di Annamaria Gozzi, Monica Morini. Illustrazioni di Daniela Iride Murgia
Intervista a Daniela Iride Murgia
Tanto tempo fa, quando i pesci volavano e le rape crescevano sugli alberi, Le storie se ne andavano a spasso portate dal vento
Nel paese di Tarot, non si sa bene quando, non si sa bene perchè la gente ha smesso di raccontare storie e le parole son sbiadite lentamente fino a scomparire. Ma un bel giorno arrivano un saltimbanco e un’Oca. Una sera d’estate questi due buffi personaggi escono sulla piazza del paese in bicicletta; il saltimbanco ha in mano una bandierina con su scritta la parola BiCICLETTA.
Nessuno si accorge di loro. Quella parola però rimane come sospesa nell’aria per qualche giorno, fin quando entra in scena una donna che comincia a raccontare di una bicicletta rossa che avevo visto passare tempo prima proprio su quella piazza e del ragazzo che la guidava senza mani. Interviene un bambino, con la voglia incontenibile di raccontare che anche lui è bravo ad andar senza mani e anche a fare tante altre cose come arrampicarsi sugli alberi catturare cavallette, disegnare draghi e fare i tuffi. La donna e il bambino si stupiscono perfino di essersi parlati, tanta era l’abitudine a non farlo più.
Il saltimbanco ascolta il dialogo poi a testa in giù scrive SO FARE. Questa parola è l’invito per un vecchio a raccontare a sua volta della sua abilità a cercar funghi e ad aggiustare orologi a cucù. A sentir parlare di ore e di tempo interviene di nuovo la donna e poi anche il bambino che comincia a parlare della sua paura del buio.
PAURA, è la nuova parola che il saltimbanco cattura e fa apparire con un gioco d’ombre. E giù a parlare tutti delle loro paure. Che ognuno ha la sua! Poi L’Oca si finge morta e il Saltimabnco estrae una carta con su la MORTE, dopo il saltimbanco suona l’organetto ed ecco la MUSICA. Così parola dopo parola si ritrovano le storie, quelle belle e quelle tristi. Quelle dei grandi e quelle dei bambini, e l’una richiama un’altra e tutte si intrecciano insieme. Con le storie riappaiono le domande: una sotto i portici, un’altra di fianco al campanile, e il paese di Tarot finisce per riempirsi del brusìo dei racconti tanto che la piazza si ritrova lastricata di parole. Una sera d’autunno il saltimbanco e l’Oca se andarono, ma sulla piazza di Tarot rimase una piuma d’oca che disegnò un gioco che invita ancora e ancora a raccontare. Il libro finisce proprio con una bella tavola illustrata del gioco dell’oca in cui ad ogni casella corrisponde un numero ed una parola, ed ad ogni parola è collegata una domanda a cui si è invitati a rispondere con un racconto personale. Un bel modo per continuare a cercare storie giocando a casa, a scuola e ovunque e far sì che le parole continuino per sempre ad andarsene a spasso portate dal vento.
Un libro fatto di uno e tanti racconti. Pubblicato nella collana Teatridicarta delle Edizioni Corsare è stato scritto a quattro mani da Annamaria Gozzi e Monica Morini con un testo asciutto ma vivo, calibrato ed efficace, e messo in scena dalle stesse per la Compagnia del Teatro dell’Orsa di cui fanno parte entrambe. Le illustrazioni nascono invece dalla grande sensibilità di Daniela Iride Murgia, inconfondibili le sue scelte cromatiche per gli sfondi, e per i raffinati ritagli, ora disegnati ora dipinti, che insieme generano immagini suggestive e evocative.
Proprio come i sassi nello stagno di Rodari, che creano cerchi concentrici, sempre più grandi che si espandono, così in questo albo le parole e i segni amplificano il loro significato e lo modulano sulla base dell’esperienza e del sentire di ognuno generando infinite storie.
Ho chiesto a Daniela di rispondere a qualche domanda, così, prendendo spunto dal gioco dell’oca allegato al libro, facendo finta di tirare i dadi e passo dopo passo, parola dopo parola Daniela ci racconta qualcosa di sè ed io la ringrazio tanto di aver voluto giocare!
