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La corsa dei mantelli

Luca vede per la prima volta Daina davanti a un cinema in una via affollata. E’ una ragazza con la faccia pallida, vestita come ci si vestiva nel milleseicento, con una camicetta di pizzo bianco, ricamata con acutezza. Daina trema per il freddo e ogni tanto chiede qualcosa a chi le passa vicino, ma nessuno capisce la sua lingua tutta piena di consonanti.
Luca resta colpito da lei e le domanda subito chi è e da dove viene. Daina si sforza di parlare italiano, ma parla sottovoce e dice qualcosa di poco chiaro a proposito di svegliare o meno qualcuno…
Luca non capisce, ma le fa segno che di lui non deve avere paura.

Un Atlante pieno di cose

Si avverte qualcosa di grave e di sacro quando ci si trova nei pressi dello stretto di Gibilterra e si esce dal nostro mare chiuso per andare verso il mare aperto. Per Giuseppe Antonio Borgese, in viaggio per gli Stati Uniti nel 1931, è uno strano sentimento di separazione, una sorta di stacco potente, improvviso. “Si direbbe che più di quattro secoli dalla scoperta dell’America non abbiano demolito del tutto il sentimento della separazione, che l’unità del pianeta non sia ancora una conoscenza acquisita e tranquilla, e ognuno ancora quasi la debba conquistare o almeno profondarla dalla mente al cuore”. Chiunque navighi in queste acque prova un fremito possente, il fremito di chi vuol vivere ed espandersi.

Fattacci. Storia di un’ordinaria follia famigliare

Nel 1993 l’Italia fu sconvolta da un caso di omicidio familiare senza precedenti: Rosalia Quartararo uccise la figlia diciottenne e ne occultò il cadavere in una roggia della Bassa lodigiana. Per gli inquirenti il movente fu passionale: la donna si sarebbe innamorata del fidanzato della giovane e, in preda a un furioso attacco di gelosia, avrebbe eliminato la «rivale» con ferocia inaudita. Rosalia fu condannata all’ergastolo e inserita nei trattati di criminologia tra le assassine più spietate. Per cancellare l’etichetta di mostro attribuitale dai media, Gianluca Arrighi ne ha ricostruito la complessa vicenda processuale cercando di rispondere a una domanda cruciale: cosa scatta nella mente di una madre che uccide la figlia?

Un popolo di poeti, di artisti, di eroi…e di scrittori

Italiani sono, anche, un popolo di scrittori in cerca della casa editrice con cui pubblicare il loro ‘libro nel cassetto’, ma cosa propongono agli editor di casa nostra?
Quali i generi che vanno di piu’? E soprattutto quante possibilita’ ci sono che ‘uno scrittore sconosciuto’ possa coronare il suo sogno? A spiegarcelo, sono gli editor di tre grandi case editrici: Alberto Rollo, direttore letterario Feltrinelli, Michele Rossi, editor narrativa italiana Rizzoli e Giulia Ichino, editor narrativa italiana Mondadori.

Un sentiero nel caos

Ho incontrato Mario al caffè letterario. E’ il caffè letterario del parco pirandelliano del Caos, sulla sommità della collina a strapiombo sul mare,  ad Agrigento.
Lo scorgo immediatamente col suo vestito estivo di lino beige e la paglietta, guarda verso il sentiero che porta all’altura sul mare.
Lo saluto con un cenno della mano e lui alza lo sguardo vivace che traluce da sotto la falda del cappello e mi sorride, col suo sorriso buono, gentile di chi apprezza il saluto di una donna.
Mario è qui a ritirare uno dei tanti meritati premi, il premio Pirandello.
“Non potevo non raggiungere il suo “Caos” mi dice ripiegando il quotidiano sbirciato fino a che non fossi arrivata.
“Andiamo?” gli domando sorridendo e lui si alza dalla poltroncina di vimini.
E’ una bellissima giornata di sole, il sole spudorato della Sicilia  che si riverbera sui colori densi di mare, di tufo, di ulivi, di mandorli e di terra.

michela murgia

L’Antartide di Laura Pugno

di Michela Murgia

Immaginate che vostro padre muoia e il notaio vi comunichi che tutto quello che avrebbe dovuto spettarvi per diritto ereditario sia invece finito nelle casse di una strana casa di riposo, un luogo ameno e fuori dai tracciati che sta sul confine tra l’Italia e un’altra nazione. Se il vecchio genitore in quella casa non è mai stato ospite, forse anche al figlio più distaccato potrebbe venire voglia di andare a scoprire cosa c’è dietro quel lascito incomprensibile.

E’ sabato mi hai lasciato e sono bellissimo

Ema ha quasi vent’anni, è da qualche giorno che ha finito la maturità, ma non ha la minima idea di cosa farà da grande perché “per cominciare il futuro” c’è sempre tempo.
Si crede Paul Newman o “al limite anche Humphrey Bogart” e ha tutta l’estate davanti per sentirsi bruciare dal sole e vivere intensamente nel suo piccolo grande mondo fatto di partite a biliardo, croissant caldi, asciugamani stesi sulla spiaggia, poesie di Baudelaire e donne dalle gambe lunghissime…

Premio Campiello. Vince Andrea Molesini

Ultimo atto della premiopoli 2011: il Campiello è stato vinto da Andrea Molesini che per Sellerio ha pubblicato Non tutti i bastardi sono di Vienna. Molesini che ha vinto con 102 voti, molto emozionato, ha voluto dedicare il premio all’indimenticabile Elvira Sellerio e ai librai “che fanno un lavoro molto difficile”. 
Orgoglio, patriottismo, odio, amore: passioni pure e antiche si mescolano e si scontrano tra loro, intorbidate più che raffrenate dal senso, anch’esso antico, di reticenza e onore. Villa Spada, dimora signorile di un paesino a pochi chilometri dal Piave, nei giorni compresi tra il 9 novembre 1917 e il 30 ottobre 1918: siamo nell’area geografica e nell’arco temporale della disfatta di Caporetto e della conquista austriaca.

Marco Crestani, Dall’Altopiano al Mayumbe

«Lasciavo la mia famiglia separata da quella di mio padre, composta di mia moglie Brunello Maria dei due figli Sebastiano d’anni 6, Silvio di 4½, ed il 3 gennaio 1903 alle ore 2 p.m. ci separammo impreda alla mortificazione ricordo sempre che il povero di mio padre, mi salutava dandomi l’addio per sempre, dicendomi che non si saressimo più visti, sopra la terra, e piangente andava in stalla, ah! Ben raggione ebbe, poiché dopo circa un anno moriva all’Ospitale di Marostica per subita operazione vescicale.
Mia madre poi povera anch’essa non meno dispiacente di mio padre, nel vedermi partire, piangeva si dirottamente ed infrà i di lei singhiozzi pronunziava parole che a stento potevo capire, intesi solamente va che il Signore ti sia per compagno, mi baciò teneramente come suole le madri ai suoi figli, a rivederci mi disse al mondo di là. Non parlo poi di mia moglie, anch’essa, più ancora dei miei genitori, ma più forte di animo, e cercava di nascondere il proprio dolore, si tratteneva le lagrime, e come fuori di sé mi baciò stringendosi al seno in affetto di tenerezza et amore, la lasciai.