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Una ragnatela fatta di sogno

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copertina“La casa del sonno” di Jonathan Coe è una storia con dei colpi di scena sorprendenti, un libro non immediatamente accessibile, spesso sconcertante, a volte commovente, in certi frangenti indecifrabile.
Coe scrive in modo affascinante (ferocemente intelligente, mi verrebbe da dire) tessendo una ragnatela fatta di sogno, realtà e incomprensioni che si snoda lentamente (e molto elegantemente), ma non è sempre facile da seguire.

Jamie Ford, Il gusto proibito dello zenzero

 

Siamo nel 1986 e Henry, seduto su un volo per New York, stringe tra le braccia una preziosissima copia in 78 giri di Oscar Holden. Nonostante sia stato uno dei più grandi jazzisti americani, trovare una registrazione di Holden è quasi impossibile, a meno di frugare tra le masserizie custodite nello scantinato dell’hotel Panama di Seattle. Un vero scrigno pieno di tesori: album fotografici, lettere, disegni, uniformi e oggetti tradizionali, ma anche l’ultimo baluardo di un quartiere e di una cultura completamente cancellati.

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Michael Jackson. Il complotto

cover A un anno dalla morte di Michael Jackson arriva in Italia, dopo lo scalpore suscitato negli Stati Uniti, un libro che riabilita il Re del Pop. ”Michael Jackson – Il complotto” edito da Alacran, firmato dalla scrittrice e giornalista giudiziaria Aphrodite Jones – con la prefazione di Thomas A. Mesereau Jr., l’avvocato a capo del team di difensori di Jackson – fa chiarezza su quello che viene definito un complotto mediatico-giudiziario che tentò di distruggere un mito dei nostri tempi.

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Paul Auster, Invisibile

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Invisibile, l’ultimo romanzo ancora una volta su Brooklyn di Paul Auster, è un libro abilmente e amabilmente tracciato e compulsivamente leggibile. Diversi elementi danno sostanza alle pagine: con alcuni incidenti tipo soap opera, la morte di un paio di uomini con terribili segreti, e poi a seguire: spie, triangoli amorosi, tradimenti, un incesto, un omicidio, un inganno, e una ingovernabile lussuria, tutti temi così perfettamente intrecciati insieme che fuggono dal sentimento esagerato o artificioso. Invisibile è un piacere raro per i lettori: un “pezzo” incredibilmente strutturato di buona letteratura e (pure) per chi vuole leggerlo così, un avvincente thriller, ma anche un bellissimo libro di formazione.

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Rebecca James, Beautiful Malice

copertinaIl giorno che è uscito lo abbiamo preso tra le mani in due in libreria, il giorno dopo ci siamo guardate: avevamo letteralmente bevuto già metà libro…
Attenzione, Einaudi ci punta (come si dice in gergo…) e fa bene.
Un libro intenso, torbido, spaventosamente reale.
Un libro che in poche pagine ti parla del destino e del passato ai quali non si sfugge e del caso che può cambiare e distruggere  la vita di ognuno, sbadatamente, in un attimo.

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Infinite Jest, un tour de force tentacolare

copertinaMi ci sono voluti cinque mesi per terminare Infinite Jest e alla fine mi sono reso conto di aver letto quattro o cinque libri. Forse perché è un romanzo vasto e tentacolare che sembra essere lì a sfidarti solo per il suo peso (la versione Einaudi conta 1179 pagine scritte in corpo minuscolo, più altre 100 di note e aggiunte al testo) o perché è complesso e pretende impegno oltre che ritmo. Oppure perché è il libro di un sogno che annulla ogni regola di fiction e leggerlo è come versare del mercurio sul pavimento.

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Intervista a Paul Auster

foto autorePaul Auster è stato definito “uno dei più grandi romanzieri viventi America” da più di un giornale o rivista letteraria o, comunque la si guardi, da molta parte delle comunità intellettuali esistenti.”
Il suo ultimo romanzo, Invisibile , si apre a New York nel 1967 con il protagonista Adam Walker di 20 anni. Lui è un aspirante poeta e studente della Columbia, che incontra il francese Rudolf Born, un veterano e studioso dei conflitti francesi in Algeria. Quest’ultimo offrirà al giovane la possibilità di fondare una rivista grazie al lascito di una eredità. Il rapporto conseguente porta Walker a Parigi, dove incontra Cecile, uno studiosa ambiziosa e fiorente, in California, dove vive i suoi giorni scrivendo le storie della sua vita.

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Banana Yoshimoto, Delfini

copertinaCome si fa a intitolare un libro Delfini? Scrivendo la parola ‘delfini’ nel testo 12 volte (contate)?
Banana, nel 2004, ci aveva fatto un brutto scherzo. Dopo “Il corpo sa tutto”, aveva annunciato: “non scriverò più, basta, mi ritiro”. E invece, non solo da allora ha sfornato altri sei libri, ma nel frattempo ha anche dichiarato di sentirsi pronta per un Nobel per la letteratura. Lei, la vincitrice di premi del calibro del Umitsubame First Novel Prize (un premio così celebre che non ne esiste nemmeno un sito internet) e del Fendissime under 35 nel 1996 per “Lucertola”, ora vuole puntare in alto. E ci prova con questo ultimo sforzo intitolato “Delfini”, del 2006 ma approdato al mercato italiano solo dal 2010.
Lo si propone come libro più brutto del mondo, e presto capirete il perché.