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Santi e selvaggi. Dickens e i silenzi sulla Tasmania

Richard Flanagan è nato in Tasmania nel 1961. Forte canoista, ha scalato il fiume Franklin tredici volte ed è stato un membro della prima spedizione in canoa il fiume Jane e nella gola di Gordon. E’ anche un apprezzato pittore: Un dipinto di Richard Flanagan e Geoffrey Dyer ha vinto il premio Archibald anni fa. Ha raggiunto il grado d’onore di prima classe presso l’Università della Tasmania, nel 1982 e l’anno successivo si è aggiudicato una borsa di studio Rodi. E’ considerato internazionalmente come uno dei più preminenti romanzieri australiani, tra i il suoi molti libri, il pluripremiato romanzi Death of a river Guide Ha scritto pure, The Sound of One Hand Clapping, Gould’s Book of fish e Unknow terrorist che sono stati pubblicati con molto successo popolare e di critica in venticinque paesi. Vive a Hobart, in Australia.

robot al lavoro

Più umano dell’umano.

Un grande romanzo di Ian McEwn la cui distopia visionaria del racconto già ambisce al classico e lo mette al pari dei grandi romanzi che hanno saputo guardare avanti come: Zero K di De Lillo, il bellissimo l’Uomo bicentenario di Asimov, Gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip Dick o L’amore al tempo dei morti di Silverberg.
Non senza l’immancabile tagliente ironia del più grande scrittore inglese.

robot al lavoro

io Robot.

La crisi internazionale, la pandemia, la continua innovazione tecnologica incide sul lavoro imponendo trasformazioni, rinnovate energie, e nuovi paradigmi. Come cambia il lavoro? Una breve riflessione di Michele Genchi per molti interrogativi.

trekking, foto di uomo al tramonto su sentiero di montagna

Perdersi

Fare trekking o semplicemente camminare sui sentieri di montagna in sicurezza è la prima e più importante regola cui attenersi. Nel breve racconto di Michele Genchi troverete alcuni alcuni consigli pratici per prepararsi e affrontare l’imprevisto.

Una crudele idea di ordine

Lulu Miller, autrice del libro “ I pesci non esistono” oggetto delle righe che seguono, ha lottato con la depressione per molto tempo; ho letto notizie di un tentativo di suicidio: sono vere.  Suo padre, biochimico e scienziato a modo suo, le ha insegnato che le vite umane sono, nel grande schema delle cose, roba insignificante. La ricerca di una risposta alternativa a quella di suo padre l’ha segnata per tutta la vita, facendo della ricerca e della divulgazione scientifica lo scopo della sua esistenza.

L’ opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità

 

Tu, donna, sei la porta del diavolo. (Tertulliano)

Le nostre vite sono un macello. Dico davvero; un disastro.

Leggendo “Il mondo sfolgorante”, il più bel libro di Siri Hustvedt, mi è venuta in mente una performance della brillante artista Lella Costa cui ho assistito una volta. Tenne un monologo sulla sua vita che includeva alcuni ricordi, delusioni, le canzoni dei Pooh, momenti felici e preoccupazioni su questioni nodali del suo appartenere in maniera contorta al genere femminile.

Sul palcoscenico, c’era un piano di lavoro di cucina dietro il quale l’artista raccontava di sé. A ogni argomento/soggetto del racconto aggiungeva ingredienti in una pentola raccogliendoli tutti finché non traboccò. Alla fine, se la versò su se stessa cosicché i suoi vestiti, i capelli e il viso furono completamente sporchi e una nuvola farinosa le fluttuò intorno alla testa. Si guardò intorno e rivolgendosi al pubblico proclamò solenne: “Che casino!” Lo spettacolo era comico, ma dal modo in cui pronunciò il monologo, si è capì che tutto il suo essere era tragicamente una catastrofe.

Ci si può fidare della scienza?

È stato particolarmente interessante seguire l’ International Booker Prize di quest’anno poiché i libri selezionati adottano tutti un approccio creativo alla forma, al genere e alla narrativa nel raccontare le loro storie.  Non sono sorpreso, intendiamoci, il premio ha acquisito una tradizionale capacità di stupire anche i lettori più raffinati confermato con il giusto premio riconosciuto quest’anno al libro: At night all blood is black, del francese di nascita e senegalese di crescita, David Diop già vincitore, tra l’altri, del più importante premio letterario francese, il Goncourt, con Frère d’âme (tr. Fratelli d’anima, Neri Pozza 2019). Brevemente, la storia nel libro sconosciuta ai più, è quella dei senegalesi che combatterono per la Francia sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. >>