Naturalmente si parte dal VIA!
1.VIA: Racconta una partenza.
Anche per arrivare al VIA è necessario partire da qualche punto. Il fatto che non si possa mai stabilire con certezza quale sia il punto originario di partenza, mi provoca un capogiro. Bisogna avere senso dell’orientamento e animo per arrivare al VIA. Quello è il vero primo traguardo, sono partita e già arrivata a un punto, non è male!
7. ALBERI: ti sei mai arrampicata su un albero? Si può disegnare un albero se non ci si è mai arrampicati su?
Ci ho provato un sacco di volte, sono arrivata alla conclusione che l’albero è meglio osservarlo da sotto. Non è detto che le cose siano più vere o suggestive se osservate da un punto strategico. Scrutare dal “basso”, da un punto banale, stimola l’immaginazione. La realtà supera sempre la fantasia, ne sono convinta, per questo tifo sempre per la fantasia.
8. MUSICA: Ascolti la musica quando disegni? Quale?
Mi è capitato di avere l’impressione che la vera mano che realizzava alcuni miei progetti fosse proprio la musica…a volte però il silenzio suona meglio di tutto il resto.
11. NASCONDIGLIO: qual’è il tuo rifugio dove trovi l’ispirazione?
L’ispirazione per un disegno nasce insieme con il disegno stesso. Lo sforzo è quello di affrontare l’incognita, di tuffarsi nel vuoto spoglio della carta, lì c’è spazio per un rifugio, anche se fugace. Ogni nuovo progetto è un lancio in un vuoto da riempire.
18. Eroi: quali sono i tuoi eroi, quegli illustratori che stimi che hanno segnato il tuo stile, quelli a cui ti ispiri o a cui vorresti somigliare?
Provo stima per un grande numero di illustratori della piattaforma internazionale. L’influenza che si può subirne è acqua rigeneratrice, fresca, dà un brivido momentaneo, ma non permea. L’Ispirazione è altra cosa. Ispirazione è quando siedi per delle ore, in un pomeriggio d’inverno, malata d’estasi, di fronte al quadro di un maestro del ‘400 o quando un’opera d’arte cinetica di Bridget Riley ti fa surfare sulle onde del mare alto e ti lascia per tutta la vita con le vertigini. L’influenza passa, l’ispirazione ti forgia.
29: TESORO: Qual’è il tuo oggetto prezioso e dove lo conservi?
Ho un’immagine: Raccolgo un chicco di sabbia di quarzo da una spiaggia bianca, quel chicco è il mio tesoro, mi appartiene, lo stringo, si perde nel mio pugno tanto è piccolo, lo lascio ricadere sulla spiaggia, si confonde nuovamente tra i mille chicchi simili, ma è diverso, adesso so che quello è il posto più sicuro dove conservarlo.
SCHEDA TECNICA
Titolo: A Ritrovar le Storie
Autore: Annamaria Gozzi, Monica Morini
Illustratore: Daniela Iride Murgia
Editore: Edizioni Corsare
Collana: Teatridicarta
Codice EAN: 9788887938982
Formato: brossura 21×30
strong>Pagine: 32
Prezzo indicativo: €18
Età di Lettura: 4+
Vorrei dire ai colleghi librai, grandi lettori di BookAvenue, che i libri per ragazzi ci stanno salvando la pelle già da qualche anno. E’ indubbio che mentre tutti i canali arretrano, il solo settore capace non solo di crescere, ma anche di sostenere le economie delle nostre librerie, è proprio quello delle letterature per l’infanzia e più in generale il reparto ragazzi. Ora: mettete qualche copie di ogni libro che i “Piccoli Lettori…” vi segnalano: potrete (potremo), solo farvi(ci) del bene. E già che ci siete, ringraziate, ringraziamo Gioia Marchegiani e tutte le ragazze della rubrica: ci stanno dando una mano e stanno facendo un meraviglioso lavoro di divulgazione.
Michele