La matematica mi aveva incuriosita sin da piccola. Tutto merito dell’amore che mi avevano trasmesso i miei zii e mio padre per questa scienza, ma anche di una buffa carta da parati. Quando i miei genitori si erano trasferiti in campagna, avevano tappezzato le pareti della casa con delle carte eleganti, fatte venire apposta da San Pietroburgo. Ma avevano fatto male in calcoli e, arrivati alla camera di noi ragazzi, la carta da parati era finita. Fu deciso di ricoprire, provvisoriamente, le pareti con dei rotoli di fogli pieni di formule astruse, acquistati molti anni prima da mio padre. Passavo ore ad osservare quei segni e quei numeri, allora incomprensibili, cercando di capire il significato di qualche passaggio.


Alle 21:30 si sentì la chiave nella toppa della porta. Esteban la sentì dal suo letto. Ora poteva addormentarsi senza timore dei robot umanoidi. Il vero salvatore del mondo era papà. Anche Charlie sentì chiudersi la porta d’ingresso. Quando era piccola, correva verso papà, lui la prendeva in braccio dicendo che “era la più bella” e Charlie credeva che mamma fosse gelosa. Adesso Charlie chiudeva la porta della sua stanza dopo cena e non si muoveva più dal letto. Si vietava perfino di pensare: “E’ arrivato papà”. Eppure, quando sentì i suoi passi in corridoio, smise di leggere Psycho-boy e trattenne il respiro. Suo malgrado lo incoraggiò mentalmente: “Entra, entra”. ma i passi si allontanarono. Lui non osava. Lei non osava più. Da qualche mese, Charlie e papà si erano persi di vista.


Una sensazione dirompente era scoppiata in lui al cospetto dei due fratelli che si fronteggiavano, armi in pugno: quella di non appartenere né all’uno né all’altro. Lui viaggiava su binari diversi e sul treno del suo futuro non c’era posto per la violenza.
La magia delle parole che si combinano in immagini è davvero senza tempo, soprattutto in quei libri che hanno segnato l’immaginario e posto nel cuore e nella mente semi audaci, per far germogliare rispetto, conoscenza e passione per le storie. Con questa rubrica vi dedico i miei classici del cuore, quelli che mi hanno donato solide radici, senza le quali ora non sarei qui.






