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Il valico Forca Caruso si trova sul versante occidentale meno visitato dell’Appennino abruzzese, tra la piana del Fucino e quella Peligna al confine con l’area del parco Sirente.. Il viaggio non è stato particolarmente lungo, sebbene la levataccia alle cinque e mezza si è poi fatta sentire.
Dopo aver caricato l’auto con tutta la nostra poca attrezzatura da trekking, abbiamo percorso l’autostrada che da Bari va verso nord fino a Pescara per poi dirigerci verso Pescina – dir. Roma – da dove abbiamo raggiunto la nostra destinazione risalendo la Statale 83.
Nel Parco Nazionale d’Abruzzo esistono molti percorsi da fare con i cani e amavamo l’idea di permettere al nostro Yogi (si, come l’orso di fumetti) di godersi un bel fine settimana tra boschi e verde. Siamo arrivati all’inizio del sentiero verso le dieci. C’erano molte possibilità di parcheggi e speravamo tutti di fare una bella escursione tranquilla sul sentiero (il V2) ma la scusa era anche di trovare posto dove passare le prossime vacanze estive.
Abbiamo imboccato il sentiero verso est verso e dopo poco ci siamo ritrovati catapultati in un tranquillo paradiso boschivo. Il sentiero inizia come un sterrato ampio e agevole e dopo pochissimo tempo abbiamo trovato un incrocio dove i segnali indicavano di proseguire dritto. Abbiamo preferito risalire a sinistra verso Monte Sperone. Il sentiero ci ha ricordato quello simile che avevamo percorso da Altamura verso Gravina solo due settimane prima. Sia io che mia moglie siamo rimasti sbalorditi dalla bellezza del paesaggio naturale.
Più vicino alla cima c’erano alcune lievi arrampicate su roccia, decisamente gestibili con il cane al guinzaglio. Una volta raggiunta la cima, siamo stati ricompensati da una splendida vista su tutte le valli circostanti. Potevamo vedere le coste rocciose che circondano Il Sperone e le zone più popolate in basso verso San Sebastiano e Bisegna, in compagnia di altri appassionati di attività all’aria aperta che si godevano il soleggiato weekend di vacanza.
Salendo le scale di pietra sul monte Sperone e qualche minuto di coccole al cucciolone, mentre ci godevamo il panorama e qualche spuntino, abbiamo deciso di tornare indietro per la stessa strada dell’andata, invece di fare un giro verso il sud. Era il primo giorno di we e speravamo di ritornare al rifugio Filippone prima di sera. L’indomani non avremmo avuto molto tempo: speravamo di metterci in viaggio nel primo pomeriggio per tornare a casa a un’ora decente. La discesa è stata più o meno la stessa, ma con il clima caldo e umido non vedevamo l’ora di rinfrescarci prima di cena.
Mattinata di domenica incredibilmente calda. Afosa e senza un alito d’aria, perfino. Passeggiata verso Lecce dei Marsi lontani dalla statale e seguendo un vecchio tratturo. L’emozione di camminare dietro a un gregge magari attraversando un paese con la transumanza. La gente che esce a vedere, qualcuno saluta. La soddisfazione di essere lì con un gregge davanti è stata una bella esperienza. Per molta di questa gente non è una scelta quella di essere pastori: è una tradizione famigliare; un destino già deciso in partenza.
Attraversiamo il borgo. Non è che uno lo faccia apposta con un gregge, pensiamo; capita di dover passare lì, nel centro del paese, perchè l’unica strada è quella. Perchè si deve farlo, per raggiungere i pascoli, per evitare strade più trafficate, per andare o tornare dall’alpeggio. Nelle valli di montagna forse ci sono meno problemi, ma in pianura qualche disagio è inevitabile.
E’ gia ora di colazione e Le Due Quercie sembra apparire dal nulla. Questa breve ma piacevole escursione è stata una tranquilla camminata mattutina perfetta prima di tornare a casa dopo un weekend in Abruzzo. È stata bellissima e veloce mattina, ma ci ha anche fatto battere forte il cuore e ha stancato il cane per il viaggio. Un’escursione fantastica, ricca di passeggiate all’aria aperta e dal soggiorno in una pittoresca casa/rifugio ed escursioni panoramiche lungo le colline. Quanto basta per ricare le pile interiori.
per BookAvenue, Andrea Pennella
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