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Nessuno dice “per favore” e “grazie”. Il nostro modo di parlare è cambiato (in peggio)

Viviamo in una una società individualista, competitiva e poco educata, dove nessuno dice più “per cortesia” e parole come “prudenza”, “virtù”, “decenza”, “forza d’animo” e “gratitudine”, sono quasi sparite dal nostro vocabolario. Sostituite dalla prepotenza dell’io, abbondano infatti espressioni come “personalizzato”, “unico”, “posso farlo io”, “io vengo prima” e disciplina. A contarci le parole in bocca è stato Google che ha passato al setaccio un database di parole estratte da 5 milioni di libri pubblicati in tutto il mondo tra il 1500 e il 2008. Dallo studio è emerso chiaramente come alcune parole siano lentamente state dimenticate e altre si siano invece imposte nel linguaggio comune.

Il codice segreto nelle opere di Platone

Un codice matematico segreto si annida tra le opere del filosofo greco Platone. Ad annunciare la presunta scoperta è Jay Kennedy, filosofo della scienza, matematico e docente all’università di Manchester che ha raccontato al quotidiano inglese Guardian i dettagli della sua intuizione alla “Dan Brown”.
Secondo Kennedy, infatti, l’intera produzione filosofica di Platone sarebbe costruita sulla simbologia del 12. “E’ come aprire una tomba e scoprire nuove opere di Platone” spiega il matematico al quotidiano inglese. Alla luce della sua analisi, infatti, Platone emergerebbe come un filosofo “pitagorico” consapevole della struttura numerica dell’universo.

Compagni di Camera. La solitudine del parlamentare

“Teresa, per favore, mi porti una lente d’ingrandimento!”. Quanto può diventare piccolo un giornalista di peso, lui calcola 120 chili, che si mette in politica? Può diventare piccolo, trasparente, anzi invisibile.  Giancarlo Mazzuca nel suo ultimo libro ‘Compagni di Camera’, Minerva Edizioni, scrive che nella legislatura appena conclusa, vissuta da parlamentare del Pdl, si è sentito “un niente, come dimostra la foto della retrocopertina: un emiciclo vuoto con un unico omino, lassù, in alto. Completamente solo. Quell’omino sono io”.

Luzzatto sul partigiano Levi vuole solo “épater les bourgeois”

Il libro di Sergio Luzzatto sul partigiano Primo Levi e l’uccisione da parte della sua banda di due compagni, è diventato un cold case: dalla lettera alla Stampa dei parenti di una delle vittime i motivi dell’omicidio sembrano diversi da quelli ipotizzati dall’autore di Partigia. Pretendere di capire attraverso l’esperienza individuale di Primo Levi la “zona grigia” della Resistenza o “guerra civile” del ’43-’45 è un’impresa bizzarra per uno storico. Il fuoco amico è frequente in guerra e, quindi anche in formazioni armate politicamente e culturalmente eterogenee, in qualsiasi tempo e luogo. Nelle bande partigiane vi furono conflitti di ogni tipo, rese dei conti, omicidi, etc., e concentrare tutta l’attenzione su Primo Levi per spiegare questi fenomeni è piuttosto singolare.

Il Dan Brown di casa nostra

“Il libro segreto di Dante” è un bestseller che prende le mosse dal più famoso bestseller della storia della letteratura, “La Divina Commedia“. L’autore è un professore di liceo, Francesco Fioretti, 53 anni. Abruzzese di origini siciliane, Fioretti si è laureato in lettere a Firenze, ha preso un dottorato in studi danteschi all’università tedesca di Eichstatt, ha insegnato a Bergamo e poi a Fano.Da qualche anno Fioretti aveva un libro nel cassetto e una domanda: “Riuscirò mai a diventare uno scrittore?” La risposta è stata “sì”. Il libro, pubblicato nel 2011 da Newton Compton, è arrivato a vendere 300 mila copie, è stato ristampato in 31 edizioni, i diritti venduti in Spagna, Serbia, Corea, Russia, Brasile, Polonia, Olanda.

Walter Siti ha vinto il Premio Strega 2013

E’ il premio letterario più ambito da editori e scrittori e il perché è facile da capire: il libro che vince lo Strega ha un’impennata nelle vendite, almeno 100mila copie in più, calcolano gli esperti del settore.
Il Toto-Strega di questi giorni ha dato sempre per favorito Walter Siti e i pronostici hanno avuto ragione confermando l’Autore, nella serata di Villa Giulia, vincitore con 165 voti (quasi il doppio del secondo arrivato).>>

Il linguaggio gestuale degli italiani: dal “tutorial” del NY Times ai vasi greci

“Le mani: sono immobili a Londra, si muovono a Parigi, si agitano vorticosamente a Roma, dove sono le eliche del pensiero”: lo scriveva oltre mezzo secolo fa l’umorista francese Pierre Daninos. Che gli italiani gesticolino non è una notizia: è uno stereotipo, un luogo comune, ma uno di quei luoghi comuni verissimi. Per noi è così naturale e scontato da trovare quasi ridicolo che il New York Times ci dedichi un articolo. Ma il pezzo scritto da Rachel Donadio (cognome che tradisce le origini italiane) è divertente, ragionato e – per i non italiani – anche molto utile, visto che è accompagnato da video e foto che illustrano il significato di gesti per noi molto familiari. >>