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Per un pomeriggio intero, la madre di Maurice cuce con grande attenzione le stelle sui grembiuli di scuola. Si siede vicino alla finestra nell’unica stanza della loro casa e Maurice, coi suoi fratelli, la guarda lavorare con grande interesse.
Cuce a piccoli punti serrati, precisi, uno dopo l’altro. Tutto quello che fa mia madre, pensa Maurice, lo cerca sempre di fare con tutto l’impegno e la cura che può.
Quelle stelle si era dovuto comprarle e si erano usati i “buoni per i tessili” che il Comune ormai distribuiva col contagocce. Bisogna comprarsele pagarsele e cucirsele da sé. E’ importante che le stelle siano cucite in modo solido. Si dice che una stella cucita male potrebbe procurare guai seri…

Tra la stella e la stoffa del vestito non deve passare nemmeno uno spillo.
«Ma a cosa serve, mamma?» chiede Berthe, la sorella di Maurice. «A mostrare che si è ebrei», risponde sua madre.
Maurice ascolta, ma non ha dire niente, è bloccato. Fino a quel momento pensava che una stella fosse una cosa graziosa, piacevole. Qualche volta le disegnava le stelle nel suo quaderno. C’era quella a cinque punte che si fa con cinque linee, senza staccare la matita, e quella a sei punte, formata da due triangoli incrociati. Questa stella però ha qualcosa di sgradevole e, in effetti, sua madre sembra preoccupata, e anche Maurice è preoccupato.
Ma perché bisogna “mostrare” di essere ebrei, si chiede Maurice.

Mi ha stupito leggere Una strana fortuna di Maurice Grosman (edito in Italia da Giuntina), un libro visivo, scultoreo, scritto con sincerità e precisione. Un libro che evita i commenti e fonda la sua efficacia sulla rappresentazione dei fatti e sulla descrizione di comportamenti, anziché sull’organizzazione di ragionamenti.
Grosman deve la sua vita a una fortunata successione di eventi (è questa la sua “strana fortuna”). Tutta la sua famiglia è stata sterminata ad Auschwitz, ma lui si è salvato, è vivo per raccontare e fissare le parole con precisione e mirabile senso del ritmo.
Colpisce non poco la sua scrittura nitida, limpida, lucida, il modo in cui sceglie il particolare essenziale che porta verso la meta, lo sguardo acuto che vede gesti e ascolta parole.

Maurice Grosman
Una strana fortuna
traduzione di Vanna Lucattini Vogelman
Giuntina, 2012

 

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Marco Crestani

"In una poesia o in un racconto si possono descrivere cose e oggetti comuni usando un linguaggio comune ma preciso, e dotare questi oggetti - una sedia, le tendine di una finestra, una forchetta, un sasso, un orecchino - di un potere immenso, addirittura sbalorditivo. Si può scrivere una riga di dialogo apparentemente innocuo e far sì che provochi al lettore un brivido lungo la schiena… Questo è il tipo di scrittura che mi interessa più di ogni altra. Non sopporto cose scritte in maniera sciatta e confusa…"(Raymond Carver)
http://libereditor.wordpress.com/

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1 commento

  1. Di solito mi tengo lontana da certi libri che, a prima vista sembrerebbero di una tristezza infinita. Ma è difficile farne a meni, in specie se sei tu a consigliarli. Ecco quindi un’altro libro da leggere! grazie, Lory

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