Che ruolo ha la poesia in tempi di crisi? E come può intervenire sullo scenario internazionale? Portando con sè i germi della bellezza, la poesia è fondamentale per immaginare un mondo diverso, più umano e più giusto che possa ridisegnare i confini attraverso la forza delle parole. Ci sono poeti che hanno affrontato temi forti con la dolcezza dei versi. C’è chi si batte per una Natura ancora degna di questo nome massacrata dall’azione di uomini difficile da definire umani. E con queste parole di speranza “il poeta” cerca di cambiare il cosmo o un microcosmo.
E’ il caso della poetessa Marcia Theophilo candidata al premio Nobel per la letteratura, per la sua poesia altamente lirica a difesa della foresta amazzonica respiro del mondo e del popolo Indios.
‘La poesia’ come affermava Edoardo Sanguinetti ‘non è cosa morta, ma vive una vita clandestina’, e grazie a chi scrive e chi dedica il proprio tempo e la propria vita alla poesia in realtà alimenta il canto sommesso dell’anima, il canto della propria esistenza interiore che perpetua l’intima e nuda individualità così come la propria esistenza all’interno della collettività. Sono questi componimenti che inneggiano alla parola e al testo poetico che contribuiscono a mantenere viva la poesia e la sua forza espressiva che deve manifestarsi in qualche modo ed essere svelata. Una forma d’arte che ancora sa essere interprete sublime degli stati d’animo e delle emozioni. Poesia è sentimento, è emozione, ma anche lotta per i diritti, per la difesa, per la società, per l’umanità. Come nel caso della poesia di Marcia Theophilo.
La poetessa brasiliana, come si è detto, si è spesa da sempre per la salvaguardia della foresta Amazzonica, e per la cultura Indios come testimonianza vivente della cultura orale di un popolo. La poetessa candidata al Nobel ha declamato le sue poesie che inneggiano al fiume, come metafora della vita che scorre, come acqua che abbevera, disseta, che si muove, che attraversa sinuosa la realtà. La sua voce è magica, è insieme narrante e incantatrice, musicale e capace di farsi inno, elegia, preghiera, lamento, voce melodica di un canto che conosce il ritmo, che evoca, che descrive e tocca dolcemente le corde dell’orecchio di chi raccoglie e ascolta.
Marcia Theophilo distilla le sue parole e la sua poietica come ambra e ci mostra, in trasparenza, il suo mondo magico, naturale e sorprendentemente sonoro, sensibile, che contiene altre voci, le voci e il respiro della foresta, il tremito delle foglie e il battito della terra.
Accenna ad un mimo la movenza delle sue mani e, mentre legge le sue poesie, già è visibile l’ansa del fiume, la potenza del Rio delle Amazzoni, le rive verdi che corrono e si uniscono ai destini degli Indios e di tutta l’umanità che da quella stessa acqua, da quegli stessi elementi traggono origine naturale.
Tutte le poesie di questo equinozio primaverile inneggiano all’acqua come elemento indispensabile e prezioso, che è di tutti e va protetto come il più caro dei beni, come la vita, un bene, dono divino degno di lode come scrisse San Francesco d’Assisi nel suo Cantico delle Creature: ‘ Laudato sì, mi’ Signore, per sor’acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta’. Tutti gli organismi umanitari mondiali ed istituzionali di tutti i Paesi rivendicano il diritto dell’acqua come un bene comune, che va apprezzato goccia per goccia, protetto da ogni inquinamento ed assicurato a tutti i popoli.
Passano gli uomini e le loro fatiche, ma resta la natura a risorgere da se stessa se l’uomo saprà preservarla, proteggerla, perpetuarla. E’ come un canto che si tramanda la natura, non deve essere interrotto, spezzato o corrotto deve avvolgersi su se stesso mentre la vita si dipana e viaggia in avanti, il canto, la poesia e la natura restino come la musica contenuta nelle cose. Onomatopea di se stessa, gorgoglio o fruscio, tuono o sussurro di vento sulla vita che appartiene all’uomo, all’animale come alla pianta, al fuoco, all’acqua, al sasso e ad un pugno di terra.
per BookAvenue, Marianna Scibetta