Podcast. Milioni di stelle ma brillano solo alcune: John Legend

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Non ho mai proposto al direttore del sito di fare la classifica anche della R&B settimanale/quindicinale o mensile; se così fosse, sarebbe molto interessante verificare i fenomeni del momento ma anche le stelle del firmamento blues. I meglio venduti del mese di Novembre vedono nuovi ascolti per il giovane Jeremih FT YG con Don’t tell’em, presente da soli 4 settimane e balzato in primo posto praticamente subito, ma non durerà, secondo me. Così come al secondo posto la sensualissima Nicki Minaj con Anaconda.>>

Il bello di questi due è che entrambi pubblicano i loro successi R&B con delle etichette sconosciute ai più, quasi fossero auto-prodotti sono molto amati oltreoceano ed anche da noi stanno cominciando a farli sentire in alcuni programmi di culto tipo SoundCheck su Radio 24. Il terzo posto è la scusa per occuparmi con un bel pò di ritardo del fantastico e bellissimo (quanno ce vò, ce vò) John Legend che, con All of me, è prodotto dalla “Major” Columbia. Per la cronaca: è in classifica da…30 settimane, non so me mi spiego. E sempre per la cronaca, vi informo che al quarto posto da ben diciannove settimane è piazzato Yggy Azalea FT Rita Ora con Black Widow (li danno in salita) e il mio caro e amato Eminem è praticamente entrato e sta già uscendo dopo solo tre settimane e non è andato più in la del 4 posto: ora è al quinto e precipita giù. La classifica è quella della Official Charts Company: così siamo tutti tranquilli.

Dicevo John Legend. Indovinate un po’ dove ha cominciato. 3,2,1?? Indovinato!: anche lui in chiesta. Ha passato molto tempo in quella dove il zio prete si prendeva cura del suo gregge. Giovanissimo, a soli 16, anni entra alla Università della Pennsylvania a Filadelfia (lì, non è come da noi che le superiori le finisci per forza a diciotto anni: prima dai gli esami prima entri all’università! Non è raro trovare quindicenni matricole). Che sia un talento lo si vede subito: è un mago al piano e riceve le sue prime offerte di lavoro. Ma è a New York, dove si trasferisce finito il college che John comincia a suonare con periodicità nei nightclub costruendo un seguito sempre più numeroso di entusiasti sostenitori. Pubblica il suo primo disco Live at Sob’s NYC e incontra Kanye West che gli suggerirà il cambiamento del nome (dall’anonimo Stephens) in quello con cui tutto il mondo ora lo riconosce. “College dropout” è il disco che i due venderanno a milioni e darà loro la fama che meritano. E’ il 2003 il disco non è annoverabile tra i suoi perché il nostro eroe è il Guest del disco. Poco importa: quell’anno si esibiranno anche ai grammy. Della serie: che vuoi di più dalla vita?

Sarà proprio il duo di canto a sostenerlo nel lancio del suo primo disco da solista, Get lifted, di cui il singolo Used to love sarà tra la best-list proprio della classifica di cui sopra. Ma sono mesi intesi anche di collaborazioni esterne in altri gruppi tipo i Slum Village, sconosciuti da noi, ma apprezzati rock-rapper negli Usa e con i Fort Minor nonché con la bellissima You don’t know my name di Alicia Keys.
Dal 2004 in poi John Legend ha saputo costruire, grazie al suo talento e alla sua sconfinata creatività, una carriera straordinaria molto ricca di album memorabili tipo Gef limited o Once Again dove si sentono, eccome, le influenze jazz e soul con brani tipo Save Room, un brano incredibilmente bello dove John Legend dà grande prova di sé come cantante in totale assenza del pianoforte; provate a cercarlo: lo riconoscerete. Le radio lo hanno “mandato” moltissimo negli ultimi anni. Sono stati anni molto pieni di collaborazioni e dischi.
Negli ultimi anni da segnalare un duetto con Tiziano Ferro per il brano Karma nell’album “L’amore è una cosa semplice” e, udite udite, come giudice del famoso talent show americano Duet insieme ad altri freaks (che sta per fricchettoni) della musica pop Usa. Suo è il brano “Who Did That To You” alla colonna sonora del film Django Unchained. Il suo ultimo lavoro è dell’anno scorso Love in future. Bellissimo.
Un bacio e alla prossima

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La fila non è luna e, a dire il vero, non li ho tutti. I miei si contano su tre dita e me lo rimprovero perché quest’uomo è bello e bravo: prometto a me stessa di rimediare al più presto. Intanto, Get Lifted passa per essere il suo primo album anche se non è propriamente così se si conta “The dropout college”. Dentro ci sono alcuni bravi, secondo me notevoli, che servono a chiunque per farsi innamorarare di questo straordinario cantante; ci trovate “Used to love”, già citata prima e “Ordinary people”. Belle assai assai. Poi viene, naturalmente, Once Again con “Save Room” e la famosissima “PDA We just don’t care” con un bel ritmo e, ultimo ma non ultimo, Love in the future che comprende roba tipo la bellissima “All of me” quasi una ballad che vi faccio ascoltare da YouTube, e “Wanna be loved” un album, questo, dove c’è pure Seal che canta. Bravo Bravo Bravo.

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