La difficile arte di riempire uno zaino

trekking, foto di uomo al tramonto su sentiero di montagna
   Tempo di lettura: 13 minuti

Ho percorso cinque volte il Cammino di Santiago per altrettante vie e non smetterò finché le gambe e il fiato me lo permetteranno, la via Francigena (un bel pezzo ma non tutta), la via degli Dei, la Traversata, Trans in gergo, del Lagorai, il Cammino di Francesco, e svariate altre “passeggiate” della durata di un week-end o di qualche giorno dalle Alpi agli Appennini sul Sentiero Italia.
L’ho detto altrove: camminare è, in un certo senso, il modo in cui investiamo gli atti universali con significati particolari. Come mangiare o respirare, l’atto di mettere un piede davanti all’altro, può essere vissuto con significati culturali diversi, dall’erotico allo spirituale, dal rivoluzionario all’artistico. Quale che sia la circostanza che vi fa muovere, lo zaino sarà il fardello dove riporre le cose che dovrete portarvi dietro.

Riempire uno zaino è un’arte che si affina col tempo e non è detto che ci si azzecchi.

Riempire uno zaino è un’arte che si affina col tempo

Proprio recentemente, preparando lo zaino per il Cammino Portoghese, ho tenuto conto delle previsioni del tempo che avrei trovato al mio arrivo. Risultato? Le previsioni annunciavano imminenti pioggia e freddo rivelandosi completamente sbagliate e facendomi riempire inutilmente lo zaino di materiale inutile. Come ho risolto? Alla prima occasione, ho riempito una scatola e spedito tutto all’ufficio dei pellegrini delle poste di Santiago di Compostela, dove in seguito ho badato a ritirarla. La cosa che mi è dispiaciuta di più è che, sbagliando, ho compromesso anche lo zaino di mio cognato che mi accompagnava per il suo primo “cammino”.

Succede perché, se imballato in modo efficiente, uno zaino può ingoiare un incredibile assortimento di materiali. Tuttavia, cosa metterci e dove sistemarli? Non c’è un modo giusto per farlo. A casa, disponi a vista tutta la tua attrezzatura e prova diverse routine di caricamento finché non trovi ciò che funziona meglio per te.

Prima, però…

Prepara una lista di controllo

Naturalmente, dipende dalla durata del viaggio che stai preparando, dal tipo di trekking che ti accingi a fare, se dormirai all’aperto o in albergo/ostello, se avrai o no necessità di portarti anche del cibo e, non meno importante, in quale stagione prevedi di farlo o più semplicemente se conosci in anticipo il tempo che troverai.
Ti sembrerà mancare qualche pezzo e sarà sempre assai difficile dover rinunciare a qualcosa che sembra essere necessaria ma non lo è affatto. Superare il legame affettivo verso determinati oggetti/materiali è il compito più arduo al quale un essere umano possa dedicarsi.

La regola è che il peso complessivo non debba superare il 10,15% del tuo peso. L’ultima volta il mio zaino pesava meno di 7kg, al netto dell’alleggerimento di cui accennavo prima, eppure, dopo ore sulle spalle, sembrava lo stesso molto pesante. Tra le altre cose, nelle righe che seguono, offro suggerimenti per l’imballaggio e spiego il modo (secondo me) corretto per sollevare lo zaino quando è pieno. Uno zaino ben carico si sentirà in equilibrio quando si riposa sui fianchi e non si sposterà o oscillerà mentre cammini.

Di solito faccio così e ti invito a seguire questo primo suggerimento: per assicurarti di avere tutto, prendi appunti elencando una lista su ciò che ha funzionato bene (o male) dell’esperienza precedente.

Separarsi dagli oggetti è il compito più arduo al quale un essere umano possa dedicarsi

L’imballaggio

può essere suddiviso in tre zone, oltre allo stoccaggio periferico:

  • Zona inferiore: buona per attrezzi ingombranti e oggetti non necessari fino al campo.
  • Zona centrale: buona per i tuoi oggetti più personali e meno pesanti.
  • Zona superiore: buona per gli elementi essenziali, più leggeri e meno ingombranti di cui potresti aver bisogno in cammino.

Tasche per accessori: ideali per gli elementi essenziali di cui avrai bisogno con urgenza o più spesso.

