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Quando lo sport è carogna

Senza paura è una storia d’amore.
L’amore perverso per una passione, l’amore che trasmigra e rimbalza tra generazioni, l’amore per chi non c’è più, l’amore inespresso e quello letale. E la storia è una di quelle che ti prendono allo stomaco perchè non è inventata, è vera e terribilmente recente.
Ancora una volta Flavio Pagano scrive di sport. Ma non di epiche maratone di inizio ‘900 nè di eroici incontri di rugby. Questa volta è diverso perchè, forse, a ben vedere, l’autore non racconta lo sport, racconta il calcio.

«Ci odiano per quello che siamo», scelta e responsabilità nel capolavoro di Torberg

Riproponiamo alla lettura, l’articolo di Alen Loreti sul libro di Friedric Torberg.

“Qual è il libro più bello che hai letto quest’anno?” Alla domanda di una mia amica, professionista del campo editoriale e forte lettrice ─ capace di doppiare con facilità la cinquantina di volumi letti dal sottoscritto in un anno ─ non ho manifestato incertezze: “Un libro di Torberg”, ho risposto. E lei: “Ma chi, l’ebreo che fuggì alle persecuzioni e finì in California?”. Sì, proprio lui, proprio quel Friedrich Torberg ─ pseudonimo di Friedrich Ephrain Kantor ─ che nel 1943 pubblicò a Los Angeles un piccolo capolavoro finalmente tradotto in italiano da Martino Tranker e proposto dalla casa editrice Zandonai con il titolo Mia è la vendetta.

Domande. È un libro tremendo e straordinario, ben poco adatto al clima natalizio, ma voglio parlarne ora, per evitare che venga assorbito dalle decine e decine di titoli che tra meno di un mese usciranno in occasione della Giornata della Memoria. Se possibile, questo libro va letto prima. Perché prima di altri ha messo in luce i quesiti che i sopravvisuti alla soluzione finale avrebbero dovuto affrontare: perché Dio ─ parola che nella lingua ebraica non esiste, perché esistono solo attributi del divino ─ perché ha potuto permettere l’orrore della Shoah?

Antonio Capitano

Laureato in Scienze Politiche, Antonio Capitano è funzionario comunale. E’ lo sguardo sulla realtà di BookAvenue.
Scrive su Atlante, magazine della Treccani. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore e collabora con Il Ponte, rivista fondata da Piero Calamandrei. E’ stato autore, attore e regista teatrale. Ha ricevuto numerosi riconoscienti giornalistici e culturali. Nell’Aprile del 2021 è stato nominato Ambasciatore della lettura dal CEPELL (Centro del libro e della lettura) del Ministero della Cultura.

Francesca Mariucci

E’ nata Città di Castello ma ormai vive da tanti anni a Casalecchio di Reno (Bologna). Si è laureata in letterature straniere moderne presso l’Università di Firenze e ha vari lavori alle spalle: dall’azienda familiare, come rivenditore di macchinari per bar e ristoranti, ad un ufficio emiliano come commerciale estero, ma il lavoro che ha amato di più è stato quello di prof. di inglese in un liceo linguistico, che si colloca temporalmente a metà della sua carriera lavorativa. Conserva ancora i biglietti che le scrissero gli alunni prima che li lasciasse per trasferirsi in Emilia.

michela murgia

Ma le donne sono ancora invisibili

di Michela Murgia

Per poter dare il concorso per diventare insegnanti si dovranno studiare 35 scrittori italiani, di cui solo una è donna: Elsa Morante. E’ un fatto di questi giorni e il mondo intellettuale ci si è scomposto poco, fatte salve le donne intellettuali, che giustamente pretendono che lo sguardo sessista cambi di più proprio dove pretende di formare gli sguardi degli uomini e delle donne che verranno.

michela murgia

Perchè “Bella addormentata” sono soldi buttati

A vedere l’ultimo film di Bellocchio ci sono andata più che ben disposta. Sono sensibile al tema e L’ora di religione a suo tempo mi era molto piaciuto. Peccato: stavolta ho buttato via i soldi e mi resta il rammarico di una bella occasione mancata. Bella addormentata, al di là delle velleitarie dichiarazioni appiattisce le sfumature il cui tema obbligherebbe all’intelligenza
MM

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Philip Roth contro Wikipedia

Philip Roth contro Wikipedia: lo scrittore americano ha contestato la voce dedicata dall’enciclopedia libera al suo romanzo ‘La Macchia Umana’ e soprattutto al fatto che quando lui ha cercato di correggerla si è sentito rispondere picche dagli amministratori del sito. Roth ha quindi scritto una lettera aperta al New Yorker trasformando l’attacco a Wikipedia in un lungo monologo sul processo attraverso cui si costruisce l’immaginazione degli scrittori.