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Martin Pollak, Il morto nel Bunker. Indagine su mio padre

Come e perché si diventa nazisti?
E’ questa la domanda che si pone Martin Pollack riferendosi alla famiglia paterna. La risposta si trova nella sua indagine. Indagine che ora Keller ha il merito di ripubblicare.
Con una ricerca che si avvale degli strumenti dello storico e di una scrittura brillante, Pollack compie un viaggio alle radici della dissoluzione dell’impero Asburgico e della nascita del nazismo.

foto autore

Un de profundis contemporaneo

foto autoreL’autrice.
Fiona Maazel è nata nel 1975. Nel 2005 ha vinto il Lannan Foundation fiction fellow. Vive a Brooklyn NY. Questo, è il suo romanzo di esordio.

Il Libro.
Come per il titolo di Oscar Wilde per la sua memoria di disonore e imprigionamento, così nella estensione contemporanea per una disperazione equivalente, “Last last chance”(ultima ultima probabilità) avrebbe potuto pure essere intitolato allo stesso modo.
Salto al primo capitolo. Il romanzo di debutto di Fiona Maazel tenta una visione apocalittica e raddoppiata dei nostri periodi (americani). La relativa funzione esterna è simbolizzata da un virus tipo Ebola- la peste- sparsa dai terroristi che la rubano da un laboratorio di governo.

Eduard Limonov. Dove i destini reali e quelli fantastici s’incrociano

Limonov, chi era costui? Un poeta, un dissidente, un bolscevico, un personaggio di Solzhenicyn, un bandito, un attore, un cantante rock, un campione di scacchi? No, è il protagonista di un libro. Turghenev, Tolstoj, Dostoevskij? No, no. Ma si può arrestare un personaggio di fiction? Difficile. Eppure.

Chi si ricorderebbe di Eduard Limonov se non fosse uscito il libro di Emmanuel Carrère? Eppure il vecchio Limonov è tuttora lì, in carne e ossa, dentro la sua storia e la storia della Russia eterna, imperscrutabile enigma circondata dal mistero, inenarrabile crogiuolo di storie e di dolori, inarrestabile flusso romanzesco.

Oltre il fuoco

“Uno scrittore argentino che insegna l’arte di narrare.
La crepa abissale che a volte si apre tra gli esseri umani e l’amore come ponte
sono i motivi ricorrenti di un’opera di grande spessore”.

Beatriz Vignoli

 

Prima di perdere se stesso, un uomo aveva un nome. Oggi, si fa chiamare Pessoa.

Ancora bambino, sta schierando i suoi soldatini attorno al gigante di ferro, quando il gigante parcheggia l’auto davanti a casa e spara due colpi di pistola. Il bambino – che un giorno diventerà l’uomo – “smette di parlare con Dio”. Anni dopo, da ragazzo, si ritrova coinvolto in un crimine tremendo e per questo passa diciassette mesi in un carcere minorile.

Elizabeth Strout, Resta con me

È l’inverno del 1959. Al giovane reverendo Tyler Caskey è stata da poco affidata la parrocchia di West Annett, una cittadina del New England settentrionale. Tyler vi si è trasferito con la moglie Lauren e la più grande delle loro due bambine, Katherine. La comunità è incantata dal nuovo pastore, colto e appassionato, mentre Lauren è l’emblema di un’America un po’ troppo distante: solare, florida e capitalista. Eppure, è già passato un anno dalla morte improvvisa di Lauren e la panca in terza fila è ancora vuota. In fondo, “quella donna era stata bella”. Gli ingranaggi del destino si mettono in moto…{jcomments on}

 

Colson Whitehead, I ragazzi della Nickel

L’ultima parte del romanzo ti cattura, acceleri nella lettura; vuoi capire come Elwood sia riuscito ad andarsene e, pur non trattandosi di un giallo, la curiosità cresce.

Poi leggi quel paragrafo e ti fermi, sei sicuro di aver letto male -è già capitato- torni indietro e rileggi; ti rendi conto di aver letto bene, per sicurezza leggi per la terza volta le righe chiave. Non ti sei sbagliato, allora ti fermi e ti chiedi come sia possibile; ma basta continuare la lettura perché l’arcano sia svelato. Tutto torna a posto, ma il racconto prende un’altra piega, in parte cambia prospettiva. Ma ormai sei alla fine del romanzo, un racconto con il finale aperto: spetta a te, lettore, dopo che avrai chiuso il libro, scrivere la conclusione nella tua immaginazione tra le due ipotizzate dall’autore.

E adesso che hai chiuso il libro osserverai la copertina e vedrai quello che prima non avevi visto, perché è una splendida sintesi iconografica della narrazione.

Mai avuto famiglia

Una famiglia, una casa. Tranquillità, serenità, ordine… E poi un incendio terribile e tutto di colpo finisce, si dissolve, quasi non fosse mai esistito prima. Quasi.
“Mai avuto una famiglia” è un libro sul senso di colpa di chi sopravvive ed è una meditazione per sopportare l’insopportabile.

“Vuole andare. Infilarsi nella Subaru familiare e scivolare lungo queste contorte, dissestate strade di campagna fino a trovarne una grande, puntare a ovest e via. Vuole continuare ad andare più a lungo e più lontano che può senza passaporto, dato che quello che aveva non esiste più […]”>>

copertina

Il ritorno di Telemaco

copertinaPrendete Sunset Park, staccate la copertina (se vi riesce di farlo) e incollate le pagine in coda a Follie di Brooklyn.  Lo avete fatto? Bene: andate all’inizio dei due libri, che sono diventati uno solo, e cominciate a leggere.
Mi sembra che Paul Auster abbia voluto scrivere una elegia alla città di NY, dove abita, attraverso due storie verosimilmente uguali sotto il profilo della tensione emotiva, dei luoghi e dei meccanismi psicologici che stanno nella scatola nera dei personaggi.

Il cuore inglese sulla graticola della Brexit

Per quanto mi sia fatto tre risate (di cui una grassa), cosa per me rara,  non me la sento certo di dire che il libro si possa definire allegro. Non lo è, anzi molte pagine sono impregnate di amarezza, l’amarezza della sconfitta. Non solo l’insuccesso al referendum, ma la sconfitta di un modo di pensare e di un’idea di società. Ma nonostante questo Middle England di Jonathan Coe è decisamente di gradevole lettura e merita di essere  letto.