(ndr) per farsi una idea delle superfici: Stato del Vaticano:0,44 KM2, Moresnet:3,4 KM2, Repubblica di San Marino:61,2 KM2
1815. Congresso di Vienna. Si devono ritracciare i confini dopo che è passato il tornado napoleonico. C’è fretta. Le cartine non sono precisissime e forse il pennarello ha la punta grossa. Non si sa, perché quei documenti sono spariti nel nulla. Alla cartina sono collegati alcuni articoli del trattato per definire meglio le spartizioni, perché tutti cercano di avere il massimo e arraffare qualche territorio in più. Qualora ci fossero dubbi se ne occuperanno delle commissioni bilaterali per tracciare i confini con più precisione ed evitare che alcune case vengano tagliate a metà dalla linea di confine.
Non tutto fila liscio perché, ad esempio, nel sancire il confine tra Paesi Bassi e Prussia due diversi articoli si contraddicono, assegnando un piccolo territorio in un articolo alla Prussia e in uno successivo ai Paesi Bassi. Questo luogo si chiama Moresnet e misura 3,4 chilometri quadrati.
Pazienza; ci si mette a tavolino e si studia una soluzione, come la si sta trovando per le altre zone di confine; compensazioni: mi prendo questo pezzetto e ti consegno quest’altro.
C’è un ma, a Moresnet c’è una miniera di zinco. Lo zinco è importante per fini militari e industriali. Nessuno dei due paesi vuol cedere. Vabbè, intanto vengono sistemate le altre questioni di confine. Queste, senza problemi, vengono risolte con equi scambi. Wilson e il concetto dell’autodeterminazione sono idee ancora lontane. Risolti tutti i problemi si torna sull’enclave di Moresnet, grandi discussioni, ma la miniera fa gola a entrambi. Intanto è sfruttata da una società privata grazie ad una concessione napoleonica ed alla Francia dovrebbe pagare il relativo canone, cosa che si guarda bene dal fare.
Non si trova una soluzione. E la mancanza di un accordo crea un non-stato per la bellezza di oltre un secolo. Uno scherzo storico-politico figlio della testardaggine, dell’orgoglio, del nazionalismo e di una miniera di zinco. Si rinviano le decisioni e si lascia indiviso il territorio sul quale governano sia olandesi che prussiani, si nomina autorità politica locale il sindaco del vicino paese prussiano e poi si vedrà.
Ma qui ci vivono delle persone che devono sposarsi, ma non lo possono fare perché non si sa se i loro eventuali figli saranno cittadini olandesi o prussiani, e se si commette un crimine con quale legge lo si deve punire? Insomma qui ci sono banali problemi di vita quotidiana.
Capita.
Ogni volta che c’è un dubbio il sindaco si rivolge ai propri superiori che a loro volta fanno lo stesso, finché non si giunge al sovrano, poiché tutto ciò che riguarda Moresnet è sempre una questione internazionale, anche il matrimonio di un povero garzone. I sovrani non rispondono e tutte le questioni restano sospese, anche quelle che ovunque si risolverebbero in pochi minuti. Non c’è lo stato, ma c’è la burocrazia. Evviva.
I sovrani si stancano di essere seccati per la questione Moresnet e decidono di nominare un commissario in rappresentanza di ciascuno stato per dirimere le questioni dell’enclave.
Vengono prese le prime decisioni. Per quel che riguarda il diritto non varrà né il codice olandese, né il prussiano, ma viene adottato il codice napoleonico per non far torto a nessuno, anche se la stella di Napoleone è già tramontata; i cittadini sono esentati dal servizio militare e quasi tutti dal pagamento delle tasse e la miniera pagherà il canone di concessione alle due nazioni sovrane.
Ecco creato un paradiso fiscale.
A questo punto qualcuno, per sfuggire all’arruolamento o per pagare meno tasse, pensa bene di trasferirsi, magari giusto il tempo di evitare la coscrizione. Inoltre c’è un problema di sicurezza; l’unico gendarme è pagato dalla società mineraria e non può fare molto, può chiamare i gendarmi degli stati vicini, ma capirai, ora che arrivano, il delinquente è uccel di bosco, per non parlare del contrabbando, un’attività veramente fiorente a Moresnet.
Queste sono inquietudini per i due stati sovrani, non più i Paesi Bassi, ma il Belgio che ha lottato per la secessione e si è trovato anche la bega del territorio neutrale. Si riuniscono i commissari e non risolvono nulla, anche il neonato Belgio ci tiene alla miniera. Cambiano gli attori, ma la trama rimane uguale.
Ebbene siamo solo all’inizio della storia. Il resto del racconto lo troverete in Philip Dröge, Terra di nessuno. L’incredibile storia di Moresnet, un luogo che non sarebbe dovuto esistere, Keller.
Se volete sapere come è finita la storia ve lo posso dire, tanto non è un giallo e non ci sono maggiordomi; pensate a come è andata a finire la prima guerra mondiale e avrete la risposta.
per BookAvenue, Davide Zotto
il libro:
Philip Dröge, Terra di nessuno. L’incredibile storia di Moresnet, un luogo che non sarebbe dovuto esistere, Keller 2020
l’autore
PHILIP DRÖGE Nato a Groningen (Paesi Bassi) nel 1967, Philip Dröge è autore di libri storici e giornalista. Ha collaborato tra gli altri con «National Geographic», «Forbes», «NRC Handelsblad» e «De Morgen» e ha presentato per anni una rubrica settimanale di informazione scientifica su BNR Nieuwsradio. È fondatore di faqt, un’agenzia stampa di divulgazione scientifica. Ha pubblicato il bestseller Meesterspion (2002) sui legami tra il principe Bernhard dei Paesi Bassi e vari servizi segreti, De Schaduw van Tambora e Pilgrim. (fonte: sito edizioni Keller)