Bambini nel tempo lo lessi in un’estate calda di quasi trent’anni fa, nel microscopico appartamento che mi vide di nuovo single dopo una separazione dolorosissima.
L’orrore immutato del tempo

Leggi, Ascolta, Vivi!
Bambini nel tempo lo lessi in un’estate calda di quasi trent’anni fa, nel microscopico appartamento che mi vide di nuovo single dopo una separazione dolorosissima.
Nei giorni scorsi è arrivato sul tavolo del nuovo sottosegretario con delega all’Editoria, Giuseppe Moles, un appello affinché recepisca le indicazioni del Parlamento, già approvate all’unanimità dalla Commissione Cultura, per salvaguardare migliaia di posti di lavoro, centinaia di aziende e soprattutto il diritto dei cittadini a informarsi liberamente. Un tema che in questi giorni (vedi il caso dei vaccini) sta tornando prepotentemente di attualità.
Un libro di Roberto Calasso merita sempre attenzione. Ma il suo lavoro “L’Innominabile attuale”, naturalmente Adelphi, è destinato a rimanere nella memoria dei buoni lettori per le sue “provocazioni” da lasciare, rigorosamente, sedimentare nel tempo della riflessione.
L’amore, quello sentimentale, assume infiniti aspetti, si evolve in modi ogni volta diversi, e nessuno di noi sa capire se sono giusti o sbagliati. E poi in nome di cosa? Con quale criterio? Esiste un modo corretto, sicuro, per permettere a una relazione di crescere e durare nel tempo? Quanto ci spaventa l’amore vero? Leggendo il romanzo Cometa e bugie dopo venti anni queste domande scaturiscono spontanee assieme a tante altre. E non importa che tu abbia letto Cometa e bugie, perché questo non è un sequel, piuttosto un’esperienza che si interseca al racconto da cui ha avuto origine.
Vi anticipiamo un ampio stralcio dell’intervista di Antonio Monda di Repubblica allo scrittore newyorkese: “L’escalation è iniziata con la richiesta di 11 mila voti persovvertire il risultato elettorale. McConnell e Pence? La storia insegna che, quando cade un regime, anche i fedelissimi per salvarsi si schierano con i vincitori”
Paul Auster è incollato davanti alla televisione, sconcertato per quello che sta avvenendo a Washington. “Credevamo di aver visto tutto in questi anni”, dice, cercando di mantenere la calma “ma un assalto a Capitol Hill sembra uscito da un pessimo film di serie B. Purtroppo invece è la tragica realtà”.
Come molti, da queste parti siamo assai contenti che questo anno terribile stia per finire. In BookAvenue, abbiamo voluto testimoniarlo con fedeltà alla linea editoriale originaria che ci siamo dati il lontano 2001 e con altrettanta attenzione all’attualità. Abbiamo voluto guardare al tempo corrente recensendo libri di saggistica e narrativa che più di altri hanno saputo raccontarci il mondo ostaggio di se stesso prima che di un nemico invisibile come il Cov-19.
E’ mancato il più grande calciatore di tutti i tempi. BookAvenue lo celebra riproponendo l’articolo di Michele Genchi pubblicato sulla nostra rivista di culture letterarie n.3
Una passione, quella per il pallone, che si manifesta fin da piccolo quando, vivendo in una casa ben più che modesta (non c’era neppure l’acqua) non aveva molte cose con cui divertirsi.Grazie al padre, grande lavoratore, aveva però da mangiare sempre a sufficienza e questo spiega come, sia cresciuto con forza nelle gambe e con un fisico resistente. Non aveva mai pensato seriamente di intraprendere la carriera di calciatore, la sua era, come quella di tutti i bambini argentini una semplice passione e il desiderio di giocare e di divertirsi con il pallone.>>
A ogni costo, scritto da Cristina Orlandi e basato su una storia vera di cui lei stessa ha raccolto la testimonianza, è un libro importante. Perché aiuta a pensare e infonde coraggio.Perché parla di un tema terribilmente attuale e di cui si parla – nel modo giusto – ancora troppo poco. La storia di Serena, che Orlandi ha romanzato, è quella di tante altre donne che credono di avere incontrato il loro principe azzurro e invece stanno per vivere il peggior incubo della loro vita. Perché l’uomo perfetto non esiste e se così appare spesso è una maschera che nasconde un violento, uno che sa manipolare, che non si fa scrupolo a infliggere dolore e umiliazione alla donna che dovrebbe amare.
Dunque eccomi qui, a testa in giù in una donna. Braccia pazientemente conserte ad aspettare, aspettare e chiedermi dentro chi sono, dentro che guaio sto per cacciarmi, chiudono gli occhi di nostalgia al ricordo di quando fluttuavo libero nel mio sacco opalescente, a spasso dentro la bolla sognante dei miei pensieri, tra capriole al ralenti in un oceano privato, e delicate carambole contro i confini trasparenti della mia prigione, quella membrana sicura che, pur attutendole, vibrava insieme alle voci di cospiratori intenti a una macchinazione odiosa. Succedeva nella spensierata stagione della mia giovinezza. A questo punto, ormai completamente capovolto, con le ginocchia schiacciate al petto e senza margine di movimento, non ho soltanto la testa impegnata ma anche tutti i pensieri. Non ho più scelta, un orecchio è premuto giorno e notte contro le pareti irrorate di sangue. Ascolto, prendo appunti mentali, e mi preoccupo. Tra lenzuola sento discorsi efferati e mi agghiaccia il terrore di quel che mi aspetta, di quel che potrebbe compromettermi.