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Come i Wanderers hanno vinto la coppa d’Inghilterra.

Vi piacciono la favole? Quelle senza principesse, intendo. Vi propongo una favola calcistica.

Ma forse il romanzo di Carr, Come i Wanderers vinsero la coppa d’Inghilterra, è più simile ad un racconto epico o di avventura.

Non un giallo di sicuro, sappiamo già dal titolo come va a finire; sarebbe come dire che l’assassino è il maggiordomo.

Il libro fu scritto alla metà degli anni settanta e, se all’epoca poteva apparire già bizzarro, al giorno d’oggi risulta assolutamente incredibile e impensabile nell’attuale “sistema calcio”; per questo motivo si rivela ancora più stravagante; uno stravagante bello, ironico, divertente e carico di leggerezza.

Il libro è un romanzo di pura invenzione, ma per certi versi premonitore, salvo per  il finale. >>

Zero K. Il romanzo del nuovo secolo

Una volta che avremo imparato a dominare il prolungamento della vita e ci saremo avvicinati alla possibilità di diventare eternamente rinnovabili, cosa sarà delle nostre energie, delle nostre aspirazioni?”

Se non lo avete ancora comprato, fatelo. Vi informo che quello che avrete nelle mani, è il più importante libro del più grande scrittore vivente. Come si fa, del resto, a non definire Zero K il romanzo di un’epoca, forse il romanzo più importante, la pietra d’angolo, della nostra epoca? DeLillo è l’autore che più ha interrogato le forme e il contenuto del nostro tempo; è grazie al suo lavoro, senza dimenticare Roth, Pynchon, McCarthy e Wolfe, che si può parlare di romanzo panoramico, che esplora, cioè, quello che il mondo racconta con la sua epica.

Ancora sul sogno americano. Imbolo Mbue

Ho scelto Siamo noi i sognatori perché… non avevo intenzione di scriverne ma, come è poi successo, si è rivelata una lettura trascinante piena di speranze e anche di… sogni.
Il pregiudizio di scartare determinati libri passa per alcune determinanti del singolo lettore. Nel mio caso, dalla uniformità delle copertine della Garzanti. Spiace dirlo, ma sono tutte assolutamente uguali e questo, secondo me, oltre dimostrare una certa scarsità di ingegno degli editor, finiscono con il far credere che le storie sìano tutte uguali. Dal fortunato libro della Sanchez, Il profumo delle foglie di limone uscito anni fa, l’Editore non ha cambiato più la grafica a tal punto che si potrebbero cambiare le copertine ai libri senza che quasi alcun lettore possa accorgersi di leggere un libro al posto di un altro.  Più che la copertina, dunque, mi ha colpito la fascetta nientepopodimeno che di Jonathan Franzen che consiglia il libro come una lettura… stratosferica!
E se lo dice Franzen…

guscio mcewan

C’è del marcio in Danimarca

Come accaduto altre volte, io e il mio amico Marco Crestani, prima l’uno, poi l’altro, finiamo con lo scrivere dello stesso autore e dello stesso libro. Accade solo per Ian McEwan, la cui passione condivisa è cosa ben nota ai lettori di BookAvenue. Fin dall’inizio di questo libro bi-recensito, si sente il McEwan in modalità thriller: il più intrigante per me e le molte decine di migliaia di fan, cresciuti e no, del grande scrittore inglese.

Come sempre McEwan costruisce i suoi plot narrativi attingendo a piene mani nel suo straordinario talento. La faccio breve: “Nel guscio”, il suo ultimo romanzo, fa il verso all’Amleto di Shakespeare, dove l’infedeltà delittuosa di Trudy e suo cognato Claude nei confronti di John suo marito, non è osservata da un anonimo testimone oculare ma da… un feto di nove mesi, a due settimane dalla sua nascita.

B come bei consigli

Yahoo answers: domande che per vergogna faresti solo agli amici intimi e che invece in rete rivolgi agli sconosciuti, fidandoti – suppongo – delle risposte.

Ci trovate di tutto: da “ragazze, come considerate un bacio dato sul collo?” a “che fine avrà fatto il cavallo bianco della pubblicità Vidal?”, ma anche “sapete consigliarmi libri sull’amicizia?” Ecco, questa è per esempio la delicata questione che pone Eli3396: chi le consiglia Narciso e Boccadoro e L’amico ritrovato non le fa un torto, ma se Eli avesse alla fine dato ascolto a chi le consigliava come imperdibile “Bianco come il latte rosso come il sangue” di D’Avenia?

Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro: una favola per adulti che celebra ciò che conta nella vita.

Il camion con la scritta BASKO stava viaggiando sul viadotto quando il ponte si è spezzato. L’asfalto è precipitato nel vuoto e il conducente si è fermato sull’orlo di un baratro. Per giorni, i nostri occhi sono rimasti incollati a quel camion fermo definito “sospeso”. Aprendo il dizionario ho scoperto che sospendere significa appendere un corpo in maniera che penda, impossibilitato a cadere a terra”, ma anche “arrestare, non portare a compimento”. Di qui la “suspense”: cioè uno “stato di attesa, ansia, incertezza e mancato compimento dell’azione”. Nel frattempo, il camion era diventato un “simbolo”. Un simbolo, diceva il dizionario, è “qualunque tipo, emblema o rappresentazione di oggetti morali tramite immagini o proprietà naturali. È qualsiasi elemento atto a suscitare nella mente un’idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla”. Forse un’anima collettiva era rimasta bloccata sul viadotto e rendeva il camion un oggetto morale? Una storia, mi sono chiesta, può essere considerata un oggetto morale?

particolare della copertina

I romanzi furbi e quelli che non lo sono

Non molto tempo fa, rispondendo alla richiesta di consigli di lettura della nostra amica Paola Manduca, abbiamo finito inevitabilmente a parlare di letteratura. Non facciamo i critici letterari per mestiere, intendiamoci; siamo solo un gruppo molto eterogeneo di persone che condividono da diverso tempo una grande passione per i libri, motivo sufficiente per scambiarci alcune esperienze di lettura. Talvolta queste esperienze diventano cosa scritta per i lettori di queste pagine.
Di quel breve scambio di messaggi, mi è rimasta impressa una fulminante considerazione di Paola a proposito di quelli che lei definisce libri furbi. Questa semplificazione ha aperto le paratie di una diga piena di pensieri che sono precipitati a valle. Provo, cioè, la sensazione spiacevole di aver perso molto tempo a leggere libri che non mi hanno aiutato, come dice la Yourcenar nei taccuini in coda alle Memorie di Adriano, “ad ammassare riserve contro un inverno dello spirito”. Molta letteratura è stata intrattenimento fino a se stesso.

I libri e le recensioni più lette di BookAvenue del 2020

Come molti, da queste parti siamo assai contenti che questo anno terribile stia per finire. In BookAvenue, abbiamo voluto testimoniarlo con fedeltà alla linea editoriale originaria che ci siamo dati il lontano 2001 e con altrettanta attenzione all’attualità. Abbiamo voluto guardare al tempo corrente recensendo libri di saggistica e narrativa che più di altri hanno saputo raccontarci il mondo ostaggio di se stesso prima che di un nemico invisibile come il Cov-19.