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La sindrome di Grimilde
Molti mesi fa ho rilasciato una breve intervista al Corriere della Sera (che però è uscita adesso) a proposito degli stereotipi femminili veicolati nelle fiabe e negli altri atti narrativi rivolti all'infanzia. Ave Mary era uscito da poco e il tema della demistificazione dell'immaginario era caldo anche socialmente, sull'onda lunga di Se non ora quando e del lavoro capillare nelle scuole e sul web di Lorella Zanardo, Loredana Lipperini, Michela Marzano e decine di altre blogger, giornaliste e intellettuali impegnate sul tema. Lo spunto dell'intervista era apparentemente superficiale - l'annuncio dell'uscita di due rivisitazioni cinematografiche su Biancaneve - ma proprio per questo ho risposto volentieri.
Ripartire dalle città per superare l'anomalia italiana
Con Max Weber per la prima volta la città ed i fattori che compongono la realtà sociale urbana ricevono una sistemazione teorica attraverso la costruzione di una tipologia ideale delle città, basata sulla individuazione delle funzioni prevalenti. Punto di partenza della riflessione di Weber sull’argomento è la considerazione che la città costituisce in ogni civiltà il motore del divenire storico. Superando le teorie elaborate durante il corso dell’800 Weber giunse alla conclusione che tra le istituzioni urbane esiste una interrelazione che non consente di elaborare una teoria della città’ partendo dall’isolamento di una o più di esse. Di città hanno parlato altri studiosi agli antipodi della città cibernetica. E' difficile tornare alle origini quando la città diventa presidio del futuro, ma il senso delle cose si conserva nelle cose stesse ed in fondo la città rimane un luogo da abitare, da vivere e dal quale ripartire. L’uomo e il filosofo si sono sempre interrogati sul concetto di città e il modo di viverla. Diventare Città è un passo importante poiché le radici sono state riconosciute meritevoli di quel salto di qualità che distingue una storia locale fatta di tanti tasselli, di tanti uomini che nel tempo hanno reso migliore e "speciale" un territorio.
La camera dei cittadini
"Per troppo tempo siamo stati non dei civis ma dei meteci, dei mezzi cittadini che si limitavano a lavorare e pagare le tasse (o a evaderle), ma non sceglievamo i governanti. Ci eravamo autoesclusi dalla partecipazione poltica". Queste parole sono di Ornaghi e Parsi in una intervista del 1994 al Corriere della Sera a seguito dell'uscita del loro libro ben scritto "La virtù dei migliori".
Quasi vent'anni dopo la questione è ancora attuale. Nel frattempo Ornaghi è diventato Ministro di un Governo tecnico, dopo la manifesta incapacità dell'attuale "classe" politica che non rappresenta più nessuno e non ha più rappresentanti dei "cittadini" a seguito della frattura sociale provocata da anni di privilegi e arroccamenti.
L' inserimento della cultura nella strategia del Paese
" Per essere lungimiranti bisognerebbe immaginare e favorire un'emulsione di praticità e sapienza capaci di sollevarci dalla decadenza e di condurci all'oraziana aurea mediocritas . La Costituzione pone cultura, ricercae patrimonio paesaggistico, storico e artistico fra le priorità della vita patria e pertanto al di sopra di ogni altro fare. Eppure i ministeri che curano ambiente, patrimonio culturale e turismo sono sempre stati in coda agli altri e fra i più colpiti dai tagli, mentre permangono i privilegi della casta, la grandeur di 131 caccia bombardieri ultracari e i privilegi tributari della Chiesa. Quale trasversale contraddizione! "
Ultime notizie dal sud
Prendo spunto dal titolo dell'ultimo libro di Luis Sepùlveda per capire che vento tira verso il Meridione "di quel Sud che è la nostra forza e la nostra memoria. Di quel Sud a cui ci aggrappiamo con tutto il nostro amore e con tutta la nostra rabbia" parafrasando lo scrittore cileno.Dobbiamo agire, per dirla con parole prese in prestito da Ilvo Diamanti, affincé la storia – prossima e recente – non si ripeta. Uguale a se stessa. Conoscere e rileggere la nostra storia serve. Per riscriverla diversamente. Per impedire che il futuro riproduca il passato di cui vorremmo liberarci.
