Perdersi

trekking, foto di uomo al tramonto su sentiero di montagna
   Tempo di lettura: 10 minuti

Talvolta accade un evento in cui impariamo qualcosa di molto importante. Può accadere, anzi, che siano fondanti a tal punto da segnare un prima e un dopo per sempre.  Nei casi peggiori, questi eventi possono essere pericolosi o molto costosi in termini di prezzo psicologico o di denaro. E’ da eventi come questi che le persone acquisiscono maturità ed esperienza. E’ successo anche al sottoscritto. 
La mia esperienza di perdermi su una montagna per una notte e parte del giorno dopo, è stata molto, molto significativa per me. 

Quando è successo, io e un gruppo di amici, tre coppie in tutto, eravamo per breve vacanza ai piedi del Monte Adone, dopo Bologna. Erano circa le quattro del pomeriggio quando con i due miei amici decidemmo di lasciare le ragazze a valle e di fare un’escursione insieme; volevamo provare a scalare la montagna lì davanti.
Dopo ore, seduti sul bordo di un costone, abbiamo ringraziando il Cielo per averci permesso di salire fino in cima al monte e per essere testimoni della bellezza davanti ai nostri occhi. Ipnotizzati dal panorama, perdemmo il senso del tempo. Dopo, ricordo, guardai l’orologio incredulo. Erano quasi le nove e il sole stava tramontando velocemente.

La scorciatoia si rivelò un sentiero verso il nulla

Cercammo di restare uniti mentre correvamo giù per la montagna. Saltando, scivolando e correndo, ci precipitammo giù per il ripido pendio del fianco della montagna senza preoccuparci in quale direzione stessimo scivolando. Molte volte abbiamo corso il serio pericolo di una distorsione ai piedi. Dopo un paio di ore, riuscimmo a ritrovare il sentiero di salita. I raggi del sole continuavano a diminuire mentre scendevamo in fretta. Arrivammo quasi ​​a metà percorso, quando uno dei miei compagni di escursione ci convinse di aver trovato una scorciatoia. 
Seguendola, scoprimmo ben presto che la sua scorciatoia, in effetti, era un sentiero verso il nulla e rendendoci incapaci, a quel punto, di trovare alcun riferimento che potesse aiutarci a trovare una via sicura. 

C’eravamo persi.

Nel frattempo, le nostre amiche a valle avevano iniziato a cercarci e dato l’allarme; le sapemmo, dopo, in lacrime e molto preoccupate. Ci muovemmo senza più luce solare a guidarci, camminando freneticamente, cercando di uscire dalla zona fitta di alberi. Alla fine, stanchi, decidemmo di fermarci e di cercare un posto al riparo dove passare il resto delle ore della notte. Ora, immaginate per un momento, tre ragazzi al riparo dentro una ferita della montagna sufficiente appena per stare seduti in tre, sia pur al riparo. Il freddo e quei mille rumori, li ricordo ancora. All’alba, ci incamminammo al contrario sicuri di ritrovare il sentiero abbandonato ore prima. Il bosco era buio e noi eravamo senza alcun mezzo di comunicazione. Camminammo per ore, spaventati della situazione, incapaci di ragionare sul da farsi: la tensione si tagliava a fette. Poi arrivarono le liti e le parole grosse ma questo non servì a farci ritrovare la strada; sembrava girassimo in tondo. Eravamo stanchi e affamati. Poi, nel pomeriggio, una luce tremante apparve muoversi verso di noi; scoprimmo era un perfetto sconosciuto con una torcia che era lì per tutt’altro motivo che soccorrerci. Un vero miracolo per noi. L’uomo, ci aiutò a ritrovare il sentiero e dopo ore, arrivammo al rifugio. Era ormai quasi sera: quella del giorno dopo.
Tutto è bene quel che finisce bene, dunque, a parte il rimbrotto, forte, della forestale lì ad attenderci.

Una bella lezione. Con il senno di poi, questo evento chiarì che avrei dovuto pensare ai rischi prima di salire sulla montagna in modo da evitare i molti problemi occorsi. La sicurezza dovrebbe essere considerata attentamente prima di intraprendere qualsiasi escursione, ma anche con un’attenta pianificazione del percorso può succedere di perdersi. Che cosa fare, dovesse capitarvi di perdervi durante un’escursione? I miei consigli, oggetto di queste righe, spero possano aiutarvi a prepararvi a questa eventualità.

