Le stelle hanno sempre avuto su di me un fascino ed una attrazione profondi. Dalle notti d’inverno passate al freddo con un sestante regalatomi dalla mia mamma per il mio tredicesimo compleanno, ad una delle più belle notti d’agosto mai vissute in compagnia di amici in riva al mare a contare le stelle cadenti, fino al lungo sospiro di guarigione quando sono tornata a vedere le stelle. Dopo la mia notte più buia: quella dell’anima.
Le stelle, erano sempre lì. Mi aspettavano.
Ho voluto che fossero protagoniste, legate ad filo doppio con me e mia figlia per un suo compleanno.
Quindi. Metti una mamma che vuol fare una sorpresa ad una undicenne, metti una mamma che vuole indicare la strada della meraviglia, della bellezza, del rispetto per questa vita a quella figlia che in tutti questi anni, sommando sorprese, ha imparato a spalancare gli occhi e a sorridere di felicità.
Vederla mai paga di percorrere quella strada, è un regalo.
Ancora. Metti una sera d’estate e un cielo pieno pieno di stelle. Metti un desiderio coccolato per ben tre anni da questa mamma di trovare posto in quel… posto e metti che finalmente in un giugno che sembra ieri ma sono passati anni, ci riesce! Metti un letto in una magica bolla trasparente con vista stelle, frulla tutto con amore e… rendilo realtà!
Dormire letteralmente sotto un tetto di stelle… Ma sto correndo troppo: riparto dal principio.
Anni fa, mi sono promessa che avrei riempito il cassetto dei ricordi di mia figlia di tanti compleanni speciali. Mi spiego. Per speciali non intendo affatto feste costose o regali da mille e una notte.
Per speciali intendo porre l’attenzione ai sentieri meno battuti delle nostre vite laddove, tra cespugli immaginari incontriamo luoghi e persone incantevoli, capaci di fare vibrare le anime di ognuno.
Con questo obiettivo in mente, dicevo, nell’agosto di sei anni fa, ho letto una recensione su di un B&B davvero singolare: prometteva a chi volesse fare questa esperienza, di dormire in uno speciale letto sotto le stelle.
Chiamai di corsa e, manco a dirlo, non c’era posto.
Così l’anno dopo a inizio estate; riprovai e, di nuovo, niente da fare. Le stelle erano prenotate per l’intera stagione. Sigh!
Su suggerimento di Sonia, che cura insieme alla famiglia “La casa dei nonni” a Monteleone di Fermo, nel gennaio successivo inviai una mail e finalmente, – finalmente! -, la sorpresa per mia figlia poteva diventare vera. Con l’aiuto di Sonia scelsi una data che ci permettesse di godere del cielo stellato e con la luna al suo quarto, in modo che si potesse osservarla senza che la sua luce ci desse troppo fastidio.
A proposito dei luoghi dell’anima. Eh!, si. In questo luogo immerso nella verde campagna marchigiana, oltre che a godere di quel panorama così unico e di quella natura così viva e lussureggiante, fummo premiate dalle sue notti, coccolate da un cielo magnifico: scuro e illuminato insieme. Lontano dall’inquinamento luminoso delle città lontane.
I padroni di casa hanno pensato di costruire, poco distante dal casale che accoglie gli ospiti, una “bolla” che ospita al suo interno un letto da dove godersi il cielo stellato.
Così, con la gioia con cui accogliemmo il 25 giugno, giorno tanto atteso, ci mettemmo in macchina direzione Ancona. Da Fermo, piegammo verso l’interno fino a raggiungere Monteleone.
Il casale è bellissimo. Si vede tutto l’amore nella bellezza con cui lo hanno rinnovato.
A sera, Luigi, il marito di Sonia, sistema un telescopio per poter osservare la luna, ci fa mettere comode e con una tisana lo ascoltiamo mentre inizia a raccontarci il cielo.
Ed ecco che il cielo diventa altro. Protagonista di leggende il cui racconto chiama a raccolta i suoi punti luminosi. Non più un indistinto insieme sia pure di bellezza lucente, ma che prende forme diverse da luci di inizio e fine dove linee immaginarie disegnano bizzarrie celesti.
Costellazione dopo costellazione, Luigi narra di miti greci e leggende. Ercole e il drago che difende le mele d’oro delle tre Esperidi. Inizia un viaggio che, da qui, dà nome alle stelle e prende sottobraccio le leggende di un tempo remoto ma che ogni notte si srotola sulla volta celeste. Chi lo ascolta si ritrova a bocca aperta; con gli occhi sognanti di un bimbo assorto nella favola. Vorresti, come quel bimbo, che l’incantesimo non finisca mai.
Dopo aver sognato con le spiegazioni di Luigi, l’incanto prosegue potendo dormire in un letto sotto il cielo con vista di stelle, cercando di riconoscere le figure mitologiche appena raccontate. Riuscire ad addormentarsi non è facile.
Ancora adesso, vi assicuro, è una esperienza difficile da dimenticare. Aspetto di rivedere l’alba che ci venne incontro dopo quella notte. Non l’ho più incontrata.
Anche questa avventura è finita. Ogni tanto riapriamo il nostro cassetto dei ricordi quando abbiamo voglia di sognare di nuovo. La via lattea, i bellissimi Giove e Saturno che abbiamo visto attraverso il telescopio. Nelle orecchie la voce del nostro astrofilo che ci racconta la storia delle costellazioni con i loro miti: Teseo, il carro maggiore, la costellazione del drago, Cassiopea, Andromeda…
Io guardo soprattutto il viso di mia figlia perché, se è magnifico osservare i fuochi artificiali, è altrettanto bello la meraviglia sui visi di chi li guarda.
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Per BookAvenue, Marina Andruccioli