La vita non è mai quello che avevamo immaginato. MAI. Fai pace con le insicurezze, Ariete, perché tutti a questo mondo sono insicuri. Quando ti senti qualcuno, capita sempre che arrivi qualcun altro e ti faccia sentire nessuno, in casi estremi, che ti cancelli – sia fisicamente sia come ricordo – dalla faccia della terra. Trai forza da questo caso pressoché sconosciuto alla grande maggioranza di persone, persino agli esperti di calcio: il caso di Arpad Weisz. Chi è? Vatti a leggere subito la sua storia, un saggio che ha il sapore di un romanzo, perché mette insieme la vita di un calciatore famoso e il suo essere ebreo, il tutto ambientato, purtroppo realmente, ai tempi delle leggi razziali.
Matteo Marani, Dallo scudetto ad Auschwitz
Si sono ritrovati a distanza di pochi metri. Forse un paio.
Mussolini da un lato.
Weisz dall’altro.
E’ successo nell’agosto del 1936, quando il capo del fascismo ha voluto premiare gli atleti che hanno brillato alle Olimpiadi di Berlino, guidati da Frossi. E nel cerimoniale sono inseriti i giocatori del Bologna trionfatori in campionato. (…). E’ forse la prima volta che Weisz vede così dappresso l’uomo della provvidenza, quello che diventerà nel volgere di un paio di anni il suo carnefice.