Podcast. La storia la fanno le donne parte 3: Etta James

etta james ©unknow
   Tempo di lettura: 4 minuti

Quando un mese e mezzo fa il mio due di coppia mi ha dato la notizia della sua morte, mi sono sentita come di una perdita personale. Lui ha usato una certa delicatezza a dirmelo sapendo che l’avrei presa molto male: è  andata così.  Etta James è stata, a giusta ragione, considerata una delle voci più importanti del secolo scorso. La signora del blues è morta a pochi giorni dal suo 73mo compleanno e, ironia della sorte, quasi in contemporanea con il suo maestro Otis Regis scomparso a 90 anni.

Fu lui a cambiarle il nome da Jamesetta Hawkins a quello che tutti conosciamo. Nata nel ’38 da una afro-americana e da un padre bianco mai conosciuto, cominciò a cantare a soli 5 anni nel coro della sua chiesa, credo a Los Angeles dove era nata. Si trasferì giovanissima a San Francisco e qui conobbe, appunto, Otis che l’aiuto alla nascita dl suo trio “Le Creolettes”. 
Scritturata dalla Chess Record di Chicago, inciderà moltissimi dischi, alcuni dei quali sono ancora molto amati. Ma è all’inizio degli anni sessanta che diverrà conosciuta dal mondo grazie al singolo “At Last”: ve lo faccio ascoltare a fine articolo. E’ un brano che facilmente riconoscerete perché utilizzato in diverse campagne pubblicitarie.

La signora del R&B, blues e jazz non ha mai mollato: la sua vocalità le ha permesso di cantare sempre senza sosta alcuna; una voce in grado di provocare attimi di stati d’animo molto profondi. Una vera leggenda del blues. Per una ragazzina passata di famiglia in famiglia causa l’inaffidabilità della madre naturale, vincere diversi Grammy e ottenere un trionfo internazionale non era certo un destino sperato da una giovane donna consapevole di avere “solo” un gran voce.

Ho scoperto solo dopo che Etta James era malata da tempo: oltre che alla leucemia combatteva con le conseguenze della tossicodipendenza, credo avesse pure qualche problema con la ragione. Troppi malanni e altrettanti ricoveri fino all’ultimo. Di recente avevo letto di un litigio tra lei e Beyonce causa la chiamata di quest’ultima ad una festa presidenziale con gli Obama: la giovane postar aveva cantato “At last” al posto suo. Come sono solita dire: la storia la fanno le donne.

dallo scaffale di casa consigli per gli acquisti.

Andate di corsa a comprarvi il “At last, the best of Etta James: potrebbe già bastarvi per farvi un’idea e imparare ad amarla fin dal primo disco ,The blues is my business, e comprende una bellissima ballad dal titolo “If I had any pride left at all”. “Al last” è una bella versione dal vivo (forse dal live in Los Angeles, ma posso sbagliarmi).

Per altri dischi avrete tempo, tra i miei più amati c’è Prisoner of love. “Fool that I am” vale da solo il prezzo pagato per ascoltare gratis tutto il resto.

Il brano che vi faccio ascoltare in coda è, naturalmente At last. Buon ascolto e alla prossima.

i libri:

da Barnes and Noble potete comprare con 17 dollari Rage to survive, la sua storia. In italiano non c’è nulla, ma non è una novità.



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2 commenti

  1. Si può provare a leggere il tuo articolo anche con il sottofondo della voce di Etta James: c’è più struggimento.

    Enza

  2. Antonio Capitano

    Ci sono voci che arrivano proprio quando ne hai bisogno. Voci che creano immagini, che ti fanno viaggiare, immaginare. Voci che si sentono. E voci che si ascoltano. Etta James si ascolta e chi si ascolta, non muore mai.

I commenti sono chiusi.