Pre-escursione

Ci sono alcuni passaggi che puoi fare prima di un’escursione che ti aiuteranno a garantire la tua sicurezza in caso di smarrimento:
• Assicurati di dire a qualcuno dove stai andando e quando tornerai. Ciò significa che se non arrivi quando previsto, la persona può dare l’allarme.
• Impara, informati sul tuo percorso, su cosa aspettarti, ad esempio: i punti di riferimento e gli eventuali pericoli se ci sono.
• Avere una mappa e una bussola e sapere come usarli.
• Portati un kit di emergenza: può essere utile nel caso ti perdessi.
• Controlla le previsioni del tempo e… quando è il tramonto.
• Assicurati di avere un telefono carico, e di avere i numeri di contatto di emergenza. Uno per tutti: il soccorso alpino. All’epoca del mio breve racconto, il 1988, i telefoni non erano ancora disponibili.
• Non fare escursioni da solo se non sei esperto.

Durante l’escursione

Puoi fare alcune semplici cose, durante la tua escursione, che possono rendere più facile ritrovare la strada per tornare indietro:
• Cerca costantemente punti di riferimento e prova a individuarli sulla mappa.
• Ogni tanto guardati dietro. Questo può sembrare strano per altri escursionisti, ma ti aiuterà a familiarizzare con il percorso di ritorno in sicurezza.
• Se possiedi una macchina fotografica o con il cellulare, scatta alcune foto di alcuni punti caratteristici in cui hai camminato e fotografa il braccio per indicare la direzione da seguire. Questo ti aiuterà a riconoscere il percorso contrario più tardi.
• Se sei preoccupato di non riuscire a trovare la strada di casa, fai delle frecce sul terreno con rocce e rami sciolti ma assicurati di distruggerli sulla via del ritorno. Non creare difficoltà ad altri.
• Usa un’App. che ti consenta di tracciare il percorso che stai seguendo: potrebbe essere risolutivo.

Ti sei perso? niente panico

Una volta che capisci che ti sei perso

• Niente panico. Questa è la cosa peggiore che puoi fare e probabilmente peggiorerà le cose.
• Segui la regola STOP

Fermati – Non appena ti rendi conto che potresti essere perso, fermati, stai calmo e fermo. Se continui, è probabile che ti perda ancora di più. Siediti, bevi dell’acqua e mangia qualcosa.

Pensa. Come sei arrivato nel punto, dove sei? Quali punti di riferimento sei in grado di vedere? Stavi andando a nord o ad ovest? Dov’eri l’ultima volta che eri sicuro di sapere dove eri?

Osserva. Cosa vedi? Dove si trova sulla mappa? Dov’è il sole nel cielo? All’incirca quanto manca al tramonto? Che tempo farà? Che cosa hai portato con te? Quanto dureranno le eventuali scorte di cibo?

Fai un piano. Non muoverti mai finché non hai un piano. Sulla base del tuo pensiero e delle tue osservazioni, escogita alcuni possibili piani e poi agisci secondo quello ritieni migliore.

Verifica la copertura telefonica. Se ne hai qualcuno, puoi chiedere aiuto. Potrebbero essere in grado di spiegare come tornare a casa o potrebbero venire a prenderti semplicemente dando loro la tua posizione.

Usa un fischietto per cercare di attirare l’attenzione. Tre fischi, potenti, sono il segnale universale di aiuto.

• Se hai degli oggetti luminosi, tirali fuori perché sarà più facile per un soccorritore trovarti.
• Se sei abbastanza sicuro di te, potresti voler provare a tornare sui tuoi passi per trovare il percorso su cui eri prima.

Passare la notte

• Trova un luogo riparato che ti protegga dalla pioggia e dal vento prima che diventi troppo buio.
• Probabilmente dovrai indossare strati extra per evitare l’insorgere dell’ipotermia.
• Non dormire vicino a un fiume perché il rumore potrebbe impedirti di sentire un soccorritore.
• Avvia un piccolo fuoco controllato. Questo ti darà un po’ di calore: anche il fumo è un buon modo per chiedere aiuto.
• Crea un segno AIUTO o SOS con le rocce in una radura. Questo ti renderà più visibile dall’aria.
• Appendi qualsiasi oggetto colorato del tuo kit ai rami degli alberi intorno a te. Questo renderà più facile per un soccorritore trovarti.

Finisco. Rispettare alcune semplici regole possono davvero evitare un sacco di problemi a te e agli altri. La montagna richiede attenzione e forza d’animo. Se avessi pensato alle conseguenze dell’arrampicata in cima alla montagna senza dirlo a nessuno ( le ragazze ci sapevano nei dintorni ), non avrei fatto quell’escursione che tanti problemi ci causò. Questo evento mi ha insegnato che dovevo considerare le conseguenze prima di compiere un’azione potenzialmente pericolosa per la nostra incolumità.

Per BookAvenue, Michele Genchi

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