Il patrimonio intellettuale di Edmondo Berselli
E' stato presentato martedì 13 dicembre 2011 a Modena il comitato “Amici di Edmondo Berselli”, promosso da un nutrito numero di amici dell’intellettuale modenese scomparso prematuramente nell’aprile del 2010. la nobile finalità dell' associazione è quello di riuscire a realizzare, nel giro di pochi mesi, una attività che abbia come fine quello di favorire “la diffusione della conoscenza del pensiero, dell’opera e più in generale del vasto patrimonio intellettuale di Berselli”. Le ultime parole scritte dall’impareggiabile Edmondo Berselli, parlando di Economia Giusta, sono queste: “Dovremo adattarci ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. Essere più poveri. Ecco la parola maledetta: povertà. Ma dovremo farci l'abitudine. Se il mondo occidentale andrà più piano, anche noi tutti dovremo rallentare.
Proviamoci con un po' di storia alle spalle, con un po' di intelligenza di umanità davanti.” Eddy, come ci piace chiamarlo, è stato una forza naturale (e ancora lo è e lo sarà), come l’acqua o il vento che permette ad un Mulino di produrre energia (Edmondo lavora di Mulino, avrebbe detto Brera…). Trasparente come l’acqua e intenso come il vento. Molti di noi oggi vorrebbero un suo editoriale come un faro che illumina questi tempi di un buio medievale. Soprattutto nella nuova economia sbilanciata. Che assomiglia sempre di più al pollo di Trilussa.
Parole nuove per BookAvenue. Antonio Capitano
Come si spiega la nostalgia sempre più diffusa per il vecchio secolo? Cosa è andato storto nell’agonia del Novecento e nel primo decennio del ventunesimo secolo? Siamo forse tutti orfani delle ideologie e della Guerra fredda, ma che hanno garantito cinquant’anni di pace? Siamo semplicemente tormentati dal ricordo del petrolio a 9 dollari al barile, e dei prezzi in lire, pieni di zeri, ma alla fine più convenienti? Ci spaventano di più la crisi delle banche americane, o quelle nostrane?
Ancora: siamo turbati da fenomeni più gravi e profondi che minacciano la natura stessa delle società organizzate, come l’immigrazione, l’emergere delle società d'oriente con la crescita a due cifre, la crisi economica che affrontiamo, l'Europa e altre questioni. E noi?, come ci misureremo con questo cambiamento? Come sbrogliare vecchi e nuovi nodi, uno per tutti: quello della questione morale, nei cui gangli c'è la vera sfida alla modernità del nostro Paese?
La scomparsa di Christa Wolf
La scrittrice Christa Wolf, uno dei massimi autori tedeschi, a lungo simbolo della letteratura del dissenso in Germania est, è morta a Berlino; lo riferisce Der Spiegel.
L’autrice di “Cassandra” e “Un cielo diviso” aveva 82 anni. L'annuncio è stato dato dalla casa editrice tedesca Suhrkamp Verlag Lo spiegel la ricorda come “una delle maggiori scrittrici tedesche del dopoguerra e la più importante cronista della Ddr e della spartizione tedesca”.
Nata nell’attuale Polonia, trascorre l’infanzia sotto il nazismo ma alla fine della seconda guerra mondiale si ritrova nella Germania Est. Laureata in germanistica all’università di Jena negli anni 50 sposa lo scrittore Gerhard Wolf. Dal 1962 lavora come critica letteraria presso la rivista dell’Unione degli Scrittori della DDR “Neue Deutsche Literatur”.
Una Cultura per crescere. Alla ricerca del Bene Comune
Cultura e Ricerca per perseguire il “bene comune”: è questa la politica adottata da molti Paesi e che dovrebbe sposare anche l’Italia. Per una crescita sociale, economica e culturale, che assicuri maggior benessere alle generazioni future, non si può prescindere da tale assunto…>>
Strani modi per diventare scrittore.
di Michela Murgia
Come gli altri diventino scrittori non lo so, però so dove ho imparato io.
Non è una cosa di cui parlo facilmente, perché di solito quando dico la verità i miei interlocutori già alla terza frase cominciano a pensare di aver davanti una persona strana, forse anche un po' pericolosa, e mi accorgo che smettono di prendermi sul serio. Non è bello non essere presi sul serio, così spesso preferisco inventarmi una risposta rassicurante, qualcosa tipo “scrittori si nasce”, anziché infrangere con la sincerità lo stereotipo dell'artista come membro di una razza eletta; ma la verità è molto diversa.