseducation-donald-trump-voters

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