Il Soul delle origini: Wilson Pickett

Wilson Picket appartiene a quella generazione R&B che a guardare le foto, sono tutte in bianche e nero; il colore è venuto dopo. In quelle foto è in bella compagnìa, gli altri sono Areta Franklin, Otis Redding, James Brown, Eddie Ford, Percy Sledge, Sam Cooke e, ultimo ma non ultimo: Jackie Wilson. Quelli ancora in vita sono molto anziani ma cantano ancora; Wilson Pickett canta in Cielo già da qualche anno, con grande godimento per tutti coloro che possono ascoltarlo. Come praticamente tutti coloro i quali mi sono occupata, ha iniziato nel coro della sua chiesa. La sua era in Alabama: la terra di Forrest Gamp. Non che abbia avuto una infanzia felice, anzi. Prese così tante botte dalle madre che alla fine si trasferì da suo padre che aveva anticipatamente e opportunamente lasciato l’ovile stanco, manco a dirlo, delle percosse di sua moglie.

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Podcast. La creatività come cifra totale: Sonny Rollins

E’ troppo vecchio per andare in giro a fare concerti e, assistere ad uno di questi, è un privilegio che non avrò mai. Ma chi ha avuto la fortuna partecipare ad un live di Sonny Rollins, oggetto del mio appuntamento con la rubrica di questo primo giro del 2018, sa che è una esperienza davvero molto fuori dal comune. Provate a inserire nel lettore dischi come Saxophone Colossus e capirete.

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Podcast. Bruno Mars. L’uomo venuto dalle stelle

Nato nelle Hawaii con il cognome Hernandez da genitori origine portoricane (padre) e filippine (madre), è giovanissimo: ha 32 anni. Bruno Mars è stato nominato 20 volte al Grammy e lo ha vinto nel 2012 e 2014. Il celebre cantante, cantautore, produttore, musicista ha venduto oltre 170 milioni di dischi in tutto il mondo cosa che lo ha reso uno degli artisti più venduti di tutti i tempi. “La sua ispirazione musicale è Michael Jackson e molti critici indicano Mars come suo degno erede, riscontrando numerose somiglianze nel timbro vocale e nella versatilità di generi musicali” (da “Wiki”).

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Podcast. La scomparsa di Fats Domino, padre del rock n’roll

Fats Domino, grande tra i più grandi del blues, è mancato oggi a 89 anni per cause naturali.
Fats Domino, nato nel 1928 a New Orleans uno di nove fratelli, lasciò la scuola poco più che un ragazzo per lavorare in una fabbrica di cotone – la storia ricorda che ha venduto più di 110 milioni di dischi in una carriera iniziata a metà degli anni ’50, dopo aver imparato a suonare il pianoforte verticale da un cugino che lo aveva lasciato alla sua famiglia di origine di New Orleans. Come suggerisce il suo nome in inglese, non era magro. Nella sua prima canzone registrata, The Fat Man (del 1949) ha cantato che, nonostante la sua… dimensione, “tutte le ragazze, mi amano”, perchè conosco la mia strada”- Con la sua caratteristica… acconciatura piena di gel e schiacciata, a volte suonava il pianoforte in piedi, sbattendogli il corpo contro per spingerlo sul palco al tempo con la musica.

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Podcast. La storia la fanno le donne: Oleta Adams

I Tears for Fears sono stati per un lungo periodo di tempo una fissazione del mio due di coppia. Ho ascoltato la loro musica con vent’anni di ritardo e non li ho mai apprezzati del tutto anche se i due, Curt Smith e Roland Orzabal, hanno origini, artisticamente parlando, da cantanti come Elvis Costello o i Jam fino a certi gruppi post-punk tipo i Talking Heads o Brian Eno che hanno molto influito sulla loro musica. Erano gli anni ottanta in fondo: tutto il mondo ballava il pop di quegli anni compreso il giovane studente di filosofia che fu il mio sposo.

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Podcast. Milton Nascimento. Il Brasile è nato cantando

foto autoreQuando è arrivato il pacchetto da Milano (in gergo si dice “passaggio interno”), sono stata molto, molto contenta. A Roma non ero proprio riuscita a trovare questo disco: Novas Bossas, la cui recensione, letta su una rivista jazz, mi aveva talmente colpita da obbligarmi all’acquisto. Sto parlano di Milton Nascimento e mi scuserete se, alla ripresa della mia rubrica, parlerò di un artista che con il blues ha poco da scambiare mentre nella sua musica jazz si trova moltissimo dell’influenza della musica popolare brasiliana e molte tracce del pop,del rock ma anche della …samba.
Lo dico subito: il disco è be-lli-ssi-mi-ssi-mo. Dentro ci trovate pezzi come Dias Azuis o come, O vento, e altri come Checa de Saudade, che mi hanno ricordato alcune melodie di Let’s let lost del grande Chet Baker.

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A passeggio con Charles Mingus

Raramente capita di pensarci, ma stamattina mi sono accorta di abitare a Roma. So bene che state pensando che sia impazzita improvvisamente ma se resistete qualche minuto tento di spiegarvi come e cosa è successo.

Sono le otto e mezza e il mio due di coppia mi ha lasciata alla metro. Venendoci, mi ha raccontato dell’ora di macchina che lo affligge da qualche giorno e di come mettersi in moto, sapendo quello che quasi certamente lo aspetta, è come stringersi la corda al collo da soli. Mi ha intenerito sapendo che non avrebbe neanche potuto indossare le cuffiette per ascoltare la sua musica.

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Podcast. La voce della strada: Willis Earl Beal

Nessuno sa e conosce il terribile potere della musica. E del vagare, senza nome, allo sbando, alla ricerca di Penelope. Nessuno ha un nome che sembra quello di un romanziere, o di un attore, o magari di un graffitaro. E, infatti, Willis Earl Beal è tutte queste cose insieme. Oltre che – segnatevi questo nome – un provetto musicista, che promette ancor più di quanto già non stia mantenendo.Nessuno nel giro di due album ha smesso di essere un nessuno, la sua storia, breve ancora, acerba, sta in poche righe di vita e di Wikipedia, termometro di notorietà fatalmente destinato a salire, ad allungarsi.

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Podcast. La montagna sacra: Chick Corea.

Chick Corea è uno dei jazzisti più influenti della scena musicale internazionale da più di cinquant’anni. Dal 1973, praticamente ogni anno, tutti i suoi lavori sono entrati nella Bilboard list e con quasi la stessa frequenza ha vinto qualche premio (dal miglior album, al miglior gruppo e/o individuale Jazz e/o performance, eccetera eccetera).

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