Il 2020 e il 2021 sono stati gli anni delle fiere e dei bookfestival digitali . Un gesto di resilienza e tenacia da parte di un settore che produce 3miliardi di euro l’anno. E tuttavia non senza difficoltà. Sono stati gli anni-ostaggio che ricorderemo per sempre. Ora il paese sembra tornato alla normalità restituendo ai lettori la possibilità di parteciparvi. Francesca Lombardi ci racconta il Salone del libro e dei festival fiorentini.
I festival letterari







Pro captu lectoris habent sua fata libelli: se l’abbiamo trovata in latino, questa celeberrima citazione, potrebbe significare anche che i premi letterari esistono da tantissimo tempo: che un riconoscimento a opere o autori da parte di un collegio di lettori cosiddetti qualificati – giuria tecnica, si dice oggi – c’è dal tempo dei classici o medievali. Ogni libro ha il suo destino, dunque, e la traduzione dell’incipit ci porta alla modernità, ai primi del Novecento, con le apparizioni dei grandi allori letterari tipo Nobel, Goncourt, Fémina, Pulitzer e così via.
Il presidente Obama ha detto addio alla Nazione martedì in un discorso assai emotivo che ha cercato di confortare un Paese in vantaggio rispetto ai cambiamenti che l’economia e la sua velocità impongono, ma che ha di fronte le persistenti minacce alla sicurezza nazionale da parte del terrorismo e, naturalmente, alle incognite dell’elezione di Trump. Con il suo discorso di commiato nella sua città natale di Chicago, Barack Obama ha meditato pubblicamente sulle nuove sfide e suggerito idee su come superarle, ha offerto ottimismo e sollecitato la volontà di fare.
