C’è un colpevole silenzio sulle condizioni di salute di Alberto. Come molti ricorderanno, è ricoverato da ottobre in una clinica romana per una infezione polmonare che comprime le sue funzioni vitali ed è, per questo, bisognoso di cure continue. Respira ancora adesso grazie ad una tracheotomia e ha passato alcuni momenti davvero critici. In questo momento la situazione sembrerebbe stazionaria nella sua serietà. Non ci sono bollettini medici aggiornati da mesi.
Lo scorso gennaio, la sua compagna, Michela Miti ha alzato la voce per reclamare il suo diritto sacrosanto di ricevere reali e puntuali informazioni riguardo l’uomo che ama e con cui vive da anni; tra le altre cose pure sollevando una questione del tutto legittima: possibile che dopo mesi, il paziente non migliora, quali che siano le cure e le visite specialistiche cui è stato sottoposto? Oppure, sospetta (e io con lei), non sta ricevendo cure adeguate tali da guarirlo, finalmente? Perché se non è così, forse è meglio che il paziente riceva le cure che gli abbisognano presso una struttura pubblica specializzata, dove però è necessaria una firma da parte di un parente o di un congiunto per poter ottemperare al trasferimento. Michela, non può firmare perché, la sua, non avrebbe valore legale: la donna e lo scrittore non sono sposati e questo, si sa, è un Paese a Responsabilità Limitata. Alberto Bevilacqua ha divorziato da molti anni, non ha figli, ha solo una sorella che vive a Parma e che, a detta di chi gli è accanto giorno e notte, non conosce le sue reali condizioni di salute, pur dettando l’agenda delle cure e delle attività famigliari, (compresa la possibilità di visitarlo; non fosse altro per l’amore filiale) ora delegate paradossalmente ad un tutor esterno all’ambito famigliare del mio, del nostro amico e grande scrittore. C’è pure una questione finanziaria: ricevere cure presso una struttura del genere, costa moltissimo. Alberto, per quanto il suo lavoro lo abbia premiato con una certa tranquillità economica, non è che questa sia infinita, per non parlare del fatto che la sua compagna è tagliata praticamente fuori anche dall’accesso ai mezzi di sussistenza minimi, ricorrendo ai suoi risparmi personali. Insomma: una situazione davvero poco decorosa per una donna che ha dedicato la sua vita al suo uomo con una devozione e un rispetto davvero esemplari. Merce, questa, davvero rara.
Ora: fermo restando che – sono sicuro – si stia facendo ogni sforzo per salvaguardare la salute di Alberto Bevilacqua, faccio appello – a nome di molti affezionati lettori – ai responsabili della clinica dove dimora ormai da sette mesi, affinché venga data pubblica informazione sul suo stato di salute, invitando la parentela a rimuovere ogni ostacolo che impedisce a Michela Miti di ricevere tutta la dignità morale (e materiale) che spetta al suo ruolo. Invito gli organi di informazione a rinnovare l’interesse della pubblica opinione ed in particolare della comunità intellettuale del Paese intorno alla figura di una delle più importanti persanalità della nostra letteratura contemporanea.
Michele Genchi
mi associo all’appello, credo che i lettori meritino un po’ più di notizie riguardo Bevilacqua. LP
Grazie a miche genchi per quest’appello più che doveroso.
Un caro saluto e un augurio di ogni bene ad Alberto Bevilacqua