Il viaggiatore

©marinaandruccioli
   Tempo di lettura: 6 minuti

Il mio rapporto con il tempo che passa, è presto detto con un sostantivo: autoironia. Questo episodio, credo, chiarisca appieno che tra i compiti inalienabili di una brava mamma, oltre alla lettura, c’è sicuramente il fornire una buona filmografia di riferimento alla giovane prole; quindi un pomeriggio ho portato la mia piccola figlia in biblioteca per vedere un vecchio film. Allunghiamo le tessere alla giovane bibliotecaria, le indichiamo il film un pochino datato che vorremmo vedere, e attendiamo. Tornano in due con una cassetta VHS e una delle due ragazzine (che stanno facendo lo stage suppongo) prende la cassetta VHS la ruota, la guarda, tenta di aprirla sollevando l’aletta mobile e poi chiede sconsolata all’altra “Ma tu lo sai come si fa?”. Finisce che per toglierle d’impaccio faccio io, sentendomi molto, molto stagionata…

Ho compreso come non mai, in quel frangente, che il tempo passa per tutti, anche per me, ma ho fatto mio il concetto che se non posso fermarlo, il tempo, almeno posso arricchirlo: di esperienze, di emozioni, di rievocazioni e di tanto altro. Certo, possiamo dare corpo al passato con i ricordi, rivivere le stesse emozioni di un evento di alcuni anni fa tramite le foto o come ho fatto io, rivedendo i vecchi film; anche la musica è una agevole porta temporale. E si, anche io mi sono posta la domanda: e se potessi tornare indietro nel tempo, dove mi piacerebbe andare? Certamente mi sarebbe piaciuto sedermi alla tavola rotonda di Re Artù e conoscere Mago Merlino, certamente avrei voluto passare i pennelli a Michelangelo mentre dipingeva la Sibilla Delfica e certamente avrei voluto passare un pò di tempo sdraiata di notte sotto al cielo del periodo jurassico, non per diventare la cenetta di un dinosauro ma per godermi le stelle: prima della nostra comparsa e di tutto l’inquinamento luminoso che ci portiamo appresso, il cielo notturno a quei tempi doveva essere davvero uno spettacolo da togliere il fiato.

Ma se ci finissi contro la mia volontà, nel passato? Questo è quello che accade al medico Nicola Montesano il quale si risveglia suo malgrado nel 1230 a Nicosia, con un tablet e una pistola carica. Viene accolto nella famiglia di Mondo dove protetto da una insperata amicizia deve innanzitutto cercare di essere credibile anche se indossa dei vestiti perfettamende adeguati per l’epoca nonostante abbiano l’etichetta made in China e tentare con ogni mezzo di sopravvivere grazie alla pistola, certo, che gli salverà la vita un paio di volte, ma soprattutto dovrà riuscire far buon uso di tutto il sapere che l’umanità ha accumulato nella sua evoluzione racchiuso nel Tablet.

Le atmosfere di questo libro mi ricordano quelle scritte da un maestro, Michael Crichton, nel suo romanzo Timeline, sia per la bravura dell’autore Giancarlo Messina nel portarci nella Sicilia di Federico II, sia per il ritmo incalzante degli avvenimenti cui Nicola deve far fronte e nel sorprenderci della padronanza degli usi e costumi di quei tempi antichi e, ultimo ma non di meno, della capacità di renderci partecipi della conoscenza che Nicola attinge a piene mani dai file del tablet.

Spero di avervi sedotto a sufficienza nel suggerirvi questa lettura. Tradurre l’empatia di lettrice a quello di scrivana è il mio modo di condividere con voi la sintonia suscitata da queste pagine. Il protagonista usa in modo arguto il sapere unito alla sua professione (ai giorni nostri Nicola è un medico) per aiutare i suoi nuovi amici, per salvare più volte le persone che chiedono il suo aiuto dalle malattie a quei tempi incurabili, per salvarsi (!!) dal fastidio di pidocchi e cimici e ne crea un businnes che gli permetterà di vivere agiatamente, al salvare la vita al figlio di un Barone.
Quello che mi ha colpito è la scelta etica dell’uso che ne fa il protagonista di tutta questa conoscenza, e la differenza tra l’uso che decide di farne, rispetto a quello che ne farebbe la persona che vuole impossessarsi del suo tablet e di tutto il potenziale potere che contiene… e mi fermo per non spifferare troppo.

In questo momento, adesso, anche noi siamo sottoposti alla medesima scelta etica: quello che conosciamo, tutto il nostro sapere accumulato nei giorni che abbiamo vissuto, scegliamo sempre come impiegarlo, anche se non ce ne rendiamo conto, e possiamo tenere ben pulito il nostro lato della strada, quei luoghi che percorriamo come viaggiatori del nostro tempo ed essere di supporto alle persone che il destino mette sulla nostra strada, come Mondo e come tutte le altre persone che Nicola aiuta con il suo sapere.

Guardandoci indietro, volgendo lo sguardo alle nostre esperienze passate, cosa vedremo?

per BookAvenue, Marina Andruccioli


Il libro

Giancarlo Messina,
Il viaggiatore Oltre il Velo del tempo,
Autoprodotto,
pp.486 ed.2023


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