Passanti per attrezzi e punti di ancoraggio: ideali per oggetti di grandi dimensioni o troppo lunghi.

Visualizza l’impilamento del materiale. Stendi quello che infili in “orizzontale”: non costruire colonne; riempi gli angoli e le fessure fino a quando non hai un carico solido e stabile e assicurati che il peso sia equamente bilanciato su ciascun lato.  Stringi le cinghie di compressione per snellire il carico ed evitare che si sposti durante l’escursione.

Gli oggetti ingombranti di cui non avrai bisogno prima di accamparti includono:

  • Sacco a pelo (molti zaini hanno uno scomparto esterno, in basso, con le cinghie predisposte all’aggancio)
  • Materassino (soprattutto se si arrotola in una forma minuscola)
  • Kit da cucina
  • Fornello
  • Serbatoio dell’acqua (a meno che tu non preferisca le bottiglie esterne o il sacchetto da riporre in testata con il tubo accordato agli spallacci)
  • Contenitori vari (contenente il cibo e altri oggetti)
  • La tenda. Ad alcune persone piace anche riporre la tenda in cima al gruppo per un rapido accesso se un tempo incerto o se una improvvisa tempesta si avvicina prima che si sia arrivati alla zona/campo di destinazione.

L’imballaggio di oggetti pesanti sistemati aiuta a creare un baricentro stabile e dirige il carico verso il basso anziché all’indietro. Il peso deve essere, però, equilibrato. L’equipaggiamento pesante fa incurvare uno zaino; posizionato troppo in alto, fa sentire lo zaino ribaltato.

A proposito del “cambio” di vestiario che intendete portarvi. Il trekking insegna che non è necessario portarsi dietro l’armadio; il bravo escursionista tiene conto di lavare a fine di giornata i vestiti utilizzati (maglietta, calze e intimo) per ritrovarseli puliti e asciutti l’indomani.

  • Qualsiasi altro capo, come la biancheria intima lunga, con cui prevedi di dormire.
  • Scarpe da campo e/o ciabatte.
  • Busta contenente il kit igiene. Una sapone di Marsiglia servirà per l’igiene personale e per lavare l’abbigliamento sporco. Risparmiate peso.

Imballare questo tipo di equipaggiamento nella parte media dello zaino crea anche una sorta di sistema interno di assorbimento degli urti per la schiena.

Articoli importanti

Alcuni elementi essenziali per le “camminate” in montagna comprendono necessariamente:

  • Giacca coibentata. Serve sempre. In montagna i cambiamenti di tempo e temperatura possono essere improvvisi.
  • Giacca e pantaloni in pile (dipende dalla stagione)
  • Giacca da pioggia (sempre a portata di mano)
  • Kit di pronto soccorso. Siate bravi a costruirlo.

Personalmente, oltre la giusta scorta dei farmaci che prendo giornalmente, porto sempre con me: ghiaccio secco per un uso immediato da eventuali storte, bende, cerotti grandi, pomate anti-contusione, Autan(!), salviette disinfettanti. Il resto mettetelo voi… Sistematelo nella “testa” dello zaino: in caso di emergenza è necessario averlo a portata di mano.

  • Filtro per l’acqua o depuratore
  • Forniture per servizi igienici (spatola, sacchetto WAG)

Assicuratevi che il sacchetto sia biodegradabile! E’ abbastanza inutile seppellire le vostre feci se il sacchetto di plastica impiega più di 100 anni per sciogliersi! Se state facendo trekking lontano da luoghi ospitali, scavate una buca di 20 centimetri e lontana una cinquantina di metri da una eventuale fonte d’acqua; potete evitare di usare i sacchetti che servono, invece, per un’emergenza e per “portarvela dietro” quando la vostra escursione conta di farvi tornare alla base. La lascerete nel primo bidone dell’indifferenziata che troverete.

