La corrispondente riluttante.
I principali problemi che si pongono per i nuovi social media riguardano la loro affidabilità e la capacità di approfondimento e di riflessione sugli eventi: c’è e ci sarà sempre bisogno di testimoni e testimonianze in grado di filtrare, approfondire e contestualizzare i fatti che si osservano.
“Tweet first, verify later”, ovvero “prima twitta, poi verifica”, che è la pratica prevalente in rete. E’ in questo senso che la rete difficilmente potrà sostituire il nostro moderno William Russell (il primo vero corrispondente per definizione), perché il lavoro di chi registra una cronaca non è solo raccontare; chi si sottopone a questo tipo di esercizio – professionale o no – deve avere la capacità di osservare le criticità dell’evento e scavare sotto l’apparenza della realtà.
Siamo, per questo, molto felici di accogliere nella nostra redazione Silvia Bertolotti che da Bruxelles racconterà con nuova voce i libri che ha accolto e che animano i suoi giorni, ma alla quale chiederemo di tanto in tanto “che libro fa” nel suo Paese. Ma forse, Silvia, ha ancora un pò di riluttanza a considerarsi una corrispondente.
Per le cronache ci sarà tempo: oggi comincia con il suo articolo sul libro di Murakami, 1Q84
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