L’empatia è guardare dal punto di vista di un’altra persona: significa riconoscere, comprendere e condividere pensieri dell’altro. Sembra un sentimento in declino perché guardare solo se stessi mina il modo compassionevole con cui esercitare l’alterità.
Marina Andruccioli trae spunto dal libro di David Levithan per sollecitarci ancora una volta a riflettere.
narrativa straniera
Più umano dell’umano.
Un grande romanzo di Ian McEwn la cui distopia visionaria del racconto già ambisce al classico e lo mette al pari dei grandi romanzi che hanno saputo guardare avanti come: Zero K di De Lillo, il bellissimo l’Uomo bicentenario di Asimov, Gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip Dick o L’amore al tempo dei morti di Silverberg.
Non senza l’immancabile tagliente ironia del più grande scrittore inglese.
La lingua nativa delle donne e il tessuto del mondo
Ambientato nel ventiduesimo secolo dopo l’abolizione del XIX emendamento, si racconta di un mondo in cui alle donne sono ancora una volta negati i diritti civili. La popolazione dipende dai Linguisti, famiglie i cui infanti sono allevati per diventare interpreti di tutte le lingue umanoidi della galassia e permettere il commercio interplanetario, fonte di ricchezza.
Silvia Belcastro per il romanzo di Suzette Haden Elgin.
Meglio il libro o la TV?
E’ meglio la tv o leggersi il libro? Indagini e cucina, hanno tradizionalmente intrattenuto gli spettatori. Ma è poi così vero? Non sempre lo sceneggiato crea legami con il lettore che, invece, continua a preferire il libro e preparare le ricette direttamente dall’autore.
Pepe Carvallo insegna, dopotutto.
Ne parla Francesca Lombardi che con questo articolo inizia la sua collaborazione con BookAvenue.
Terra di nessuno (piena di zinco)
(ndr) per farsi una idea delle superfici: Stato del Vaticano:0,44 KM2, Moresnet:3,4 KM2, Repubblica di San Marino:61,2 KM2
1815. Congresso di Vienna. Si devono ritracciare i confini dopo che è passato il tornado napoleonico. C’è fretta. Le cartine non sono precisissime e forse il pennarello ha la punta grossa. Non si sa, perché quei documenti sono spariti nel nulla. Alla cartina sono collegati alcuni articoli del trattato per definire meglio le spartizioni, perché tutti cercano di avere il massimo e arraffare qualche territorio in più. Qualora ci fossero dubbi se ne occuperanno delle commissioni bilaterali per tracciare i confini con più precisione ed evitare che alcune case vengano tagliate a metà dalla linea di confine.
Alice Munro è precisa, dà i nomi alle cose
ndr. è del tutto evidente che il nuovo libro di Alice Munro sia molto piaciuto da queste parti!. L’articolo di Marco Crestani segue quello di Silvia Belcastro pubblicato su queste pagine i giorni scorsi.
“Un tempo sognavo spesso mia madre, e sebbene i particolari variassero di volta in volta, la sorpresa era sempre la stessa. Il sogno si interrompeva perché era troppo palese la speranza, troppo scontato il perdono, credo. Nel sogno avevo la mia vera età e facevo la mia vera vita, ma scoprivo che mia madre era ancora viva. (In realtà, è morta quando io avevo poco più di vent’anni e lei poco più di cinquanta).>>
Una crudele idea di ordine
Lulu Miller, autrice del libro “ I pesci non esistono” oggetto delle righe che seguono, ha lottato con la depressione per molto tempo; ho letto notizie di un tentativo di suicidio: sono vere. Suo padre, biochimico e scienziato a modo suo, le ha insegnato che le vite umane sono, nel grande schema delle cose, roba insignificante. La ricerca di una risposta alternativa a quella di suo padre l’ha segnata per tutta la vita, facendo della ricerca e della divulgazione scientifica lo scopo della sua esistenza.
Urla dal silenzio
Come sanno bene i lettori di BookAvenue, in diverse occasioni abbiamo ospitato più di una recensione per lo stesso libro; il libro del premio Pulitzer 2020 Colson Whitehead già segnalato da Davide Zotto non fa, dunque, eccezione alcuna. Silvia Belcastro offre una ulteriore chiave di lettura.
Ricordi di una educazione cattolica
Sopporto male gli autori che danno alle stampe le loro memorie. Ci vuole un ego ipertrofico oltre ogni dire per pensare che la propria esistenza sia così interessante da meritare di permanere a dispetto degli alberi sacrificati a immortalarla. Alle memorie di Mary McCarthy si aggiunge l’aggravante della sua scintillante impudenza: è un’intelligenza ingombrante che sa tutto, ricorda tutto o comunque è in grado di porsi il dubbio, non risparmia niente a nessuno (a onore del vero nemmeno a se stessa) e giudica e commenta ogni cosa; nelle pagine che seguono vi accorgerete che ha già scritto lei anche la sua prefazione, giusto per dire che a questo libro non servirebbe una sola riga in più, tantomeno mia. Immagino sia proprio per questo che la voglio scrivere: l’impudenza è una delle poche temerarietà che invocano compagnia.