Tasche per accessori

Gli zaini differiscono per ciò che forniscono: tasche sul “coperchio” di testa, tasche frontali, tasche laterali e tasche sulla cintura. Alcune tasche hanno anche molte tasche più piccole all’interno. Tutte queste opzioni ti aiutano a organizzare gli elementi essenziali più piccoli:

  • Carta geografica/guida
  • Bussola
  • GPS/cellulare
  • Occhiali da sole
  • Crema solare
  • Balsamo per le labbra
  • Lampada frontale
  • Spray (l’Autan di cui al kit di pronto soccorso)
  • Spuntini
  • Bottiglie d’acqua
  • Copertura antipioggia
  • Chiavi della macchina

A proposito di chiavi dell’auto. Non ridete per quanto leggerete di seguito: la cosa è più seria di quanto sembri! Non sono mai partito per un trekking in auto ma conoscono più di una persona (lasciatemi dire: imbranata) che ha perso le chiavi! Cercate una clip all’interno di una delle tasche e soprattutto ricordatevi di avercele messe.

  • Carta d’identità e contanti

Passanti e punti di ancoraggio

Potendo, alcuni degli attrezzi più comuni da allacciare all’esterno dello zaino includono:

  • Bastoncini da trekking
  • Pali della tenda (se si decide di spacchettare il sacco che la contiene)
  • Il materassino
  • Picozza da ghiaccio
  • Ramponi
  • Corda da arrampicata
  • Casco
  • Moschettoni

Molti zaini hanno anelli per attrezzi speciali, elementi di fissaggio o altre soluzioni di sistemazione per alcuni di questi attrezzi. Cinturini e cinghie di compressione possono essere utilizzati anche per sistemare attrezzi che semplicemente non possono essere trasportati in nessun altro posto dello zaino.

Tuttavia, poiché questa attrezzatura può impigliarsi nei rami o raschiare contro le rocce, dovreste ridurre al minimo il numero di oggetti che si trasportano all’esterno dello zaino.

 

Come sollevare il tuo zaino

Un errore comune commesso dai principianti è quello di sollevare uno zaino con una tracolla. Questo non solo può danneggiare e consumare prematuramente l’imbracatura della spalla, ma rende anche difficile controllare lo zaino mentre provi a portarlo sulla schiena. Per non parlare dello “strappo” al bacino che può rovinarti la vacanza prima ancora di partire. Invece, segui questi passaggi e sarai in grado di sollevare senza problemi anche uno zaino molto carico da terra alla tua schiena:

-Allenta leggermente tutte le cinghie per facilitare l’inserimento dello zaino.

-Inclina lo zaino in posizione verticale a terra.

-Stai attento: bisogna avere le gambe ben divaricate e le ginocchia piegate.

-Afferra l’anello di traino (l’anello della cinghia nella parte superiore del pannello posteriore dello zaino).

-Solleva e fai scorrere lo zaino fino alla coscia e lascialo riposare; tieni la mano sull’anello di traino per il controllo.

-Fai scivolare l’altro braccio e la spalla attraverso una tracolla fino a quando la spalla è cullata dall’imbottitura.

-Piegati in avanti e fai oscillare lo zaino sulla schiena. Ora fai scivolare la mano che teneva l’anello di traino attraverso l’altra tracolla.

-Allaccia le cinture e fai le tue solite regolazioni di vestibilità. Fai aderire lo zaino alla schiena.

-Solleva le ginocchia; tirati su.

Pratica l’arte di sollevare il tuo zaino a casa. Se riesci a rimuovere (e sollevare) facilmente lo zaino ad ogni sosta, puoi allungare i muscoli affaticati e finire l’escursione senza sprechi di energia alla fine della giornata. Lo dico perché i primi giorni dell’ultimo giro di giostra sono stati davvero difficili. Poco allenamento e il peso dello zaino mi hanno molto stancato. Ero a pezzi. Recuperare ed entrare nel mood del cammino è stata dura. Dopo, il cammino mi ha regalato la gioia che tutti i pellegrini conoscono.

Finisco. Molti youtuber offrono diversi modi per costruire il proprio zaino: dalla via zen alle tecniche più avanzate. Personalmente, credo che ognuno debba fare esperienza sulla propria pelle scegliendo con cura e pensando all’utilità dei singoli attrezzi che si decide di mettere nello zaino. Lo zaino, è bene ricordarlo, è la metafora delle nostre vite: se è troppo carico non si va da nessuna parte.

Che la forza sia con voi.

 

Per BookAvenue, Michele Genchi

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