Insomma, Patrick Modiano si è gudagnato il Nobel per la sua eterna ricerca sull’occupazione nazista e il peso che la dittatura ha avuto sulla società civile francese di allora. L’accademia, mi ripeto nella citazione, ha detto: “Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferabili e scoperto la vita durante l’occupazione (nazista).>>
Lo scrittore ha 69 anni e ha al suo attivo il più prestigioso dei premi letterari d’oltralpe: il Goncourt, vinto nel ’78 (non ricordo con cosa:lo cerco e poi ve lo dico, sempre che v’interessi l’argomento). E’ nato nei sobborghi di Parigi appena dopo la fine della seconda guerra (ha solo 9 anni più di me: questo dovrebbe ricordarvi che sono anche’io figlio del secolo scorso, ragione per cui, chiedo più propensione da parte vostra a tollerarmi). Suo padre era un italiano di origini ebraiche; incontrò la bella attrice belga durante l’occupazione di Parigi che divenne ben presto sua moglie.
Ebraismo, occupazione nazista e perdita di identità sono i temi ricorrenti dei suoi romanzi e che comprendono, tra l’altri, Place d’Etolie (1968) e salutato a suo tempo, proprio in Germania, come un lavoro a “chiave di volta” – come dire che “regge” il resto – nell’opera di divulgazione e conoscenza dell’Olocausto. Vi risparmio la battuta su Roth fin troppo facile da fare, dal momento che il mio autore più amato ha speso la sua esistenza sugli stessi temi (tranne l’olocausto in senso lato), ma con un’autoironia e forza evocativa senza eguali.
Modiano (che pare si legga con l’accento sulla o) ha pubblicato oltre una quarantina di libri molti dei quali, come noto, sono stati tradotti in Italia principalmente da Einaudi ma si contano anche diverse traduzioni per Guanda con Dora Bruder, e le edizioni Lantana che hanno tradotto alcune sue opere: Fiori in Rovina e Riduzione di pena, sono tra di questi. L’elenco completo potete leggerlo su un qualsiasi sito ecommerce di libri. Il caffè della giovinezza perduta e L’orizzonte sono, forse, i libri più famosi in italiano e sono stati pubblicati della casa editrice torinese.
Durante l’intervista immediatamente dopo l’annuncio, il segretario dell’Accademia Peter Englund ha detto, tra le altre cose, che i libri di Modiano “sono l’eco l’uno dell’altro, proprio per i temi ricorrenti della memoria e dell’identità, e che rendono il lavoro dell’Autore abbastanza unico. Si potrebbe dire, ha aggiunto, che è una sorta di Marcel Proust del nostro tempo. La sua lingua non è complicata in quanto tale, ma le composizioni sono tutte abbastanza raffinate” (detto in italiano: la lettura potrebbe risultare un pò… pesante). “Poichè Modiano non scrive libri lunghi (tutti non superano le 150 pagine) si potrebbe leggere uno a pranzo e l’altro a cena”. Che altro? Un digestivo?
L’Autore ritirerà il premio il 10 Dicembre unitamente al congruo assegno che la Svezia mette a disposizione dei vincitori. La data si riferisce all’anniversario della morte di Alfred Nobel fondatore, nel 1896, del premio che lo ha reso immortale. Lui che grazie alla sua scoperta della dinamite rese più rapidamente mortali tutti gli altri della nostra specie.